La luce di Napoli che conquistò il mondo: la scuola di Posillipo
Ha portato la pittura alla sperimentazione del plein air, cioè pittura dal vero, esclusivamente dal vero torale e quindi un nuovo sentimento della natura, una nuova interpretazione dei luoghi visti e sentiti, la scoperta della luce soprattutto da parte degli stranieri del nord Europa, e quindi si creano i presupposti per una pittura nuova, una pittura riformata che supera il vedutismo europeo tardo settecentesco, supera anche le linee generali del Grand Tour, e sarebbe arrivata poi alla riforma del vero totale, cioè il realismo. » [Isabella Valente, curatrice della mostra] Nella Cappella Palatina del Maschio Angioino, il 26 luglio 2019 è stata inaugurata la mostra dedicata alla Scuola di Posillipo, quel fortunato episodio di cultura paesaggistica che ad inizio Ottocento accompagnava il Grand Tour e gli scambi fecondi con l’arte internazionale. Settantacinque opere da raccolte private immergono lo spettatore in un viaggio nella natura e nell’atmosfera di Napoli e della Campania; da Pitloo a Gigante a Scedrin, Vervloet e Dahl, tutti conquistati dalla bellezza del clima, dai paesaggi stupendi e dalla forza della luce intorno al golfo.
Per la quarantesima edizione di Estate a Napoli organizzata dal Comune, la mostra rimarrà aperta e ad ingresso gratuito fino al primo ottobre. «Credo che sia davvero una cosa di estrema importanza. E’ una mostra che credo risponda a un grande desiderio di tutti i cittadini di Napoli. Una mostra di questa completezza, di questa bellezza, di un aspetto così internazionale della vita artistica di Napoli mancava, credo ormai da circa un secolo, dal ’45, dall’immediato dopoguerra. Rilancia ancora una volta il grande ruolo che Napoli ha avuto in tutte le estetiche dell’Ottocento, del Novecento, delle avanguardie artistiche che qui hanno avuto le prime fasi nell’esplorazione di nuovi linguaggi. Per noi è anche un po’ una risposta di orgoglio perché spesso si tende ad oscurare questo ruolo di Napoli. Con la luce di Napoli noi siamo anche in grado di contrastare ogni aspetto di racconto di Napoli fondato su stereotipi, pregiudizi, sottovalutazioni. Dal punto di vista culturale questa era e resta una capitale universale della Cultura.» [Nino Daniele, Assessore alla Cultura Comune di Napoli)
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