La democrazia, i suoi limiti, i doveri dello Stato liberale

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La democrazia ha il limite strutturale, che è fondata sulla legge del numero: governano non i migliori, ma quelli che hanno più voti, che possono essere anche incompetenti, incolti, corrotti o ladri.

Non si è trovato ancora dall’antichità greca, che per prima sperimentó la democrazia, un rimedio efficace e radicale ai limiti di questo ordinamento, che è sempre comunque superiore ad altre forme di stato (assolutiste, clericali, dittatoriali).

Per rimediare temporaneamente  ai limiti della legge del numero lo Stato liberal-democratico ha elaborato diversi contrappesi e vincoli.

Uno di questi  è ad esempio la potestà di sciogliere Comuni, dove l’infiltrazione e il dominio della criminalità organizzata sono oggettivamente evidenti.

 

Estendere questo potere temporaneo di surroga in situazioni di inefficienza nella gestione di determinati problemi (gestione delle periferie e di abusivismi vari, non legati a fenomeni di complicità illegale) non mi sembra (è un parere personale) offensivo dei diritti del principio democratico del numero, che va sempre conciliato coi principi del buongoverno, base di una ordinata convivenza e di una vita civile e sociale non esposta all’arroganza e all’arbitrio.

 

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