Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Popper e gli errori dell’olismo

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L’olismo è la dottrina secondo cui sarebbe possibile cogliere intellettualmente la totalità di un oggetto, di un evento, di un gruppo o di una società, e trasformare conseguentemente dal punto di vista pratico e politico tali totalità. Sul versante politico, dunque, l’olismo è un’indispensabile base teorica dell’utopismo e del totalitarismo.

Dal punto di vista popperiano è ovvio che esiste una stretta alleanza tra storicismo ed olismo, in quanto lo storicismo si occupa dello sviluppo della società considerata come “un tutto unico”, e non dello sviluppo di particolari aspetti di essa. Gli storicisti, in altri termini, non si rendono conto - e questo è pure l’errore fondamentale dell’utopismo - che un tutto unico non può mai essere oggetto di analisi scientifica.

Popper aggiunge che vi è un’ambiguità basilare nell’uso del sostantivo “intero” nella letteratura recente. La parola viene adoperata per denotare (1) la totalità degli attributi o aspetti di qualcosa, e specialmente i rapporti esistenti fra le sue parti, e (2) una scelta di certi suoi attributi o aspetti, e cioè quelli che gli danno l’apparenza di una struttura organizzata. Gli interi nel senso (2) sono oggetto di studi scientifici, specialmente nella scuola psicologica della Gestalt.

Infatti nulla ci impedisce di studiare aspetti come le regolarità strutturali (come la simmetria) che si possono trovare talora, per esempio, negli organismi, nei campi elettrici o nelle macchine. Di tutto ciò che possiede una struttura di questo genere si può dire, secondo la teoria della Gestalt, che è qualcosa di più della semplice somma delle sue parti.

 

Qualsiasi esempio della teoria della Gestalt può tuttavia servire a dimostrare che gli interi nel senso (2) sono molto diversi dagli interi nel senso (1). Se, al pari dei teorici della Gestalt, consideriamo che una melodia sia qualcosa di più della semplice serie dei singoli suoni musicali che la compongono, allora è uno degli aspetti di questa serie di suoni che scegliamo per la nostra considerazione.

È un aspetto che può essere chiaramente distinto dagli altri, quali il tono assoluto del primo di questi suoni, o la media della loro forza assoluta. Essendo quindi basato su una selezione, lo studio di una Gestalt, e perciò di qualsiasi intero nel senso (2), è nettamente distinto dallo studio di una totalità, cioè di un intero nel senso (1).

Di conseguenza, che delle totalità intese nel senso (2) possano essere studiate scientificamente non costituisce un fatto che può essere usato come giustificazione della tesi, completamente differente, secondo cui potrebbero studiarsi scientificamente le totalità nel senso (1).

Karl Popper“Quest’ultima tesi”, scrive Popper, “dev’essere scartata. Se desideriamo studiare qualcosa, siamo costretti a sceglierne certi aspetti. Non ci è possibile osservare o descrivere un pezzo intero del mondo, o un pezzo intero della natura, anzi, nemmeno il minimo pezzo intero, poiché la descrizione è sempre necessariamente selettiva. Si può perfino dire che gli interi nel senso (1) non potranno mai essere oggetto di una qualsiasi attività, scientifica o meno. Se prendiamo un organismo e lo trasportiamo in un altro posto, allora lo trattiamo nel suo aspetto di corpo fisico, trascurando molti altri suoi aspetti. Se lo ammazzassimo, distruggeremmo alcune delle sue proprietà, ma mai tutte. In realtà, non ci è assolutamente possibile distruggere la totalità dell’organismo, né la totalità di tutti i rapporti reciproci delle sue parti, neanche fracassandolo o bruciandolo”.

Agli olisti, in sostanza, sembra essere sfuggito che gli interi, vale a dire le totalità, non possono essere, in quanto tali, né studiati scientificamente, né controllati, né ricostruiti. La trappola consiste nel fatto che gli olisti, nello studio delle totalità, pensano di battere gli stessi sentieri percorsi dalla psicologia della Gestalt.

Essi “non si accorgono che la percezione gestaltista non ha nulla a che fare con gli interi nel senso (1), che tutta la conoscenza, sia intuitiva che razionale, deve essere conoscenza di aspetti astratti, e che non potremo mai afferrare la struttura ‘concreta della realtà sociale stessa’.

