Into eternity: Onkalo, il deposito per le scorie nucleari in Finlandia

Categoria principale: Libere riflessioni
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Pubblicato Domenica, 21 Novembre 2021 16:21
Scritto da Alberto Dolara
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Lo sfruttamento pacifico dell’energia nucleare iniziato negli anni 50 dopo il terribile uso bellico e la crescente richiesta di energia, hanno portato alla costruzione di centrali nucleari in numero sempre maggiore.

Sulla Terra nel 2011 i reattori nucleari in funzione erano 435, 63 in costruzione e 154 in progettazione. Incidenti nucleari, come Chernobyl, e in particolare quello recente di Fukushima in un Paese a sviluppo tecnologico molto elevato, hanno turbato l’opinione pubblica e provocato ripensamenti.

Alcuni Paesi come Italia e Germania hanno sospeso la costruzione di nuove centrali e dismesso quelle in funzione, altri come la Cina ne prevedono la costruzione di decine. Il problema viene nuovamente riproposto per la necessità di convertire l’energia prodotta dai combustibili fossili.

A prescindere dai problemi di sicurezza delle centrali rimane irrisolto anche quello delle scorie nucleari prodotte. A questo proposito può essere interessante riportare la soluzione adottata dal governo della Finlandia.

La legge di questo Paese stabilisce che tutti i residui nucleari prodotti devono permanere nel territorio nazionale.

Nel 2000 l’isola di Olkiluoto scelta per l'immagazzinamento sotterraneo a lungo termine per il combustibile nucleare esausto.

La Finlandia non è una regione ad alto rischio sismico (si trova in mezzo alla placca euroasiatica) e non ha vulcani attivi.

 

Inoltre la roccia granitica sotto Olkiluoto è particolarmente asciutta e permette di evitare infiltrazioni d’acqua che potrebbero avere un effetto corrosivo sui contenitori delle scorie.

Il magazzino, chiamato Onkalo, che in finlandese significa “cavità, posto in cui nascondere le cose” è costruito nella sottostante roccia di granito, a 5 km dalle centrali nucleari.

Gli scavi iniziati nel 2004 prevedevano una fase iniziale che doveva terminare nel 2009 con la creazione di un tunnel di accesso al deposito in una spirale discendente fino ad una profondità di 420 metri, una seconda fase con l’arrivo del tunnel a520 metri, una terza con termine al 2017con la costruzione del deposito ed una fase finale con l’incapsulamento e il seppellimento delle zone contenente materiale nucleare.

Entro il 2024 l’intero deposito sarà sigillato, gli edifici costruiti in superficie smantellati e verrà ripristinato l’ambiente naturale preesistente con boschi e prati.

Le scorie cesseranno di essere pericolose tra100mila anni.

Nel 2009 il regista danese Michael Madsen ha girato un documentario su Onkalo che s’intitola Into Eternity.

Nel luglio 2018 è stato proiettato alla TV italiana sul canale RAISTORIA.

Il documentario mostrava come avviene la realizzazione del progetto: le immagini della caverna erano impressionanti.

Nelle interviste ai progettisti. Il problema principale sembrava tuttavia come indicare il deposito una volta sigillato, in altre parole come spiegare cosa c’è in quel sottosuolo agli umani che vivranno nel lontano futuro: quelle generazioni comprenderanno il significato della parole e dei simboli attuali?

Nella discussione riecheggiava il rovello del fratello di Ali Baba, che entrato nella caverna dei quaranta ladroni per prendere il tesoro, rievocava i nomi di tutti i vegetali, ma non “Sesamo”, la parola magica per uscirne.

Al momento attuale immagazzinare le scorie radioattive nei depositi geologici di profondità sembra offrire le migliori garanzie di sicurezza per evitare i pericoli della radioattività. Anche negli Stati Uniti era stato progettato un deposito profondo trecento metri nel territorio della Yucca Mountain, deposito che avrebbe raccolto tutte le scorie del Paese con previsioni di sicurezza di 10mila anni , ma è attualmente abbandonato per le numerose critiche ricevute; sempre negli Stati Unitivi è un altro deposito geologico profondo ,il Waste Isolation Pilot Plant, che riceve le scorie degli armamenti nucleari dal 1999, ma l’attività è ripresa solo recentemente dopo un incidente dovuto ad una fuga di elementi radioattivi dal deposito. In Europa Svezia e Francia hanno progetti di costruzione che inizieranno negli anni 2030; in Olanda la messa in esercizio di un deposito geologico profondo avverrà nel prossimo secolo; negli altri Paesi dell’Unione Europea l’uso di depositi temporanei è previsto per decenni.

Italia la difficoltà per cui non si riesce ad individuare un deposito unico per i vari depositi delle scorie disseminate sul territorio è dovuta anche alle caratteristiche geologiche del Paese.

I reattori nucleari di IV generazione (reattori nucleari a fissione), che prevedono una riduzione della produzione di scorie nucleari, pur essendo allo studio da decenni, non si sono ancora concretizzati in impianti utilizzabili diffusamente in sicurezza.

Alcuni ritengono che saranno disponibili fra alcune decine di anni (2030-2040), altri che saranno fruibili già nel 2020, il numero variabile dipende da chi li esprime se ottimista, pragmatico o sollecitato dai giganteschi interessi economici in gioco.

Da decenni vengono condotti esperimenti con reattori a fusione (basati sul principio fisico dell’unione di nuclei atomici anziché sulla loro divisione), una reazione atomica simile a quella che avviene nel nostro sole.

Le scorie prodotte saranno allora in quantità talmente ridotta da non presentare alcun problema; tuttavia le temperature che si sviluppano dalla fusione raggiungono milioni di gradi e sono controllabili in laboratorio solo con sistemi laser ad altissima potenza o con schermature elettromagnetiche, sistemi che assorbono l’energia prodotta dalla fusione nucleare.

Nell’agosto del 2021la National Ignition Facility degli Stati Uniti ha annunciato che un esperimento di fusione nucleare ha rilasciato circa il 70% dell’energia spesa per innescare il processo rispetto al 3% degli esperimenti precedenti.

Daniel Clery, giornalista scientifico e collaboratore di Physics World, New Scientiste Science dal1986, cosi commenta questo risultato: a tantalizingly close to ignition, dove ignition significa produzione di energia e tanta lizinglyè untermineche proviene da un mito greco sulla eterna frustrazione di Tantalo.

Attualmente le scorie radio attive prodotte nel mondo sono calcolate in 12mila tonnellate ogni anno e sono tenute quasi ovunque in depositi temporanei di superfici e, con costi elevati e problemi di sicurezza, sanitari e di terrorismo.

Se non vogliamo lasciarli come una non gradita eredità alle future generazioni sembrerebbe ragionevole proseguire con la sperimentazione e, in attesa di risultati concreti, non solo sospendere la costruzione di nuove centrali, ma anche dismettere progressivamente quelle attualmente funzionanti, come hanno fatto Italia e Germania, rivolgendosia fonti di energia rinnovabile.