L'Italia c'è
L’Italia c’è, gli italiani pure. Alcuni si sono affollati sui treni, ma la stragrande maggioranza non lo ha fatto: è restata a casa e ha rispettato le regole. Forse qualche ente locale è in confusione, ma i comuni, i sindaci e i presidenti si sono mobilitati: mettono in sicurezza le loro comunità. Non manca qualche sciacallo telematico, ma la solidarietà è generale, dalla Ferragni ad Armani, fino a coloro che aiutano anziani su facebook: anche whatsapp è diventato strumento di aiuto, conforto, intervento. Non sono mancati gli errori, ma gli attori politici collaborano. Il mondo della sanità e le forze di sicurezza non hanno mostrato mai un cedimento. Il blocco della formazione è stato bloccato, ma le scuole e le università hanno risposto: tutti gli istituti, senza eccezione stanno organizzano servizi alternativi per studenti e docenti. Certo, si farà un bilancio e si ricostruirà l’accaduto nel nostro paese. Né sappiamo se capiremo davvero cosa è successo in Cina. Non si sa quando e come finirà questa incredibile epidemia. Solo possiamo utilizzare questa terribile occasione per capire e valorizzare un paese forte, solidale, professionale, con meno rabbia e più dialogo. Forse l’Italia sarà capace di liberarsi dei risentimenti verso il merito, dell’anti-politica ad ogni costo, dell’invidia verso la scienza, dell’insofferenza verso le istituzioni. E' forse utile non usare la rete solo per puntare il dito contro qualcuno, a turno... L’Italia, una grande democrazia, industriale e liberale, può ritrovare fiducia in sé stessa, nelle sue migliori tradizioni politiche e sociali, nelle persone che hanno saputo interpretarle, nell’orgoglio di appartenere al mondo libero e al suo futuro.
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