Il Combattentismo di Assisi
Nella sua indipendenza dai partiti ebbe presenze sia fasciste, ma anche antifasciste, che diventarono sempre più egemoni, specialmente dopo l’assassinio Matteotti e che trovarono posizioni ufficiali nel Convegno di Assisi del 1924, che provocarono poi l’intervento di Mussolini che la commisarió, riducendola a innocua associazione assistenziale. I gruppi di questo combattentismo antifascista e di sinistra fu costituito dai gruppi autonomisti (che si espressero con la nascita di diversi partiti d’azione regionali, tra cui quelli sardo, calabrese, molisano, che ebbero anche deputati in Parlamento), legati a personalità come Bellieni, Salvemini e alla rivista ‘Volontà’, dai gruppi di ‘Italia Libera’, associazione nata a Roma nell’estate del 1923, di orientamento repubblicano, da quelli di orientamento amendoliano.
Da quel mondo combattentistico antifascista vennero fuori figure che furono fondamentali per la nascita e lo sviluppo del movimento di Giustizia e Libertà nel 1929, sia del Partito d’Azione nel 1942, sia della Resistenza, come quelle di Parri, Salvemini, Lussu, Calamandrei, Comandini, Fancello. Essi avevano vissuto la Prima Guerra Mondiale come quarta ed ultima guerra di indipendenza, conclusione del Risorgimento dell’Unità e della Libertà della Patria, sentirono e avversarono il fascismo illiberale e totalitario con la complicità grave della dinastia sabauda come assassino del Risorgimento e della sua anima storica, al di là degli ossequi formali e retorici, ripresero in modo particolare la tradizione democratica e repubblicana del Risorgimento e vissero la Resistenza come la ripresa e il restauro del vero Risorgimento dell’Unità e della Libertà, cioè Secondo Risorgimento.
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