La Ruota degli esposti di Manduria: l’infanzia abbandonata nell’Ottocento
Per ragioni narrative e nel rispetto della sensibilità storica e della riservatezza personale connessa ai fatti descritti, premetto che useremo un nome di fantasia al posto di quello – anch’esso attribuito in modo convenzionale e non ereditario – assegnato alla neonata abbandonata che è stato realmente registrato nei documenti dell’epoca. Si tratta del documento con cui viene registrata ufficialmente la nascita di una neonata che noi chiameremo “Maria Assunta Luce” (nome che, come già ho anticipato, non corrisponde a nessuna persona reale), una bambina abbandonata che ricevette una prima accoglienza nella cosiddetta “casa della ruotiera o dei proietti”, luogo destinato ai nati da genitori ignoti, situato proprio in quella zona della città dove esiste il piccolo immobile che un tempo ha ospitato la ruota degli esposti o dei proietti. Quella stessa strada, come diremo in seguito, è stata oggi denominata via della Ruotiera, toponimo scelto recentemente per rendere omaggio a questa pagina dimenticata della storia sociale e civile di Manduria. * Come spesso accadeva in quel tempo, i neonati non riconosciuti venivano condotti anonimamente nelle “case dei proietti”, luoghi destinati alla prima accoglienza dei bambini abbandonati, e registrati con nomi e cognomi fittizi o simbolici. Questo documento quindi, oltre al suo valore anagrafico, offre uno spaccato toccante della condizione sociale e morale del tempo. L’atto colpisce per la sua semplicità formale e, allo stesso tempo, per il peso umano che porta con sé. La neonata venne presentata all’Ufficio di Stato Civile del Comune da tale Addolorata Galiano, una donna di umili origini (analfabeta), definita “rotiera”, perché incaricata di prendersi cura dei neonati abbandonati. La bambina fu descritta come «avvolta in poche pezze di cotone lacere», un dettaglio che lascia intuire la miseria e l’urgenza della sua condizione. La scelta del nome “Maria Assunta”, così carico di significato religioso, sembra voler conferire alla neonata una sorta di purezza e protezione spirituale, mentre il cognome “Luce” – chiaramente non ereditato – è un esempio della pratica di assegnare cognomi positivi o idealizzati ai bambini senza identità familiare, al posto di altri immediatamente evocativi come, ad esempio, “Proietti” o “Esposito”. Il documento non solo registra una nascita, ma racconta anche una storia: quella di un’infanzia cominciata nel silenzio dell’abbandono, tra le braccia dello Stato, e che oggi può essere recuperata, almeno in parte, grazie a questi atti scritti con cura da mani che spesso sapevano di portare su carta destini senza voce. La custode incaricata dal Comune presentava al Sindaco, nella qualità di Ufficiale di Stato Civile, la bambina abbandonata nella “casa dei proietti”, proprio là dove un tempo vi era la Ruota dei proietti, un meccanismo che permetteva di lasciare i neonati anonimamente, al riparo da sguardi e giudizi. La ruota, infatti, era un cilindro rotante inserito nel muro esterno della “casa” e comunicante con l’interno, dotato di campanella per avvisare la custode o “ruotiera”, esso permetteva a chi abbandonava il neonato di inserirlo in anonimato, garantendo un livello minimo di sicurezza e umanità. L’atto di nascita in esame, quindi, non è solo la mera registrazione di una persona, ma è stato scelto come esempio emblematico delle tante storie simili che popolano i registri dell’epoca. Il documento contiene, a margine, l’annotazione che il Parroco di Manduria ha restituito, esattamente il giorno dopo, il “notamento” (ossia la comunicazione ufficiale inviata dall’Ufficio di Stato Civile) in cui si attesta che la bambina aveva ricevuto il Sacramento del Battesimo, mentre l’indicazione che «si è accusato la ricezione» conferma che la notifica del battesimo era stata formalmente registrata. Il dettaglio, apparentemente burocratico, è invece molto significativo in quanto garantisce che la neonata aveva ricevuto non solo riconoscimento giuridico nell’ordinamento civile (l’iscrizione anagrafica), ma anche in quello canonico, fondamentale nel contesto sociale dell’epoca, e questo rafforza l’idea che, pur nella condizione di abbandono, vi fosse un intento istituzionale e spirituale di inclusione e tutela della persona. Nello stesso tempo è prova della collaborazione fra autorità civile e religiosa, che costituiva la prassi nel Regno delle Due Sicilie prima dell’Unità d’Italia. Il riferimento alla ruota dei proietti, collega questo documento a uno spazio reale che di recente è stato reso riconoscibile nella toponomastica cittadina. Effettivamente, a Manduria, la strada che ne ospitava l’accesso, in precedenza priva di intitolazione, è stata da poco denominata Via della Ruotiera, per testimoniare la sua funzione storica: con il nome si è voluto non solo indicare la strada fisica, ma istituire una memoria diffusa che renda visibile, nel presente urbano, un passato spesso relegato all’oblio. Oggi, percorrendo la breve via, si cammina in un luogo che parla di chi un tempo veniva portato, spesso in piena notte, al civico dove silenziosamente, girando la ruota, si affidava un piccolo corpo alle cure altrui e alla speranza di un domani. Un riconoscimento ufficiale, quindi, alla memoria di un luogo che fu fonte di salvezza per tanti bambini abbandonati. La scelta di analizzare in questa sede un atto specifico a campione ha lo scopo di illuminare una storia collettiva: quella di centinaia di neonati senza famiglia, registrati negli stessi termini, in quello stesso luogo e in quegli stessi anni. Ognuno di loro rappresentava un destino possibile, spesso invisibile, che ora la memoria storica può finalmente riportare alla luce.
