L’ideologia alternativa dei giovani

Categoria principale: Libere riflessioni
Categoria: Libere riflessioni
Creato Martedì, 17 Gennaio 2023 13:17
Ultima modifica il Giovedì, 19 Gennaio 2023 12:59
Pubblicato Martedì, 17 Gennaio 2023 13:17
Scritto da Alberto Dolara
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Le ideologie, definite come “il complesso delle idee e delle mentalità” proprie di una società o di un gruppo sociale in un determinato periodo storico, hanno da sempre condizionato la storia dell’umanità in senso positivo e negativo.

Recentemente alcuni pensatori le ritengono superate, altri affermano che esiste una ideologia tecnologica paralizzante globale.

Gli attuali movimenti giovanili di protesta indicano la necessità di una ideologia alternativa per il futuro dell’umanità.

Nonostante le ricerche di epigenetica confermino la possibilità della trasmissione all’embrione di alcuni caratteri acquisiti, è impensabile che l’essere umano nasca influenzato dalle ideologie circolanti prima della nascita.

Anche i bambini e gli adolescenti ne sono indenni: la vestizione di un bambino da figlio della lupa, o un ragazzo da balilla o da scout sovietico, sono segni esteriori imposti da regimi dittatoriali e non possono essere considerati come segni di adesione ad una ideologia.

In quelle fasce di età e in situazioni normali, prescindendo da guerre o emergenze ambientali, si guarda al mondo con occhi curiosi, si pone attenzione alle necessità fisiologiche, si richiedono protezione e tenerezza, si desidera giocare e vivere in serenità.

 

Superata l’adolescenza, l’incontro con le ideologie, di qualunque tipo esse siano, è quasi inevitabile, anche se il giovane uomo o la giovane donna può continuare ad ignorarle sia temporaneamente che in modo definitivo.

In uno Stato democratico è possibile non aderire a nessuna ideologia anche nell’età adulta, pur se la non adesione, in realtà, è anch’essa una ideologia.

Si tratta di persone che amano, soffrono, lavorano, pagano le tasse, spesso non esercitano il diritto di voto, magari aderiscono ad associazioni di vario tipo purché non legate alle ideologie correnti.

Non è facile stabilire quale sia la percentuale sulla popolazione totale, riferirsi agli astenuti alle votazioni politiche ha scarso significato trattandosi di un dato con motivazioni diverse, molto variabile.

Una parte notevole e in qualche caso un’intera popolazione, in determinati periodi storici, ha comunque aderito ad una delle tante ideologie disponibili.

La scelta non è certo mancata da quella liberale a quella marxista, da quella socialdemocratica, a quella liberalsocialista, a quella fascista o nazista, queste ultime purtroppo ancora presenti nelle società.

Vivendo in uno Stato laico senza il timore di blasfemia possiamo considerare come ideologie anche le varie religioni e la possibilità di scelta aumenta ancora.

Vi sono poi le molteplici ideologie marginali, quelle delle sette legate a “santoni”, laici o religiosi, che pur essendo diffuse, coinvolgono un numero relativamente ridotto di persone in rapporto alla popolazione generale.

È un caleidoscopio di posizioni diverse che rivela le diverse personalità, e che affascina se ci si avvicina senza pregiudizi alle singole persone che le professano.

L’adesione ad una ideologia ha ovviamente motivazioni molto variabili in rapporto alle caratteristiche di ciascun individuo e ai condizionamenti familiari e sociali.

L’adesione può durare tutta la vita oppure essere temporanea con il trasferimento ad una ideologia diversa come spesso avviene soprattutto in politica; anche nelle religioni si può transitare da atei a credenti e viceversa.

L’adesione può essere puramente ideologica, per evitare l’allitterazione si può definirla teorica, oppure essere accompagnata da atti concreti che hanno come obbiettivo la realizzazione dell’ideologia stessa.

Ed è proprio su questi atti, compiuti sia da parte dell’individuo che da gruppi più o meno estesi, che è possibile applicare giudizi storici e/o morali.

Comunque anche la semplice adesione a determinate ideologie, come ad esempio quella nazista, che prevedono la morte di altri esseri umani, implica un giudizio negativo a priori.

Purtroppo la storia insegna che anche nelle ideologie che hanno come obbiettivi il miglioramento morale e materiale dell’umanità, le applicazioni dogmatiche hanno portato a regimi di terrore, a guerre e violenze.

L’applicazione rigida del marxismo-leninismo ha condotto a genocidi in Russia ed in Cambogia, l’ideologia liberale è stata accompagnata da guerre coloniali, sfruttamento e schiavitù.

Anche la sublime predicazione di Gesù nei Vangeli, la spiritualità massima raggiunta dall’essere umano,  è stata degradata in alcuni periodi  a potere temporale, guerre e persecuzioni religiose.

Riconoscere solo i meriti, le intenzioni positive iniziali dell’ideologia alla quale si è aderito o si aderisce, non è pertanto sufficiente, occorre anche una valutazione critica, storica e morale, sulle conseguenze negative che essa comporta o ha comportato.

Per quanto riguarda il presente ed il futuro, alcuni pensatori ritengono che le ideologie siano scomparse, come Daniel Bell, nel suo libro del 1991 La fine dell'ideologia. Il declino delle idee politiche dagli anni Cinquanta a oggi.

Altri come Umberto Galimberti nel Il tramonto dell’Occidente, (2019), sottolineano che si tratta di una presunta fine, ma che in realtà esiste attualmente una ideologia consistente in un tecnopopulismo antidemocratico dominato e guidato dal capitalismo occidentale, con la tecnica sempre più onnipotente  e pervasiva.

La speranza è che si affermi una ideologia alternativa, quella dei giovani che adesso manifestano nelle piazze del mondo, e che ha come motivi principali la difesa dell’ambiente, la lotta alle disuguaglianze e il rispetto dei diritti umani.

Ad essa dovremmo aderire tutti.