Aste macabre e rigurgito di nazifascismo

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La storia messa all’asta ha qualcosa di macabro. Figurarsi quando l’oggetto della vendita è Adolf Hitler. Eppure accade anche questo, nel mondo in crisi di nervi e di finanze, dove l’estrema destra e l’antisemitismo raccolgono una pioggia di proseliti e di consensi e in Francia come in Grecia, in Ungheria come in Italia, si moltiplicano marce, scritte, iniziative di sigle, movimenti e partiti neofascisti o neonazisti.

Negli Stati Uniti, sono state messe all’asta e aggiudicate al miglior offerente le cartelle cliniche del sanguinario dittatore nazista, che all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale l’esercito americano chiese al suo medico personale Theodor Morell.

Si tratta in tutto di 47 pagine. Da tali documenti pare che Hitler utilizzasse la cocaina per alleviare il mal di testa da sinusite e ingerisse un mucchio di medicinali (addirittura trenta) nel tentativo di limitare la sua “incontrollabile” flatulenza.

Le cartelle cliniche comprendono anche radiografie del cranio di Hitler e disegni che raffigurano l’interno del suo naso. È emerso, inoltre, che il dittatore nazista veniva curato dal medico con estratti di stricnina, un veleno, per risolvere i problemi all’apparato digerente.

Tuttavia la cura non fece altro che portargli ulteriori dolori allo stomaco. Infine, particolare raccapricciante, Hitler si faceva iniettare estratti di testicoli di tori giovani, per ravvivare la sua libido. Secondo le stime, ognuno dei referti contenuti nelle cartelle cliniche è stato pagato almeno duemila dollari.

 

 

Mario Avagliano

 

 

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