Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Marigliano, affresco di Pontecitra: polemica inutile

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MARIGLIANO - Ho notato come la mia critica sul distacco degli affreschi della Chiesa della Madonna di Pontecitra di Marigliano (NA) abbia scatenato una polemica faziosa quanto davvero inutile e ho letto quanto dichiarato dalla responsabile dell’ufficio beni culturali della diocesi di Nola, Antonia Solpietro. Mi stupiscono davvero le sue affermazioni, secondo le quali il dipinto non sarà portato via, ma verrà “staccato solamente per motivi conservativi”.

Come è noto questo Santuario ha origini medievali e ciò è documentato da una serie di considerazioni architettoniche e topografiche, oltre che documentarie. Il Santuario oggi versa in una condizione precaria poiché soggetto ad una forte risalita dell’umidità che ha fatto pensare ad alcune persone di “asportare” l’affresco della Madonna per poterlo conservare e salvare.

Tengo a precisare, senza fare polemica con gli “esperti” storici dell’arte della diocesi, che io, quale esperto di archeologia medievale e docente di storia dell’architettura medievale (materie che impartisco dal lontano 1991 e che ho tenuto nelle università di Bari, L’Aquila e Napoli), conosco benissimo il problema del distacco degli affreschi. Tale scelta operazionale avviene in casi di crollo del monumento o nel caso rischi di essere trafugato. Quindi il fatto non sussiste nel caso di Pontecitra, il cui Santuario è ottimamente presidiato dalle Suore domenicane di Madonna dell’Arco e dai loro fedeli.

 

Nel caso della Chiesa della Madonna di Pontecitra, sono assolutamente contrario al distacco dell’affresco per diversi motivi, che elenco puntualmente:

-  Gli affreschi di cui si parla trattano di una “Madonna con il Bambino” che alcuni, errando clamorosamente, assegnano quest’opera al Quattrocento. Non sapevo che questi affreschi fossero del Quattrocento. Dalle mie parti si può dire che vi sono delle fasi quattrocentesche, ma l’opera in origine è di chiara fattura del tardo XIII secolo, forse tra i più antichi in Campania.

-  So benissimo che anni fa una restauratrice è intervenuta con il distacco degli affreschi della Crocifissione, ma tale tecnica oggi è oltremodo costosa e ha tolto ogni naturalità a quest’opera e alla Chiesa stessa.

Per come l’opera è inserita nel contesto, poi, non si comprende neanche cosa ci stia a fare nell’arco cieco dell’ultima campata un affresco come quello. Si viene a sapere che quest’opera si è conservata meglio della prima. Ciò è oltremodo errato, perché esso ha subìto lo stesso trattamento, cioè risulta quasi illeggibile a causa dell’umidità! Voglio dire che è vero che in quella chiesa c’è un problema di umidità, ma ciò non ha salvato neanche l’affresco distaccato.

- Mentre l’affresco della Crocifissione, dunque, appare ormai fuori contesto, ora si vuole far fare la stessa fine a quello della Madonna rendendo inefficaci tutti quegli elementi atti a conservare l’opera e il monumento nello stesso luogo, quindi evitando ogni qualsiasi manomissione. Si tenga conto poi  - e ciò lo affermo per coloro che non hanno mai assistito ad una Messa all’interno di quella chiesa - che, al termine di tutte le preghiere gli oranti spostano lo sguardo verso l’affresco della Madonna, che è l’unico vero documento dell’origine medievale della chiesa. Io credo e affermo che non si possa spostare un affresco di sana pianta senza aver compreso l’importanza che esso assume nell’ambito del culto e della storia dell’edificio.

- Il DLGS. 163 del 12 aprile 2006 163, nei suoi vari articoli, prevede che solo il Ministero può scegliere il modo con cui si deve adottare il criterio per salvare e restaurare l’affresco, quindi è impossibile (oltre che deontologicamente scorretto) che altri “esperti” debbano fornire il criterio scientificamente corretto per la salvaguardia e la tutela dell’affresco della Madonna di Pontecitra.

- Voglio ricordare a questi esperti che la Soprintendenza locale ha il dovere di fornire i criteri necessari per il restauro e sono certo e mi auguro che il distacco sia l’ultima soluzione ad un problema che, in realtà, deve essere affrontato a monte. Sono anche certo, inoltre, che la Soprintendenza sia l’unica ad avere il supporto scientifico per tale scelta operazionale e che scelga i migliori restauratori, anche fra quelli che faranno la migliore offerta tecnico-scientifica oltre che economica. Infatti, ricordo che la Chiesa appartiene alla Suore domenicane di Madonna dell’Arco e che la Soprintendenza, pur non avendo voce in capitolo sui restauratori da scegliere, ha assolute competenze sui metodi e sulle scelte di restauro.

In conclusione, voglio affermare che le mie considerazioni non sono da utilizzare come polemica, ma come affermazione di competenze specifiche. È ora che in questa terra martoriata le competenze e i doveri siano ben definiti e non appartengano a persone che, anche se appassionate, si autocelebrano come unici detentori della cultura. Sia ben chiaro, inoltre, che è ora che lo Stato sia presente con i suoi doveri e diritti ed è ora che eserciti entrambi con fermezza e dedizione.

 

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