L’indignazione di Pio VII per l’ecatombe napoletana del 1799

Categoria principale: Storia
Categoria: Articoli sul 1799
Creato Mercoledì, 10 Aprile 2019 09:51
Ultima modifica il Sabato, 13 Aprile 2019 15:09
Pubblicato Mercoledì, 10 Aprile 2019 09:51
Scritto da Nicola Terracciano
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Pio VIIL’ecatombe del 1799 raggiunse un livello così disumano da suscitare la condanna e la scomunica dello stesso papa Pio VII, nonostante il mondo curiale fosse ideologicamente contrapposto a quello repubblicano in modo ancora più frontale del Borbone.

Il suo predecessore, Pio VI,  con la Repubblica Romana del 1798-1799, fu costretto dai francesi ad allontanarsi dallo Stato Pontificio. Napoleone Bonaparte con 9000 soldati aveva attaccato  la Santa Sede sbaragliando le forze militari presso Faenza.

Pio VI  fu costretto a mettersi in viaggio. Dopo una breve sosta in un monastero a Siena, da dove fu allontanato in seguito ad un violento terremoto, il pontefice fu trasferito prima nella Certosa di Firenze e poi a Parma. Temendo di entrare in urto con la Francia, molti sovrani europei si resero indisponibili ad accoglierlo, finanche gli Asburgo e i Borbone, tanto da costringerlo a chiedere ospitalità ai suoi stessi nemici. Per i tanti disagi incontrati negli spostamenti e per la tarda età, il papa si ammalò. Dopo essersi insediato dapprima a Grenoble e poi a Valenza, qui morì il 29 agosto del 1799.

 

La vicenda relativa alla scomunica che il suo successore Pio VII lanciò contro i responsabili dell’ecatombe napoletana del 1799 è stata analiticamente raccontata dal canonico capuano risorgimentale Gabriele Iannelli nel suo scritto del 1891 dedicato al vescovo di Vico Equense Martire, Michele Natale, nativo di Casapulla, provincia di Terra di Lavoro, diocesi di Capua.

La sua esecuzione provocò la ferma protesta da parte della curia romana e dello stesso pontefice che non esitò a scomunicare i giudici responsabili della sentenza, i prelati dissacratori e lasciò vacante da allora la sede vescovile di Vico Equense.

La sezione LI, che si riferisce a giugno 1800-10 giugno 1802, ha questa sintesi iniziale: «Rimostranze di Papa Pio VII al regio governo per la morte data a Mons. Natale. Scomunica contro i giudici, che emanarono la sentenza. Altra contro l’Arcivescovo Gervasio ed il Vescovo Torresio, che influirono alla sua condanna. Una terza contro i vescovi dissacratori. Acerbi rimproveri dello stesso Pontefice al primo dei tre medesimi dissacratori.»

La vicenda è raccontata alle pagine 183-186 della suddetta opera di Iannelli ed è tratta da una lettera del canonico Francesco Palma di Vico Equense a Iannelli del 2 agosto 1851 e dal Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, curato da Moroni e poi Cappelletti, 1840-1878, voll. 65 e 99.

 

Fonte: Gabriele Iannelli, Cenni storici biografici di Minsignor Michele Natale, Note critiche e documenti , introduzione e a cura di Felice Provvisto,ristampa a cura del Comune di Casapulla, 1999, edizioni Oxiana, Pomigliano D’Arco, pp.191. (Scaricabile in pdf)