Le sette opere di misericordia
Lui non ha certo bisogno di presentazoni, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, lo stesso vale per questo suo capolavoro, Le sette opere di Misericordia, consegnato il 9 gennaio 1607 ai suoi committenti, ovvero l'antica istituzione benefica della congregazione del Pio Monte della Misericordia, in via dei Tribunali. Dopo quattrocento anni il Pio Monte, in collaborazione con il museo Madre, l'Accademia di Belle Arti del circolo artistico Politecnico, pensano ad una mostra che mette insieme sette artisti contemporanei di respiro internazionale, chiedendo loro di confrontarsi con lo stesso tema che fu affidato al Caravaggio e che hanno interpretato in maniera trasversale, dalla pittura all'installazione e dalla fotografia alla musica. Le opere restereanno a fare da cornice al capolavoro fra Battistello Caracciolo, Luca Giordano, Fabrizio Santafede e Giovanni Bernardino per andare a far parte poi ufficialmente della quadreria accanto a maestri come De Mura, Ribera, Vaccaro e Stanzione. Nel progetto anche due borse di studio per studenti del conservatorio San Pietro a Maiella e dell' Accademia di Belle Arti. Incorniciato fra due Fracanzano, abbiamo chiesto al sovraintendente del Pio Monte della Misericordia, Giampaolo Leonetti, il significato del progetto. "Rappresenta un filo che non si è mai spezzato con le origini del Pio Monte, perchè alle sue origini c'è un quadro di un artista contemporaneo, Michelangelo da Caravaggio, che quattro anni dopo la fondazione dell'associazione, fu chiamato a dipingere il quadro per l'altare maggiore. Nell'allargamento della quadreria abbiamo immaginato di riprendere il percorso della saldatura tra il bene che il Pio Monte fa ed il bello, ma il bello contemporaneo, non solo più il bello come il ricordo di memoria storica, ma anche il bello come espressione attuale, e quindi avere una sezione contemporanea della quadreria del Pio Monte della Misericordia". |
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