Il volto storico del governo borbonico nella 'Protesta del Popolo delle Due Sicilie'

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Categoria: Storia del Risorgimento
Creato Giovedì, 30 Agosto 2018 21:06
Ultima modifica il Sabato, 15 Settembre 2018 10:11
Pubblicato Giovedì, 30 Agosto 2018 21:06
Scritto da Nicola Terracciano
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La memorabile protesta, che ebbe una diffusione ed una risonanza profonde non solo a Napoli e nelle province del Regno (in forme naturalmente clandestine, non essendovi libertà di stampa, nemica mortale per i borboni e i preti), in Italia e in Europa, fu scritta dal grande intellettuale e patriota napoletano di nascita e di sentimento  Luigi Settembrini (1813-1876).

Nell'introduzione così è efficacemente descritto il 'reale' volto del governo borbonico:

«Questo governo è una immensa piramide, la cui base è fatta dagli sbirri e dai preti, la cima dal re; ogni impiegato, dall'usciere al ministro, dal soldatello al generale, dal gendarme al ministro di polizia, dal prete al confessore del re, ogni scrivannuccio è despota spietato e pazzo su quelli che gli sono soggetti, ed è vilissimo schiavo verso i suoi superiori. Onde chi non è tra gli oppressori si sente da ogni parte schiacciato dal peso della tirannìa di mille ribaldi. La pace, la libertà, le sostanze, la vita degli uomini onesti dipendono dal capriccio non dico del principe o di un ministro, ma di ogni impiegatello, di una baldracca, di una spia, di uno sbirro, di un gesuita, di un prete..

Quante scelleraggini, quante ladronerie, quante infamie si fanno in ciascun ministero ed in tutte le branche dell'amministrazione; scopriremo le nostre piaghe, narreremo i nostri dolori che sono immensi, insopportabili, indicibili. Se nel giorno terribile dell'ira si trasmoderà, nessuno ci biasimi, nessuno ci consigli moderazione e prudenza, perchè questa è cancrena, e non ci bisogna altro che il ferro».

 

Dell’Italia Unita il Mezzogiorno fu protagonista fondamentale con le altre parti del paese a livello di governo e di costruzione, potendo per la prima volta liberamente e coraggiosamente guardarsi allo specchio dei suoi gravi problemi, limiti, arretratezze, a fondo e sistematicamente. 

Questo fu possibile perchè il Mezzogiorno nella sua vita storica plurisecolare sempre assolutista e clericale, tranne le gloriose parentesi della repubblica napoletana del 1799 e del decennio 1806-1815, potè vivere dal 1861 al 1922 e poi dal 1945 in poi (dopo il tragico sprofondamento fascista, che fece tornare il borbonismo nella sostanza con la sua dittatura e il clericalismo ritornato egemone) nel clima aperto e fecondo epocale della libertà di stampa, del libero parlamento, delle libere e sempre più democratiche istituzioni, onde individuare i primi interventi tesi ad affrontare la complessa 'questione meridionale', così intricata nei suoi aspetti geografici, antropologici, sociali, economici, che non è stata ancora risolta fino al nostro tempo. 

 

La protesta del Popolo delle Due Sicilie pdf.