Ricordando la nascita di Domenico Cirillo
Se Cirillo fosse vissuto oggi, probabilmente gli sarebbe stato conferito il premo Nobel per la medicina. Infatti, le sue ricerche sulla sifilide gli hanno permesso di impostare un percorso terapeutico, con una pomata, che è durato fino all’avvento della terapia antibiotica, avvenuto nel secondo dopoguerra. Ma oltre ad essere un valente medico, è stato un botanico di notevole “spessore”; i suo studi di classificazione delle piante gli hanno consentito di effettuare la prima catalogazione botanica del Regno di Napoli, secondo Linneo, con il quale era in corrispondenza. Per tale motivo è gli è stato attribuito il nome di Linneo Napolitano.
Tra le sue ricerche botaniche si può annoverare anche l’uso del microscopio, mentre tra gli studi medici si può rilevare l’introduzione dello studio del polso, studio, che ancora oggi viene eseguito durante l’esame obiettivo del paziente. Per i suoi interessi è stato membro di molte accademie a rilevanza internazionale, tra queste è da annoverare in Italia l’Accademia dei Quaranta. A mio avviso, forse la più grande eredità morale che Domenico Cirillo ci ha lasciato sono “I Discorsi Accademici”. È un’ opera piena di concetti, che sono alla base sia dei processi di umanizzazioni, soprattutto nel mondo sanitario sia della legge 833/78, cosa che fu anche da lui introdotta nel Progetto di Carità Nazionale durante la Repubblica Napoletana del 1799.
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