Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Storia del tricolore italiano

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La storia del Tricolore italiano è convenzionalmente datata al 7 gennaio 1797, con la sua prima adozione come bandiera nazionale da parte di uno stato italiano.

Il Tricolore italiano nella forma attuale deriva non direttamente dalla Repubblica Cispadana del 1797, ma dal Regno di Sardegna, che lo adottò come bandiera nel 1848.

La bandiera della Repubblica Italiana è praticamente identica, soltanto con la rimozione dello stemma sabaudo. La vecchia bandiera della Cispadana era infatti in origine a bande orizzontali anziché verticali. In verità le origini remote del Tricolore sono di gran lunga anteriori al 1848 ed al 1797.

Franco Cardine, illustre medievista, ha osservato che «i tre colori della nostra bandiera sono […] alla base della liturgia cattolica: e bianco, verde, rosso figurano fin dal medioevo come rispettivi simboli delle tre virtù cardinali: fede, speranza, carità», tanto che «questi erano i colori preferiti del secolo XV per le insegne e gli emblemi».

Insomma, tale combinazione cromatica era impiegata già nel Tardo Medioevo, come minimo, per le insegne. Cardine lo riconosceva pur in un articolo giornalistico in cui neppure velatamente polemizzava contro il Tricolore quale simbolo repubblicano e ‘giacobino’.

 

In verità si può risalire ancora più indietro al Medioevo per l’associazione simbolica di bianco, rosso, verde. Scrisse Renato del Ponte, storico d’impostazione tradizionalista romana e studioso di storia delle religioni e del simbolismo:

«A Roma i tre colori connotano peraltro anche le tre tribù primitive dei Ramnes, dei Luceres e dei Titienses, con le quali Romolo crea la prisca città, retaggio di una tradizione forse ancora più antica, sì che, volendo disegnare il sito della Roma originaria sulla base di questa tripartizione, otterremo la tavolozza del nostro Tricolore, con al nord il verde dei Titienses, al centro il bianco dei Ramnes ed al sud il rosso dei Luceres. Ma in Roma i tre colori hanno avuto tanta importanza, da apparire proprio nel contesto delle bandiere. Queste, di colore album, roseum, caeruleum, venivano issate sul Campidoglio per convocare, rispettivamente, i comitia curiata (a carattere sacrale), centuriata (militare) e tumultus collettivo».

Si noti che tale tripartizione cromatica corrisponde a quella dei famosi 'tre colori indoeuropei' di Georges Dumézil, il bianco (funzione sacerdotale), il rosso (funzione guerriera), il nero-verde (funzione produttiva), dunque dovrebbe risalire ad un’antichità ancora più remota posta nella preistoria di questi popoli.

Per portare un parallelo, la bandiera nazionale dell'India ha praticamente gli stessi colori di quella italiana, soltanto con l'arancione al posto del rosso fiammante. Ma si può pensare anche all’Irlanda, anch’essa con arancione-bianco-verde, oppure alla bandiera del II Reich nato nel 1871, con rosso, bianco e nero.

Tornando all’Italia, sarebbe sicuramente forzato ed arbitrario postulare una continuità diretta ed ininterrotta fra il simbolismo cromatico dei ‘tre colori’ indoeuropei e quello del Tricolore nazionale. La succinta descrizione sopra riportata suggerisce che tale combinazione di colori abbia ricevuto nell’arco dei millenni riformulazioni a seconda della cultura di riferimento: protoindoeuropea; romana; italiana cattolica; infine l’ideologia italiana patriottica.

Pure, è altrettanto palese il fatto che l’associazione di bianco, rosso e verde può essere rintracciata nella storia italiana dalla più lontana antichità ad oggi, ciò che sarebbe improbabile quale semplice coincidenza. Si può supporre che tale triplice combinazione per la sua forza nell’immaginario collettivo abbia continuato ad essere impiegata, riadatta e reinterpretata nelle varie epoche. In ogni caso, il suo utilizzo tre volte millenario qualifica il Tricolore bianco, rosso e verde realmente quale simbolo nazionale italiano.

 

Marco Vigna

 

Bibliografia

Una monografia sulla bandiera nazionale italiana è quella di Ugo Bellocchi, Il tricolore: duecento anni: 1797-1997, Artioli, Modena, 1996.

Franco Cardini, Ombre sul tricolore, in Avvenire

Georges Dumézil, L’idèologie tripartite des Indo-Européens, Bruxelles 1958.

 

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