Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Geopolitica e confronto mondiale

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Le leggi del movimento storico dell’Ascesa e del Declino delle Superpotenze, regolate dal processo capitalistico mondiale, sembrano condurre quasi inevitabilmente a uno scontro definitivo e globale tra il Dragone cinese e la Balena americana.

Ma nell’evoluzione in corso delle dinamiche delle relazioni internazionali bisogna considerare non solo la complessità e la multilateralità degli attuali processi storici, ma anche l’eventualità e la volatilità di possibili alternative all’apparente univocità di una soluzione finale dagli esiti cruenti e definitivi.

Piaccia o non piaccia, come insegna lo stesso Tucidide, la Storia, o meglio la Geopolitica della Storia, può riservare sempre alternative rispetto a percorsi storici e politici che sembrano scontati e definitivi.

La conoscenza della Storia cinese è uno di quei fattori geopolitici e strategici che possono oscurare o illuminare la comprensione delle  complesse dinamiche interne alla Cina, ma anche suscettibili di interazioni col Villaggio globale, sottoponendolo ad eventuali inaspettati stravolgimenti.

 

La Cina di oggi, malgrado la vulgata mediatica globale la dipinga con tinte sgargianti e malgrado la propaganda roboante e edulcorante della dittatura del partito unico, non è al suo interno un monolito  compatto e gaudente.

Il turbocapitalismo cinese ha privilegiato lo sviluppo economico delle province costiere lasciando indietro l’interno. La Cina rurale è ancora immensa e non sempre brillante e avanguardistica.

L’ecoambiente cinese, per l’eccessivo e indiscriminato sfruttamento delle terre agricole, dovuto a una popolazione contadina in storica  miseria endemica per abuso feudale e per eccesso demografico, e per la enorme naturale presenza di zone aride, insieme ad un inquinamento non  solo   atmosferico, rende lo sviluppo economico cinese sempre più difficile.

L’attuale difficoltà d’accesso alle tecnologie occidentali più avanzate evidenzia carenze e scompensi strutturali nell’industria.

La forma di governo autoritaria cinese inoltre comincia a rivelarsi come una pesante e travolgente palla al piede per l’evoluzione sociale e politica dei suoi cittadini che già adesso, ma soprattutto in un prossimo imminente futuro, manifestano latentemente sintomi di disagio sociale e di scontento politico aggravati comunque dai riflessi, per quanto indiretti, della crisi economica e dalle prime avvisaglie della guerra commerciale con gli Americani.

A tutto ciò si aggiunga che gli altri attori della scena globale, nonché concorrenti e potenziali vittime di un primato strategico globale cinese in Asia, Giapponesi, Indiani e Australiani, in sintonia con gli interessi americani, già da qualche tempo hanno cominciato a progettare, organizzare e realizzare  una Via indo-pacifica alternativa alla Via della Seta cinese.

Insomma, la partita geopolitica globale è ancora in corso e tutta prepotentemente da giocare.

 

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