Le donne contro le dimissioni in bianco
I datori di lavoro che fanno ricorso a questo strumento, possono licenziare simulando le dimissioni volontarie in caso di infortuni gravi, malattia, e naturalmente in occasione di una gravidanza. I sindacati stimano che nel corso degli anni circa ottocentomila madri hanno perduto il lavoro con questo espediente. Si tratta di un abuso che viola lo statuto dei lavoratori, ma che purtroppo si avvera con una certa frequenza, se nel 2007 il governo Prodi giunse a promuovere una legge per arginare il fenomeno. Secondo questa legge, le dimissioni volontarie dovevano essere obbligatoriamente redatte su appositi moduli con data certa, rilasciati dalle direzioni provinciali del lavoro. Nel giugno del 2008 la legge fu, però, cancellata da un decreto legge del governo Berlusconi. Un vasto movimento nazionale chiede oggi alla ministra Elsa Fornero il ripristino della legge 188 per tutelare i lavoratori dal ricatto delle dimissioni in bianco. Il Comune di Napoli, attraverso l'assessora alle pari opportunità, Pina Tommasielli, aderisce alla richiesta, sottolineando che si tratta di una difesa di tutti i lavoratori, ma in particolar modo delle donne, più di tutte esposte alla minaccia della precarietà.
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