Un canto popolare natalizio raccolto a Manduria

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Categoria: Storia e Letteratura - Miscellanea
Creato Venerdì, 17 Dicembre 2021 16:58
Ultima modifica il Venerdì, 17 Dicembre 2021 17:52
Pubblicato Venerdì, 17 Dicembre 2021 16:58
Scritto da Giuseppe Pio Capogrosso
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Come strenna natalizia per gli affezionati amici e lettori di questa testata, segnalo la tradizionale ninna nanna raccolta, dalla viva voce di popolane di Manduria, nella Puglia salentina, dal noto studioso ed etnografo tarantino Alfredo Majorano nell’anno 1950.1

La registrazione musicale può essere ascoltata sul sito di Internetculturale (alla voce: Manduria, registrazione sonora musicale, Majorano A. “Ninna nanna per Gesù Bambino”- link nelle note).

In questo breve articolo riporto, oltre al testo, la trascrizione musicale (spartito) del canto natalizio, per la cui elaborazione sono stato coadiuvato da mio figlio.2  

Il testo del canto, in dialetto mandurino, è composto da quattro strofe di quattro versi ciascuna.

Segnalo, soprattutto, la prima conosciutissima strofa, che funge da incipit al canto, nella quale, in modo poetico ed ingenuo, si parla della nascita del Bambino Gesù, il cui aspetto è descritto, dall’immaginazione popolare, come il ritratto della salute e della vitalità («biancu e russu comu miliddu» – bianco e rosso come una mela).  

 

Il testo della versione registrata dal Maiorano è il seguente:3

 

Ninna nanna, ninna nonna,

è parturita la Matonna

e jè fattu nu bellu piccinnu

bianch’e russu comu miliddu.  

 

San Ciseppu li ccatta la fassa

la Matonna lu pija e lu ‘nfassa

e lu ‘nfassa finu finu

quant’è bellu Gesù bambinu!

 

E Gesù bambinu nasci

cu tanta povertà,

e no teni no pezzi e no fassi 

e mancu fuecu pi riscaldà’.

 

San Ciseppu lu vicchiarellu

jeni a corchiti a casa mia

ca ti consu lu litticiellu

a lu cammarinu ti l’anima mia

 

Ninna nanna, ninna nanna,

ha partorito la Madonna

e ha fatto un bel piccino

bianco e rosso come una mela.

 

San Giuseppe gli compra le fasce

la Madonna lo prende e lo fascia

e lo fascia fine fine

quant’è bello Gesù bambino!

 

E Gesù bambino nasce

con tanta povertà,

e non tiene né panni e né fasce

e manco fuoco per riscaldarsi.

 

San Giuseppe vecchiarello

vieni a coricarti a casa mia

che ti preparo un lettino

nel camerino dell’anima mia)

 

In parte diverse, e volte più lunghe, sono le altre versioni del canto popolare tramandate nella nostra tradizione orale oppure raccolte da altri autori locali.

In molte figurano strofe intermedie ed in alcune anche un ritornello («La ninna nanna ti voju cantari, la ninna nonna ti voju sunà» – La ninna nanna ti voglio cantare, la ninna nanna ti voglio suonare) intercalato ogni due strofe.

Tra le strofe intermedie omesse nella regiistrazione vi è soprattutto la seguente:

«Bambinieddu zzuccaratu/ uecchi rizzu e ‘nnamuratu/ quannu nascisti facisti l’amori/ e ti chiamara rrubbacori/ m’ha rrubbatu lu cori mia/ bambiniedu lu sposu mia».

(Bambinello zuccherato/ occhio riccio e innamorato/ quando nascesti facesti l’amore/ e ti chiamarono rubacuori/ mi hai rubato il cuore mio/ Bambinello sposo mio) che, nei miei ricordi d’infanzia, seguiva le prime due.

E ancora: «Bambinieddu a mienzu casa/ la Matonna lu ‘zzicca e lu asa/ San Ciseppu cu li uecchi t’amori/ lu zzicca, lu asa e lu strenci allu cori».

(Il Bambinello in mezzo alla casa/ la Madonna lo prende e lo bacia/ San Giuseppe con gli occhi [pieni] d’amore/ lo prende, lo bacia e se lo stringe al cuore) posta prima dell’ultima.

Invece, l’ultima strofa presenta talvolta una variante iniziale, più consona al contenuto del canto (che, appunto, ha per protagonista il Bambino Gesù), si tratta del verso iniziale «Bambinieddu, Bambinieddu»  (Bambinello, Bambinello) messo al posto di «San Ciseppu lu vicchiarellu» (San Giuseppe vecchiarello .

Da notare l’appellativo di rubacuori, rivolto al Bambinello, che figura in altre versioni salentine: (Bambineddu  zuccaratu/ piccineddu nnamuratu/ tu si natu pe’ l’amore/ Bambineddu rrubbacore/ me rrubbasti lu me cori) e anche nel canto natalizio siciliano «Bamminieddu balla, balla” o “Bamminieddu picciriddu» (Bammineddu picciriddu/ lu me cori lu voli iddu/ iddu chianci ca lu voli/Bammineddu rubbacori).

Per quanto riguarda l’aspetto musicale, il brano ha il caratteristico tempo di 6/8, con accenti sparsi, variabili in relazione al testo. Dalla registrazione si può evincere la presenza, in aggiunta a quella principale, di una seconda voce che, sostanzialmente, esegue il canto ad un intervallo di terza sopra.

La trascrizione è la seguente:

 

Il bel canto popolare, nonostante la sua semplicità, meriterebbe di essere inserito nel ricco filone delle pastorali natalizie dell’Italia meridionale, filone mirabilmente inaugurato da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori con il celeberrimo "Quanno nascette Ninno", noto anche come "Pastorale", scritto nel dicembre 1754 secondo alcuni proprio in Puglia, quando il santo dimorava a Deliceto, nel foggiano.4

 

Auguri vivissimi.   

                                                                             

 

Note

1. Alfredo Majorano Nunziato (Taranto 22 Dicembre 1902 – Taranto 28 giugno 1984) è stato uno studioso di tradizioni popolari ed etnografo, oltre che autore teatrale. A lui è intitolato il Museo etnografico di Taranto, sito nella Città Vecchia, in Via Duomo, all’interno di  Palazzo Galeota.

2. La trascrizione musicale del canto è stata eseguita dal M°. Antonio Capogrosso, diplomto in pianoforte principale, al Conservatorio Statale di Musica “Nino Rota” di Monopoli (BA).

3. La registrazione sonora del canto, eseguita nel 1950 a Manduria (TA) da Alfredo Maiorano, é tratta dal sito Internetculturale di proprietà dell'ICCU - Istituto Centrale per il Catalogo Unico. LINK

4. Altri studiosi ritengono invece che il canto sia stato composto dal santo durante il suo soggiorno a Scala (SA).

 

 

Nell’immagine: santino-calendarietto fatto stampare dalla Chiesa Madre di Manduria – Parrocchia SS.Trinità per l’anno 1970

(Collezione privata dell’autore).