Il segreto della joie de vivre
Un collega medico, anche lui avanti negli anni, ma molto attivo, mi ha dato di recente un consiglio: «Rimani curioso e mantieni l’indignazione». Essendo attributi prevalenti dell’età infantile e giovanile il messaggio era positivo, ma piuttosto insolito e meritevole di attenzione. Una rapida ricerca in internet mostra la diversa popolarità dei due termini: per indignazione solo 2.5 milioni di item, mentre per curiosità sono circa 150 milioni. Anche l’estensione della trattazione è diversa, notevolmente ridotta per il primo, molto estesa per il secondo. L’indignazione appartiene al campo delle emozioni, è propria della specie umana, e può esprimersi come disgusto, disprezzo, rabbia, collera, risentimento, biasimo nei confronti di persone o comportamenti, individuali o generalizzati, che sono considerati riprovevoli perché ritenuti offensivi in sé o nei confronti del proprio senso morale. Come tutti i sentimenti si presenta in modo molto variabile, anche in rapporto all’oggetto verso il quale è indirizzata: può essere di entità modesta, per esempio verso cittadini che gettano carte in terra senza raccoglierle, o avvertita nel profondo dell’anima in presenza di disuguaglianze sociali, o ancora maggiore per eventi tragici come la morte evitabile di esseri umani in guerra, sul lavoro o per naufragio. Può anche cambiare col variare dei costumi, ma questa è praticamente scomparsa nei tempi moderni col diffondersi del turpiloquio.
La rapidità e l’estensione odierna dei sentimenti d’indignazione è comunque soggetta a critiche. Secondo Thomas, autorevole giornalista del New York Times, si assiste ad un aumento straordinario delle occasioni in cui le persone si sentono sollecitate e coinvolte dall’ informazione ad incentivarla e soddisfarla, e mette in guardia sul possibile instaurarsi di un circolo vizioso in quella che ha chiamato “L’epoca della protesta”. Cita l’esempio del Guardian che ha creato una pagina web Protest che ha lo scopo di raccogliere articoli che generano simili sentimenti: «Così ogni mattina, col caffè, potete avere le news, lo sport, le previsioni del tempo, e la protesta». La sensibilità morale è qualcosa di positivo, un segno di buona salute delle società e del ritorno all’impegno, tuttavia se l’indignazione, per quanto giustificata, genera immediatamente richieste di dimissioni o punizioni, può costruire un circolo vizioso d’indignazione che crea indignazione e che ostacola un circolo virtuoso di dialogo e di faticoso lavoro di comprensione delle cose e argomentazione valida. Nell’aprile di quest’anno nel parco nazionale del Trentino l’orsa Jj4 ha aggredito un giovane uomo uccidendolo. Al di là della commozione e del dolore per la morte di un essere umano l’indignazione ha coinvolto diffusamente il Responsabile del parco, animalisti, ambientalisti ed anche l’imprudente giovane vittima; questo ha reso e rende ancora più difficile la soluzione del problema della coesistenza animale-uomo nel nostro territorio. Le dispute etiche hanno bisogno di prospettiva, comprensione del contesto e capacità di fare distinzioni e per gestirle occorrono leaders politici che abbiano capacità di sottrarsi alla demagogia e al “ricatto del consenso”. L’altra componente dell’insolito consiglio dell’amico medico, è la curiosità, definita come un istinto o un comportamento che nasce dal desiderio di sapere qualcosa circa la natura di un oggetto o di un fenomeno di qualsiasi genere. Anche la curiosità ha un aspetto emozionale che, riguardando l'esplorazione, l'investigazione e l'apprendimento, descrive un numero non ben conosciuto ed identificato di meccanismi e comportamenti psicologici che hanno come fine il placare l'impulso degli esseri viventi a trarre informazioni ed interagire con l'ambiente. È il dantesco «nati non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza». È presente comunque anche in altre specie animali. L’ampia trattazione consultabile su internet prende in considerazione la motivazione e la ricompensa, il comportamento guidato dalla curiosità, le varie teorie (pulsione di curiosità, dell’arousal ottimale, della coerenza cognitiva), la disintegrazione del percorso della ricompensa nella teoria, il ruolo degli aspetti e delle strutture neurologiche. È descritta la curiosità dei bambini dei quali si è detto nascono scienziati, e quella degli scienziati ed artisti, guida alla scoperta di nuove informazioni. Senza curiosità, è difficile immaginare che possano esistere creatività e invenzione. Alcuni tipi di curiosità sono tuttavia dannosi come quella morbosa focalizzata su oggetti di morte, violenza o qualsiasi altro evento causa di danni fisici o emotivi, con aspetti di dipendenza. Incentivata dai social nasce dal bisogno di metterla in relazione con le proprie emozioni o esperienze personali e può far incontrare forme di sapere proibito, anche molto pericolose. È oggi molto diffusa, sempre tramite i mezzi elettronici di comunicazione, anche una curiosità poco nobile e inquinante, impegnata nell’esaminare gli aspetti personali, di solito associata al pettegolezzo, l’anglicismo gossip. Un termine poco educato, ma efficace per descriverla, è “bracare”, un vocabolo fiorentino usato in passato. Proviene da “brache”, antico indumento maschile simile ai calzoni o mutande; la curiosità è paragonata al frugare negli indumenti intimi altrui. Il consiglio dell’amico medico, gradito ed apprezzato, è sicuramente utile per mantenere attivi cuore e mente, e non solo nell’età avanzata; indignazione e curiosità devono comunque essere esercitate con moderazione. Inoltre occorre sottolineare che “invecchiare bene” richiede molteplici condizioni favorenti: predisposizione genetica e corretto stile di vita, una buona condizione socioeconomica, essere esenti da patologie invalidanti, evitare la solitudine e avere una weltanschauung che contempli la joie de vivre. Se alcune possono realizzarsi con l’impegno individuale, altre richiedono un’adeguata politica sociale ed altre ancora sono indipendenti dalla nostra volontà. |
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