Troppi debiti, il Madre si ferma
Dal 17 gennaio il Madre, museo napoletano dell'arte contemporanea, chiuderà a tempo indeterminato le sue porte. La situazione debitoria verso le società che curano la gestione del museo, ad oggi non consente, a meno di colpi di scena delle prossime ore, di proseguire il normale funzionamento della struttura di palazzo Donnareggina. Sembrano perciò destinate alla cancellazione anche le iniziative previste nei prossimi giorni negli spazi del museo. Nel mese di dicembre il consiglio di amministrazione del Madre, designato dalla Regione Campania, aveva deciso la sostituzione del responsabile artistico Eduardo Cicelyn, che è anche direttore generale della fondazione che guida il museo. L'assessore regionale alla cultura, Caterina Miraglia, sdrammatizza tuttavia gli eventi. "Il Madre - dice - resterà chiuso per qualche giorno come se fossero le pulizie di stagione". Si punta ad un accordo coi creditori anche ipotizzando l'ultilizzo di fondi europei, che però non sarebbero disponibili non prima di alcuni mesi. Il sindaco de Magistris si è appellato ai vertici della Regione Campania ed ha annunciato il suo impegno per scongiurare la chiusura del Madre. E fra l'incertezza e le polemiche affiora la proposta di Vittorio Sgarbi che si dichiara disponibile alla guida del Madre a condizione che il museo venga totalmente privatizzato per essere trasformato in un polo artistico redditizio, un'ipotesi che in ogni caso potrebbe avviare un utile dibattito pubblico sulle sorti del museo napoletano.
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