La questione delle scorie radioattive ed i costi per la collettività

Categoria principale: Libere riflessioni
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Pubblicato Giovedì, 08 Marzo 2012 12:09
Scritto da Giuseppe Bernardo
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Il paese dei 60 miliardi di euro annui di corruzione e 120 miliardi di euro annui di evasione fiscale è anche il paese dei 12 miliardi di euro sprecati dal 1987 ad oggi per la questione delle scorie radioattive. Soldi usciti dalle tasche delle famiglie con i pagamenti delle bollette della luce per risarcire l’Enel del mancato guadagno e per mantenere in sicurezza gli impianti, che dopo oltre  25 anni sono ancora lì con tutto il loro carico radioattivo.

Il costo a carico dei cittadini è in bolletta elettrica voce A2.

LA SOGIN, una società con oltre 900 dipendenti, ammanigliata ad ENEA, con una caterva di consulenti esterni, con fondi annuali, e che doveva essere il cavallo di troia per il nuke in Italia, oggi deve provvedere allo smaltimento di scorie a basso medio e alto livello nucleare.

Ancora non ha fatto nulla. Dal 1999 solo sprechi.

La prima proposta della Sogin sul sito del deposito nazionale per i rifiuti nucleari ''potrebbe arrivare entro i primi mesi del 2013''. Lo ha detto il ministro dello sviluppo Corrado Passera in audizione alla commissione Ciclo rifiuti della Camera, precisando che gli investimenti per la localizzazione e realizzazione del sito in cui si andra' a localizzare il deposito sono ''molto ingenti e qualificati'' e ammontano a 2,5 miliardi di euro.

 

''Il deposito sara' realizzato nell'ambito di un parco tecnologico e puo' costituire un'occasione per ricadute importanti per il territorio, che si aggiunge alle compensazioni previste, cifre che possono essere molto rilevanti''.

Invece, sul nostro territorio si contano oltre 30 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, che diventeranno 120.000 dopo lo smantellamento delle centrali previsto per il 2020. Tutta roba che dovrebbe essere seppellita in un deposito nazionale.

Nel 2003, dopo il fallimento di Scanzano Jonico, il governo Berlusconi aveva dichiarato che sarebbe stato ultimato entro dicembre 2008, ma questa idea, appoggiata anche da udc e dalla chiesa cattolica, porto' a tutta una serie di tentativi, quali la creazione di un' agenzia per la sicurezza nucleare, un movimento di favore, per gestire appalti e soldi pubblici, con tecnologia italo francese. Poi arrivo' il disastro nuke del Giappone.

Ora l'Italia ha sprecato oltre 9 miliardi di euro in SOGIN, si appresta a dare altri soldi alla SOGIN, il deposito delle scorie nucleari, sia la Francia, sia gli Usa ancora non lo possiedono, ed esistono solo siti di stoccaggio temporaneo.

Chi vorrà le scorie radioattive in Italia?

Il sole, il vento e le biomasse non  creano scorie radioattive. E' vero non ci saranno solo ENI ENEL etc... ma questa è Democrazia.