L’alba del Socialismo in Terra di Lavoro

Categoria principale: Storia
Categoria: Storia Contemporanea
Creato Giovedì, 18 Giugno 2020 21:12
Ultima modifica il Venerdì, 19 Giugno 2020 14:32
Pubblicato Giovedì, 18 Giugno 2020 21:12
Scritto da Angelo Martino
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Il Partito Socialista italiano era nato durante il Congresso di Reggio Emilia nel 1895.

In Terra di Lavoro iniziò il suo percorso storico nel 1900.

Negli anni precedenti sul giornale locale La Libertà fondato nel 1890, Domenico Santoro di Marcianise scriveva di arresti e sospensione di studenti del regio liceo gennaio di Santa Maria Capua Vetere il 19 dicembre 1899, in occasione della “Festa degli Alberi” per ripetute frasi inneggianti al Socialismo.

Gli studenti avevano contatti con quelli di Napoli, dove il Socialismo aveva già un suo percorso avviato. Infatti alle elezioni del maggio 1900 nel collegio elettorale della Vicaria, aveva vinto con 1276 voti il deputato Ettore Ciccotti, che fu proposto candidato di Terra di Lavoro anche  nelle elezioni provinciali del 15 luglio 1900.

L’intento era di dare un impulso al movimento socialista del territorio, attualmente provincia di Caserta, assicurando una prima presenza. Nel collegio elettorale di Pignataro Maggiore il candidato ottenne circa 200 voti, meno negli altri collegi di Caserta, Piedimonte d’Alife e Santa Maria Capua Vetere.

In relazione al percorso iniziale, si evidenzia, pertanto, un cammino graduale pur con episodici scioperi degli operai delle Cartiere Meridionali di Isola Liri nel 1901, quelli di una piccola fabbrica di scarpe di S. Maria Capua Vetere e delle Cartiere Courier di Isola Liri nel 1902.

Un momento importante fu il passaggio nel movimento socialista di forze giovanili, che facevano riferimento a Domenico Santoro e Bernardo Nardone.  e che costituirono il punto di riferimento per le prime organizzazioni socialiste in Terra di Lavoro.

Nel breve periodo offrirono un contributo notevole Leopoldo Ranucci di Sparanise, l’avvocato sammaritano Antonio Indaco, Saverio Merola di Marcianise ma operante a S.Nicola la Strada e a Caserta, e alcuni  consiglieri comunali  di Piedimonte Matese. 

Terra di Lavoro fu presente al 1° Congresso regionale socialista campano-sannita (che si svolse a Napoli il 14 gennaio 1900 sotto la presidenza di Andrea Costa) con due sezioni costituite (Santa Maria Capua Vetere e Capua) e due gruppi (Aversa e Sparanise).

Quindi Santa Maria Capua Vetere, Capua, Aversa e Sparanise furono le avanguardie del movimento socialista, organizzato in partito, in Terra di Lavoro.

Il movimento ebbe, agli inizi del Novecento, due centri fondamentali: quello di Santa Maria Capua Vetere, il cui esponente di maggiore spicco fu Antonio Indaco, e quello di Sparanise con Leopoldo Ranucci, quest’ultimo collegato a Napoli dove operava Enrico Leone di Pietramelara.

Il primo numero del settimanale socialista di Terra di Lavoro fu La Luce, la cui pubblicazione iniziò nel gennaio 1901. Esso rappresentò il punto di riferimento di tutti  i gruppi socialisti che stavano nascendo localmente.

Nel maggio del 1901 la Federazione Socialista di Terra di Lavoro diede l’incarico alla redazione de La Luce di aggregare le varie persone iscritte della provincia ed organizzare una Federazione composta da sezioni regolarmente costituite.

Di ciò se ne occuparono, in particolare, Cardone, Ferrara e Ranucci. La notizia fu riportata anche dal giornale socialista napoletano La Propaganda nel numero del 23 maggio 1901.

Fu, dunque, l’avvocato Leopoldo Ranucci di Sparanise ad organizzare, nei primi anni del Novecento, la Federazione socialista di Terra di Lavoro, distinguendosi tra i primi redattori del settimanale La Luce nel 1901.

Inoltre, fu il Ranucci ad inaugurare la prima Camera del Lavoro a Santa Maria Capua Vetere agli inizi del 1902.

Dal 1908 al 1912 si realizzò un vario dispiegarsi delle forze socialiste in Terra di Lavoro. Nel casertano prevalsero i movimenti sindacalisti, che sarebbero confluiti nel Partito Socialista Italiano nel 1912. 

In relazione alla quantità di iscritti, più attive si mostrarono anche in quegli anni di inizio Novecento le Camera del Lavoro di Aversa, di Caserta, di Santa Maria Capua Vetere. Seguivano le Leghe di contadini di Santa Maria La Fossa, di Grazzanise, dei fornai di Capua, dei muratori di San Cosmo, dei minatori di Piedimonte Matese per un totale di una trentina di Leghe socialiste.

Al congresso provinciale parteciparono le consolidate sezioni socialiste di Caserta, Santa Maria Capua Vetere, di Aversa, Minturno, Santa Andrea, Valle Fredda, S. Apollinare, SS. Cosma e Damiano, Arce, Arpino, Isola Liri, Sora, Castelforte e le Camere del Lavoro di Caserta, Santa Apollinare e Piedimonte Matese.

Il 1912 segnò l’inizio di una battaglia all’interno delle variegate anime del Partito Socialista Italiano di Terra di Lavoro che proseguì negli anni successivi fino al grande scontro tra interventisti e neutralisti del 1914.

Dopo la fine della prima guerra mondiale,  il Partito Socialista Italiano di Terra di Lavoro, forte dei suoi 1306 iscritti e con 39 sezioni, divenne l’organizzazione socialista più forte della Campania, ma si avvicinava  la scissione di Livorno dei burrascosi giorni del gennaio 1921.

 

Bibliografia:

C. Cimmino, Democrazia e socialismo in Terra di Lavoro nell’età liberale, Athena Mediterranea Edizioni,  Napoli, 1974.

G. Capobianco, Sulle ali della democrazia, Edizioni Spartaco, Caserta, 2004.