Polemica repubblicana

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Categoria: Storia del Risorgimento
Creato Domenica, 22 Novembre 2020 14:46
Ultima modifica il Domenica, 22 Novembre 2020 14:46
Pubblicato Domenica, 22 Novembre 2020 14:46
Scritto da Francesco Lembo
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Sulla rivista barese Humanitas nell'agosto 1913 fu pubblicato un articolo di Ricciotti Garibaldi dal titolo Polemica Repubblicana.

Da sempre repubblicano, Ricciotti, in parziale disaccordo con le tesi di Terenzio Grandi, polemizzò sul poco incisivo e determinante contributo offerto dai repubblicani (e quindi dai Mazziniani) alla causa del Risorgimento Italiano dopo il 1848.

«Quante volte si sono trovati i repubblicani in aperto conflitto con la Monarchia?»

L'accusa che Garibaldi muoveva ai repubblicani fu quella di aver ridotto il loro ruolo nell'Unità d'Italia a quello di «imbrattare carte» e di non aver prodotto alcuna significativa eroica azione a contrastare l'affermazione del movimento monarchico e filo sabaudo.

Anche sul piano del riformismo l'azione repubblicana si era mostrata blanda, rispetto alle innovative idee marxiane e socialiste che dal 1865 irruppero in Europa ed alle quali timidamente si interessò,  tradendo i giovanili ideali mazziniani,  lo stesso Giuseppe Garibaldi. .

Amara fu la conclusione di Ricciotti: di fronte all'inerzia dei «Repubblicani di S.M.il Re» l'ideale repubblicano era perseguito dall'attuale Presidente del Consiglio, Giovanni Giolitti, che repubblicano non era.

Giolitti, l'anno prima dell'articolo,  nel 1912, modificando la legge elettorale del 1891, aveva allargato  il suffragio a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto 30 anni o che, pur minori di 30 ann, ma maggiori di 21, avessero un reddito di almeno 19,80 lire, o la licenza elementare, oppure avessero prestato il servizio militare.

 

In tal modo il corpo elettorale passò dal 7% al 23,2% della popolazione.

Pubblichiamo il ritratto fotografico originale di Ricciotti Garibaldi giovane; frontespizio e copia della rivista Humanitas del 1913; originale autografo dell'articolo pubblicato.