Avendo tralasciato questo punto, essi insistono nel dire che lo studio ‘di dettagli insignificanti’ fatto dallo specialista va completato con un metodo ‘integrante’ o ‘sintetico’ che abbia per scopo di ricostruire ‘l’intero processo’; e dichiarano che ‘la sociologia continuerà a non riconoscere la questione essenziale fin tanto che gli specialisti si rifiuteranno di vedere con sguardo d’insieme tutto quanto un problema’. Ma questo metodo olistico rimane per forza di cose allo stato di programma.

Non viene mai citato un solo esempio di una descrizione scientifica di una situazione sociale concreta e intera. E infatti una simile citazione non può esserci, poiché in ogni singolo caso sarebbe sempre facile indicare aspetti trascurati, che pure in qualche contesto avrebbero la loro importanza”.

Il problema è dato dal fatto che, partendo da tali basi, essi progettano piani per il controllo e la ricostruzione della società intera, e predicono che la potenza dello Stato dovrà necessariamente aumentare finché Stato e società saranno quasi identici. Si tratta per Popper di un’intuizione totalitaria.

“La predizione ci trasmette questa intuizione, ma, a parte questo, che cosa significa? Il termine ‘società’ comprende naturalmente tutti i rapporti sociali, inclusi quelli personali: il rapporto di una madre con il suo bambino, parimenti al rapporto con l’una o con l’altro di un assistente sociale. Per svariati motivi è impossibile controllare tutti, o ‘quasi’ tutti, questi rapporti; se non altro perché ogni volta che controlliamo dei rapporti sociali, ne creiamo degli altri in quantità che a loro volta vanno controllati.

Si tratta, cioè, di una impossibilità logica. (Il tentativo conduce a una regressione infinita; la posizione è simile nel caso si tenti di studiare la società intera). Eppure non può esservi dubbio alcuno che gli utopisti nei loro piani tentano precisamente di realizzare questa impossibilità, poiché ci assicurano che ‘sarà possibile’, fra l’altro, anche ‘plasmare le corrispondenze e relazioni degli individui un modo più realistico’

Naturalmente, nessuno mette in dubbio che gli interi nel senso (2) possono essere plasmati o controllati o anche creati, contrariamente agli interi nel senso (1); per esempio, possiamo creare una melodia. Ma ciò non ha nulla a che vedere con sogni utopistici di un controllo totale”.

Vi è però un ulteriore argomento da esaminare. Storici di orientamento olistico sostengono spesso che il metodo storico è quello adeguato per trattare gli interi come totalità. Ma anche qui - afferma Popper - ci troviamo di fronte a un malinteso, che nasce dalla combinazione dell’opinione che la storia si occupi di personalità ed eventi individuali e concreti, piuttosto che di leggi generali, con l’idea errata secondo la quale gli individui concreti di cui si occupa la storia possono identificarsi con interi concreti, intesi questi nel senso (1).

“Quella storica, come ogni altra descrizione, può solamente occuparsi di aspetti selezionati del soggetto di cui s’interessa. E’ sbagliato credere che vi possa essere una storia in senso olistico, una storia degli ‘stati della società’ che rappresenti ‘l’intero organismo sociale’, ovvero ‘tutti gli eventi sociali e storici di un’epoca’.

Tale idea deriva da una visione intuitiva della storia dell’umanità come di un vasto fiume fatto di tante correnti che però tutte scorrono nel senso dello sviluppo.

Ma una simile storia non può essere scritta. Ogni storia scritta è la storia di un certo strettissimo aspetto di questo sviluppo ‘totale’, ed è inoltre una storia molto incompleta perfino del particolare aspetto incompleto che è si scelto”.

Queste tendenze olistiche dell’utopismo e dello storicismo si uniscono nel dichiarare che mai come al giorno d’oggi l’umanità ha dovuto dirigere e regolare l’intera sua vita sociale, e che a questo fine sarebbe d’aiuto l’adozione del metodo storico.

“Ma quelle scienze naturali, come la geologia”, replica Popper, “che hanno adottato questo metodo, sono lungi dall’afferrare l’intero sistema della loro materia”. Ciò è logicamente impossibile, e non si capisce come un’impossibilità logica possa venir realizzata. Tutto questo, invece, ci fa capire che non esiste analogia alcuna tra la fisica e la storia olistica.

 

 

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