Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Shoah e Foibe. Un accostamento incomparabile

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Precise, doverose e condivisibili sono le parole del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla tragedia degli Italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi e di tutti i totalitarismi.

Ma sono ugualmente doverose delle riflessioni in relazione ad equivoche e inaccettabili  iniziative comunali e scolastiche, tese a mettere vicine e sullo stesso piano Shoah e Foibe.

Abbinare due esperienze diverse e incomparabili per cause storiche, per entità, e durata, come la Shoah (lo sterminio lucido, freddo, disumano, di solo odio ideologico e razziale, di ‘milioni’ di esseri umani innocenti, bimbi, vecchi, donne) e le Foibe (limitatissime nel numero e dentro contrasti civili e politici di oppressioni fasciste prime e di reazione comunista dopo) non è giusto ed umano ed è stato fatto per motivi politico-ideologici, che offendono Verità e Umanità.

È stata una tipica battaglia di fascisti/postfascisti e clericali loro alleati di volerle mettere temporalmente vicine Shoah e Foibe (‘giornata della memoria’ e “giornata del ricordo”, che tendono ad essere la stessa cosa) per attenuare l’orrore e l’angoscia estremi della Shoah, che resta unica e graniticamente imputata al nazismo con responsabilità anche del fascismo italiano, suo tragico e responsabile alleato nella legislazione razzista ed antisemita e nelle azioni, e dell’antisemitismo millenario che ha visto il cristianesimo clericale, cattolico, ortodosso, luterano, in primo piano.

Con questo non si contesta che si debbano ricordare anche le vittime delle foibe che personalmente ho fatto, avendo lavorato a Trieste, là sui monti vicini.

Ma doveva essere scelta una data diversa e lontana, non così equivocamente vicina a quella per la Shoah, fatto proprio per poterle volpinamente e demoniacamente avvicinare.

Chi si rende complice di questo legame credo che voglia mettere sullo stesso piano quello che la verità e l’umanità non permettono.

Tutto è strumentale e politico e ideologico di basso, disumano livello, che offende le stesse Vittime.

Esso è un modo per dire agli avversari politici (di misera e strumentale lotta si parla, ripeto): sì, è vero che ci sono state colpe di nazisti e loro alleati fascisti e clericali, come la Shoah, ma vi sono state anche quelle comuniste, come le Foibe, e quindi siamo sullo stesso piano.

Questo, ripeto, per me non appartiene alla Verità  e all’Umanità.

È la stessa operazione che stanno facendo i neoborbonici con i loro briganti disumani assassini equiparati con i difensori dell’Unità, della Libertà, della modernità dell’Italia, come i Soldati Italiani (offesi e sfregiati strumentalmente con falsità clamorose come ‘piemontesi conquistatori’, mai storicamente esistiti nemmeno dal punto di vista letterale, trattandosi dell’Esercito Italiano nato nel 1861 con la nascita dell’Italia una e libera), e della Guardia Nazionale locale, messi sullo stesso piano di dignità ideale e storica.

Come se fossero equivalenti le posizioni assolutiste, antitaliane e filoaustriache, con le idealità risorgimentali di unità, di indipendenza dallo straniero, laiche, liberali, costituzionali, di dignità, di diritti civili e politici, di avanzamento moderno, che sono la base dell’Italia di oggi, che dà da mangiare generosa a quegli stessi che sputano da vili e furbastri nel piatto dove mangiano.

Tutto dimostra un disumano, inaccettabile tentativo di sottrarsi alle proprie responsabilità, di guardarsi in faccia nelle proprie colpe, e anche qui di recuperare un minimo di umana dignità.

Gli assassini prepotenti vogliono passare per vittime e vogliono rivendicare a continuare a farlo in altro modo nella loro oscura e demoniaca volontà di potenza, di comando e di ricchezza.

Tutto questo offende verità e umanità.

Sono tentativi di equiparazioni che zone minoritarie, marginali e incolte del paese stanno portando avanti e che saranno imputate come colpa morale e civile da altri più nobilmente rispettosi di verità e umanità e da generazioni future che sapranno essere giudici severi.

 

 

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