Atto di nascita Num. d’ordine … L’anno mille ottocento cinquantanove il dì (giorno) di (mese) alle ore quattordici avanti di Noi Diego Ciracì Sindaco ed Uffiziale dello Stato Civile di Manduria, Provincia di Terra d’Otranto, è comparsa Addolorata Galiano, figlia di Cataldo defunto, di anni quarantadue, di professione rotiera, domiciliata in Manduria, strada San Domenico, la quale ci ha presentato una fanciulla, secondo che abbiamo ocularmente riconosciuto, ed à dichiarato che la stessa è nata da madre ignota e da padre ignoto, nel giorno … del suddetto mese, alle ore sette di notte, nella casa dei proietti, avvolta in poche pezze di cotone lacere. La stessa à inoltre dichiarato di dare alla fanciulla il nome di “Maria Assunta Luce”. La presentazione e dichiarazione anzidetta si è fatta alla presenza di … (omissis) di anni …, di professione contadino, regnicolo, domiciliato in Manduria, di … (omissis), di professione contadino, regnicolo domiciliato ivi, di anni …, testimoni intervenuti al presente atto, e da essa sig,ra Addolorata Galiano, prodotti. Il presente atto è stato letto alla dichiarante e a’ testimoni, ed indi si è firmato da Noi, non avendo firmato la dichiarante e i testimoni, per aver dichiarato di non sapere scrivere. Il Sindaco f.to Diego Ciracì
Annotazione a margine dell’atto: Il Parroco di Manduria à restituito nel dì (giorno) di (mese) anno corrente mille ottocento cinquantanove il notamento che gli abbiamo trasmesso nel dì (giorno) di detto mese, anno suddetto, in piè del quale à indicato che il Sacramento del battesimo è stato somministrato alla suddetta fanciulla nel giorno … detto, del quale si è accusato la ricezione. L’Uffiziale di Stato Civile Il Sindaco f.to Domenico Ciracì
Giuseppe Pio Capogrosso
*Con delibera di Giunta Municipale, proprio per conservare la memoria storica del sito, il Comune di Manduria, su impulso e parere della Commissione Comunale per la Toponomastica, ha deliberato l’intitolazione della via su cui affaccia la casa alla “Ruotiera”. Si tratta della stradina parallela a Piazza regina Margherita, situata sul lato est, che nell’atto di nascita del 1859 è chiamata “Strada San Domenico” per la sua vicinanza all’ex Convento dei Domenicani di Manduria, futura sede dell’Ospedale Civile. Si ricorda ai lettori che la Commissione per la Toponomastica, presieduta dal sindaco p.t. Gregorio Pecoraro, è un organo consultivo del Comune di Manduria, si occupa della intitolazione delle vie e piazze cittadine, ed è composta dai membri esterni Giuseppe Pio Capogrosso, Lucia Tripoli, Antonio Pesare, Alberto Morrone, in qualità di esperti, e dai consiglieri comunali Antonella Parisi e Gregorio Gentile. Si avvale della collaborazione dei funzionari comunali Maria Antonietta Andriani, Lucia Moscogiuri e Massimiliano De Matteis.
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