Ricordo Frederick Forsyth
A differenza del più intellettuale Le Carré, Forsyth adottava nelle sue opere uno stile cinematografico, e ciò spiega perché i suoi libri siano spesso stati trasposti sullo schermo con grande successo. Autore di 25 libri che hanno venduto 75 milioni di copie, lo scrittore inglese adottava sempre un ritmo incalzante che lasciava i lettori senza fiato. Una lunga serie di successi internazionali, tanto sul piano letterario quanto su quelli cinematografico, fecero la fortuna di Forsyth che non era, però, uno scrittore da tavolino. Si impose all’attenzione internazionale con il celebre capolavoro Il giorno dello sciacallo, dedicato agli attentati che l’OAS organizzò – ma senza successo – contro il generale Charles De Gaulle, colpevole ai suoi occhi di promuovere l’indipendenza dell’Algeria. Del 1972 è l’altrettanto celebre Dossier Odessa, che tratta della fuga in America Latina di molti criminali nazisti dopo il crollo del Terzo Reich. A dieci anni dopo risale Il quarto protocollo, che tratta le vicende della sfida tra spie russe e americane al tramonto della Guerra Fredda.
Forsyth visse anche in prima persona alcune guerre africane, per esempio quelle in Nigeria e in Biafra, e in alcuni suoi libri dimostra di avere una conoscenza di prima mano del fenomeno dei mercenari assoldati da una fazione per combattere l’altra. Ne Il pugno di Dio dimostra di conoscere assai bene i progetti espansionistici di Saddam Hussein che poi condussero alla due guerre del Golfo. Nel 1981 esce L’alternativa del diavolo, dove con notevole preveggenza lo scrittore inglese illustra le ambizioni indipendentiste degli ucraini e il loro odio per i russi. Un autore di notevole spessore, insomma, anche se alcuni gli rimproveravano lo stile troppo cinematografico delle sue opere. Ma questa era solo una conseguenza della vita romanzesca del grande scrittore.
Michele Marsonet
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