Riapre al pubblico il meraviglioso Ipogeo dei Cristallini alla Sanità
Scoperto per caso alla fine dell'Ottocento, l'ipogeo dei Cristallini si apre ad undici metri sotto il manto stradale nel sottosuolo di un palazzo privato. Un antico sepolcreto databile al IV sec. a.C. con rarissime pitture parietali che conservano i colori originari. Il progetto del restauro dell'ipogeo cominciato nel 2020 è stato presentato il 24 giugno 2022 al PAN. Dal prossimo primo luglio l'ipogeo dei Cristallini sarà riaperto al pubblico. Le visite, al massimo otto persone per volta, possono essere prenotate sul sito dedicato. [Dal sito Ipogeo dei Cristallini] La storia dell’Ipogeo dei Cristallini risale a più di 2300 anni fa. L’area dei Vergini, all’interno del quartiere Sanità, fin dal IV secolo A.C. fu destinata a necropoli, dapprima con l’escavazione di tombe a camera (via dei Cristallini, vico Traetta, via Santa Maria Antesaecula), successivamente con la realizzazione di complessi cimiteriali catacombali (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo) infine con la destinazione di un’immensa cava ad ossario (Le Fontanelle).
I greci, che allora abitavano la città di Neapolis quando questa faceva ancora parte della Magna Grecia, realizzarono alcuni ipogei funerari, costruendo delle tombe nel sottosuolo in cui hanno riposato per millenni i resti degli antichi abitanti della città partenopea. Fra questi ipogei spiccano le quattro tombe “dei Cristallini”, chiamate così perché situate nel sottosuolo di via dei Cristallini e si trovano per la precisione sotto l’antico palazzo del barone di Donato. Era il 1889 quando il barone Giovanni di Donato ebbe l’idea di scavare nella cantina del suo palazzo, che oggi prende il suo nome, in via dei Cristallini 133, per cercare acqua o tufo. Fece eseguire quindi dei lavori, ma trovò del vuoto sotto terra. Con estrema meraviglia scoprì le ampie sale dei quattro sepolcreti, riccamente dipinte, decorate ed arredate. Un vero tesoro di pittura e architettura ellenica funebre. Una rara testimonianza del periodo ellenico, uno splendore incredibilmente riportato alla luce. Proprio in quel punto infatti correva un viale dell’antica necropoli napoletana di epoca greca, un tempo illuminato dal sole in aperta campagna, ed oggi ormai sepolto sotto le case del Borgo Sanità della nuova città. Il Barone di Donato, riconoscendo l’importanza del monumento, fece costruire una scala e un corridoio che portava alle porte d’ingresso delle singole camere. I discendenti del Barone di Donato, lasciarono in eredità al nipote Giampiero Martuscelli il meraviglioso Ipogeo dei Cristallini, che lo ha custodito, insieme al Rione Sanità ed agli abitanti del palazzo, con grande cura e senso di appartenenza. Oggi è possibile accedervi dall’interno del numero civico 133 a via dei Cristallini.
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