Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Divorzio breve, gli italiani lo vogliono

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In Italia l’attuale normativa prevede, per il divorzio, che la separazione tra i coniugi copra un tempo non inferiore ai tre anni dalla decisione del magistrato nel procedimento di separazione. “La legge sul divorzio dovrebbe affermare in modo pieno il diritto individuale a scegliere con chi e in che modo vivere la propria esistenza”. Con il divorzio breve, invece, sarebbe possibile (in presenza di consensualità e in assenza di prole) porre fine al matrimonio entro un anno dalla separazione.

Secondo un sondaggio dell’Eurispes l’82,2% degli intervistati è favorevole al divorzio breve. Su questo tema, e sul matrimonio gay (altro argomento di forte attualità, soprattutto dopo le polemiche innescate, con frasi scioccanti, dal giocatore della Nazionale Cassano),abbiamo sentito l’avvocato Annamaria Bernardini De Pace. Uno studio legale che, nel corso degli anni, ha sviluppato un’ampia competenza nel Diritto Civile con attenzione al diritto di famiglia, della persona e dei minori. Lo studio legale De Pace rende pareri e consulenze su tutti i temi che riguardano la famiglia, di fatto, coniugale, omosessuale, prima e durante la sua costituzione e nel momento della separazione.

“Sono d’accordo, ma più che di divorzio breve, che mi sembra una parola non adatta a quello che è l’obiettivo della legge, perché non è il divorzio che è più breve, bisognerebbe parlare di separazione più breve.

Il divorzio e la separazione comunque risentono dei tempi della giustizia. Sono per il divorzio come alternativa alla separazione”.

Qual è la differenza?

Oggi bisogna fare il gradino della separazione prima del divorzio. Anche se bisogna aspettare uno o due anni, invece di tre. La mia idea è che lo Stato sarebbe più corretto e più giusto se ponesse l’alternativa del divorzio alla separazione. Non voglio passare il gradino della separazione, così come sono libera di sposarmi, voglio essere libera di divorziare quando voglio. Senza il passaggio obbligato della separazione.

E’ possibile in Italia, dove c’è una forte presenza della Chiesa cattolica?

Appunto, credo che questa sia la difficoltà. C’è un condizionamento religioso fortissimo. Sia nei politici che nella mentalità sociale, ma tutto questo diventa discriminante per i laici.

Anche se l’82% della popolazione è favorevole.

Il parlamento ne dovrebbe tenere conto. Ma il Parlamento non tiene conto del parere degli italiani, altrimenti si sarebbero già abbassati le spese per la gestione della politica. Come vorrebbero tutti.

Quindi dobbiamo aspettare un nuovo Parlamento?

Forse si.

Lei è ottimista o pessimista su questo tema?

Sono pessimista in tutte le questioni che riguardano la politica italiana, perché ci sono dei politici che non ’tirano l’acqua al nostro mulino’, ma galleggiano nel mare dei loro privilegi.

Lei ha scritto un libro (‘Diritti diversi’) sui matrimoni gay.

Si, dove ho espresso la mia idea che il matrimonio gay sarebbe già possibile. Perché nella Costituzione non c’è scritto che ci vogliono un uomo e una donna, non c’è scritto che la Costituzione tutela le famiglie formate da un uomo e una donna. Ho già espresso questo mio parere nel libro. Le polemiche su tutte le problematiche gay, secondo me, vanno bene. Così si approfondisce la cultura sul tema da parte di molti, che non ce l’hanno. E’ inevitabile che se ci sono scontri c’è la possibilità di affrontare percorsi di conoscenza.

Oltre alle affermazioni di Giovanardi, Pdl (“L’Olocausto dei gay non c’è mai stato”, “Due donne che si baciano per strada? E’ come vedere qualcuno fare la pipì in pubblico: può dare fastidio”) si sono aggiunte quelle di Fioroni, Pd (“no a nozze gay”).

Peggio per loro. Questi che vogliono restare nel magma dell’ignoranza e della discriminazione ci devono restare. Chiunque è libero di esprimere la propria opinione. Nel momento in cui queste persone non sono capaci di leggere quello che dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, di leggere quello che apertamente si vive nella società e, quindi, che esistono sentimenti non eterodiretti, ma omodiretti, che ci sono persone che soffrono, che sono discriminate, che non possono sposarsi, che non possono lasciare la loro pensione al coniuge, che non possono andarlo a trovare in ospedale. Non vedono, non capiscono queste cose, non vengono mosse a ragionare più criticamente peggio per loro. Moriranno nella palude dell’ignoranza e della cattiveria.

La società italiana è pronta?

Se l’82% delle persone vorrebbe il divorzio breve, secondo me, è pronta e, penso, se si facesse un’indagine, altrettanti risponderebbero che sono d’accordo per il matrimonio gay.

L’altro giorno dal sito de L’Unità è stato lanciato un sondaggio proprio su questo tema. Il55% è favorevole ad istituzionalizzare i matrimoni gay.

Penso che sarebbe anche ora, siamo in ritardo. E’ inutile che continuiamo a stare in Europa soltanto per la moneta e non per gli altri principi di diritto che vengono affermati in Europa. Tanto vale che usciamo dall’Europa e anche noi ci mettiamo in un magma di antichità.

 


[da L’INDRO.IT di sabato 16 Giugno 2012, ore 12:07]

 

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