Lepore: qui molto è illegale
“E’ un Paese dove molto è illegale, quindi meglio parlare di legalità. Una legalità che deve nascere dal basso, da quando si è bambini perché altrimenti non si riesce a capire di cosa stiamo parlando. Non è soltanto l’osservanza delle norme penali. Ma l’osservanza delle norme del vivere civile. Se si riesce a vivere civilmente diventa molto naturale rispettare anche le norme legali”.
Con queste parole il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore, è intervenuto a Isernia (Molise), insieme a Vincenzo Siniscalchi, Armando D’Alterio, Enrico Tedesco, Rossana Venditti e Lorenzo Diana, alla manifestazione pubblica ’Se non fossimo il Paese che siamo… come fare per riaffermare la cultura della legalità’.
Il magistrato napoletano, da otto anni alla guida della Procura più grande e difficile d’Italia, ha seguito le inchieste più bollenti degli ultimi anni: dalla camorra a Calciopoli, dai rifiuti alle indagini sull’ex Ministro della Giustizia Clemente Mastella fino a quella su Nicola Cosentino (sottosegretario del governo Berlusconi) e le collusioni con il crimine organizzato. Senza dimenticare le inchieste su Giampaolo Tarantini e Walter Lavitola e lo scambio di battute con l’ex premier.
A dicembre andrà in pensione. “Ho avuto la fortuna o la sfortuna di imbattermi con alcune personalità e, naturalmente, sono stato subito attaccato. Così come sono stati attaccati i colleghi milanesi. La mia toga è passata da grigia, rossa, gialla. Ma non mi interessava proprio, anche perché sto per finire. Tra un po’ me ne vado in pensione, avevo la libertà di dire tutto. Perché la vecchiaia dà la possibilità di dire tutto quello che si pensa. Sono totalmente libero nel parlare. Ho sempre reagito”.
Il giudice Giovanni Falcone confidandosi con il suo amico fraterno e collega Paolo Borsellino disse: “la gente fa il tifo per noi”. E’ cambiato qualcosa da allora?
Cosa bisogna fare per riaffermare la cultura della legalità?
Che importanza hanno la famiglia e la scuola?
Secondo l’ex presidente della commissione antimafia Giuseppe Lumia: “nei territori della vostra Regione le classi dirigenti, con in testa la politica, hanno trascurato quelle cose importanti, con in testa la prevenzione. Ecco che sono venuti anche nella vostra Regione. Ecco che le mafie si sono presentate nei vostri territori. Ed hanno cominciato a fare quell’attività che tutte le organizzazioni mafiose fanno. Prima presentandosi con quel grande affare di cui tutti, ormai, ipocritamente ci siamo assuefatti, che è il traffico di droga. E poi la gestione delle opere pubbliche. E poi il riciclaggio. E poi la possibilità di entrare in alcuni settori economici. E poi la gestione dei rifiuti, di tutti i tipi”. Cosa rischia il Molise?
La legalità è un grande parolone a cui spesso non segue niente nel concreto. L’esempio che dovrebbe venire da noi, da questa generazione, è già traballante rispetto ai ragazzi piccoli. Bisogna partire dall’osservanza delle regole più banali per poi avere la cultura della legalità. Un occhio di riguardo per le giovani generazioni?
A che punto siamo con la ’caccia’ a Michele Zagaria, il boss latitante della camorra?
Lui sente il fiato sul collo? |
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