Le origini del Partito d’Azione a Napoli (1942-1947)

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«A Napoli il Partito nasceva da una tipica situazione policentrica: alla presenza vistosamente egemone di Benedetto Croce e a quella appartata e schiva di Guido Dorso, entrambi riferimenti puramente teorici e ideali, corrispondeva quella attivissima, dal punto di vista organizzativo, del “Centro meridionale”fondato da Pasquale Schiano fin dal 1935.

Questo gruppo, all’inizio un tipico comitato antifascista che comprendeva anche liberali come Arangio Ruiz e futuri democristiani come F.Selvaggi, aveva funzioni di direzione e di coordinamento anche sui nuclei di Piazza Augusto (Rocco d’Ambra e Gennaro Amendola) e di Piazza Dante (Attilio Improta, Crescenzo e Vincenzo Guarino, Vincenzo Landi, Salvatore Rollo e un gruppo di medici e di infermieri che lavorava al Policlinico).

Netta era la sua derivazione dal filone combattentistico, mentre in alcune province (Salerno) aveva ereditato molti elementi del partito amendoliano.

Nuclei azionisti erano pure segnalati ad Avellino, naturalmente intorno a Dorso con V. Galasso e A.Amatucco e a Caserta Saverio Merola.

 

Anche qui erano stati allacciati collegamenti con gli ambienti militari e i contatti tra il generale Pavone e il “Centro meridionale” risalivano alla seconda metà del 1942.1

Pasquale Schiano (Bacoli, Napoli, 1905 - 1987) era avvocato.

Da giovane fu vicino alle posizioni di Giovanni Amendola, alle quali collaboró. In frontale opposizione antifascista fece parte del gruppo di ‘Italia Libera',  creó il Centro clandestino di informazione e di assistenza antifascista presso il suo studio di Via Mezzocannone accanto all’Università di Napoli, collegandosi man mano poi con ‘Giustizia e Libertà’ e col movimento liberalsocialista, in dialogo e in ricerca di ogni posizione antifascista.

Pur di posizioni di sinistra nel nascente Partito d’Azione ne coglieva la novità di essere luogo e spazio di dialogo fecondo e di rispetto di tutte le sue varie anime (e questa era e rimane la sua originalità storica e pedagogica per il presente ed il futuro) e quindi fece del suo Centro una forza singolare di irradiazione intellettuale e organizzativa.

Fu in primo piano nella Resistenza nel napoletano  contro nazisti e fascisti e fece vivere il Partito d’Azione organizzativamente come Partito di lotta e di governo a Napoli e nelle province dopo le memorabili “Quattro Giornate di Napoli” del 27-30 settembre 1943, con le quali la cara città partenopea costrinse alla fuga i nazifascisti verso il Lazio, che si attestarono per altri mesi lungo la linea del Garigliano, mentre ritornava e si rianimava una prima vita liberale e democratica nel Sud, di cui il Partito d’Azione fu una delle forze più importanti e decisive.

Esso ebbe man mano nelle sue file personalità prestigiose come Adolfo Omodeo (che divenne il primo rettore della nuova Università libera di Napoli), le figlie di Benedetto Croce, Guido De Ruggiero, Francesco De Martino, Filippo Caracciolo e l’avvocato Gennaro Fermariello, che fu il secondo ‘sindaco’ (finalmente abolito il ‘podestà fascista’), espressione dell’Antifascismo tutto, ma del Partito d’Azione in particolare, dall’8 gennaio 1945 al 5 settembre 1946, quindi per ben 20 mesi, al quale si deve la prima fondamentale rinascita di Napoli devastata da bombardamenti e colma di rovine, alle quali l’aveva ridotta  la tragica e sciagurata dittatura fascista (e questa fondamentale memoria azionista è rimossa completamente dalla memoria collettiva nella città poi dominata dai democristiani, dai qualunquisti laurini, dai comunisti e loro eredi tutti fino ad oggi).

Schiano è stato la figura fondamentale dell’azionismo napoletano e campano, uno dei più importanti del Sud, fino al suo formale scioglimento nel 1947, che egli non accettó, come altri, continuando a mantenerne la memoria sempre, anche quando si impegnó in altre formazioni come il PSDI e il PSI, e quando fu deputato (era stato come azionista membro della Consulta e sottosegretario).

Sempre ne mantenne la memoria e fu promotore nel 1964 della nascita dell’Istituto Storico della Resistenza in Campania, al quale destinó le sue importanti carte.

Un uomo nobile e alto tra i mille e mille noti e meno noti del Partito d’Azione, che non fu solo Partito di grandi e nobili intellettuali, ma anche Partito di popolo, di combattimento, quando fu necessario nella Resistenza, di governo (dalla presidenza del Consiglio con Parri ad essere sindaco di Napoli con Fermariello o vicesindaco di Torino con Ada Gobetti) quando fu doveroso e di opposizione, quando era democraticamente giusto.

 

 

1. G. De Luna, Storia del Partito d’Azione, UTET, Torino, 2006, p. 44.

 

 

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