In memoria di Paolo Parrini
Allievo di Giulio Preti, al quale tributava sempre grande riconoscenza per la formazione ricevuta, Parrini era uno dei maggiori esperti internazionali del neopositivismo logico, argomento su cui vertono molti dei suoi saggi. Tuttavia, seguendo l’esempio del suo maestro Preti, si occupò molto anche del pensiero di Edmund Husserl e di Immanuel Kant. Notevoli i suoi libri Una filosofia senza dogmi. Materiali per un bilancio dell’empirismo contemporaneo (Il Mulino, Bologna 1980), e Filosofia e scienza nell’Italia del Novecento (Guerini, Milano 2004), oltre a molti altri saggi. Pur essendo inquadrato nel settore affine di Filosofia Teoretica, Parrini si è sempre occupato della Filosofia della scienza, esplorata tanto nella dimensione storica quanto in quella teorica. Era convinto che l’empirismo logico, pur con tutti i suoi limiti, avesse ancora contributi preziosi da offrire al pensiero contemporaneo.
Entrambi siamo stati Visiting Fellows nel celebre Center for Philosophy of Science dell’Università di Pittsburgh (USA), e abbiamo organizzato congiuntamente convegni e seminari nelle Università di Firenze e di Genova. Il sottoscritto ha inoltre contribuito al volume celebrativo uscito in occasione del suo pensionamento. Ci univa non solo la stima professionale reciproca, ma anche una grande amicizia personale. Toscanaccio autentico, e in quanto tale spiritoso e mordace, conosceva la mia passione per la cucina toscana. Quando andavo a Firenze mi faceva conoscere ristoranti e trattorie tipici, e pranzi e cene erano sempre occasioni non solo di gustare il cibo, ma anche di discussioni a non finire sull’attuale stato della filosofia italiana. Parrini era un convinto empirista, ma coglieva sempre il momento per rammentare quanto preziose siano le idee di Husserl e di Kant, che al vero empirismo non possono essere assimilati. Ha fatto un grande lavoro di sistemazione degli Archivi del neopositivismo conservati all’Università di Pittsburgh, riportando alla luce lettere e documenti di molti degli esponenti più famosi di questa tradizione di pensiero: Hans Reichenbach, Carl Gustav Hempel, Moritz Schlick e Rudolf Carnap tra gli altri. Mi mancherà molto la sua conversazione vivace e spiritosa – assai toscana – e la capacità che aveva di comprendere punti di vista diversi dal suo. La scomparsa sua e di Giulio Giorello privano indubbiamente la Filosofia della scienza italiana di due figure di assoluto rilievo.
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