Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

L'illegalità ambientale

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Molte volte, nel ricevere della posta elettronica, alla fine del testo mi è capitato di scorgere la scritta Prima di stampare pensa all’ambiente.

All’inizio devo ammettere che non le ho dato peso, annoverandola tra le tante trovate pubblicitarie che ci arrivano per i più svariati canali di comunicazione. Ma poi, col tempo quelle parole si sono trasformate in un invito a riflettere, una esortazione all’acquisto di una consapevolezza finalizzata al bene della nostra terra e di tutta l’umanità.

Prima di stampare … Stampare significa innanzitutto usare la carta, un materiale naturale dalle lontane origini, basta pensare alle piante di papiro degli antichi egizi, o agli stracci di lana e cotone che nel tempo hanno rappresentato la materia prima.

Un prodotto offertoci dalla natura, e cos’altro è la natura se non il fondamento dell’esistenza nel nostro divenire biologico?

E allora il pensiero mi è corso agli alberi, all’aria, a quei piccoli animali laboriosi che popolano i boschi, agli alberi dalla chioma frondosa, ai prati verdi e rigogliosi, agli uccelli cinguettanti e ai corsi d’acqua azzurrina. Ma poi d’un tratto delle immagini desolanti hanno ricondotto i miei pensieri alla scorsa estate, annerendomi di fuliggine anche il cuore.

 

Non riuscirò mai a dimenticare il Vesuvio, il nostro vulcano buono, avvolto da fiamme assassine, quel cielo intriso di fumo, l’aria irrespirabile, centinaia di ettari del parco nazionale ridotti in cenere, migliaia di animaletti bruciati vivi.

Mi si stringe il cuore al solo ricordare.

Come può un essere umano usare tanta cattiveria nei confronti della sua terra, indifesa, fragile, innocente?

Quanta cattiveria bisogna avere nel proprio animo per trovare la forza di infliggere dei colpi così forti ad una natura a cui tutti dobbiamo la vita?

E’ un problema di indole, di cultura o di illegalità?

Quanto può fare la legge degli uomini per evitare che tutto ciò possa accadere?

Può bastare arrestare i colpevoli e processarsi per mettere, se non fine, almeno dissuadere altri dal compiere simili gesti criminali?

Non riesco a trovare delle risposte, perché ogni giorno, purtroppo, l’illegalità dilaga e pare che proprio non ci sia verso per far comprendere alla moltitudine degli esseri umani che “l’ambiente” è un qualcosa che appartiene a tutti noi, univocamente, senza differenze sociali, politiche, di razza e cultura.

L’ambiente è il nostro pianeta, che sta manifestando la sua sofferenza con il  riscaldamento globale, i cambiamenti climatici, i ghiacciai a rischio, l'innalzamento dei mari.

La politica dei governi, le scelte delle aziende, e l’opera di ciascun singolo dovrebbe essere mirata al risanamento della nostra terra e di tutti quegli elementi senza i quali non è più possibile vivere: l’aria, l’acqua, la flora e la fauna.

Se ne parla, se ne discute, ognuno è bravo a far emergere il problema, specie durante le campagne elettorali. Ma è solo una retorica opportunista, perché c’è un laido egoismo che dilaga e con esso la distruzione del nostro ambiente.

Non si tratta di avere una visione troppo pessimista, né di sottovalutare l’opera di tante persone coscienziose ed oneste che cercano di porre riparo a tutto questo quadro desolante.

Purtroppo le mie considerazioni derivano da quei pietosi scenari che mi si aprono agli occhi nel mio vivere quotidiano a Napoli, una città tanto bella quanto ammalata.

A volte mi viene di paragonarla ad una donna bellissima, ma con dei gravi e secolari problemi cronici a cui purtroppo pare che il suo organismo si sia impotentemente adattato.

La gente passa indifferente dinanzi a cumuli di spazzatura ammassati per le strade, pare che gli occhi si siano abituati e forse, senza di essi, non ci sembrerebbe più di essere a casa.

Una sorta di adattamento naturale al male, al disordine e purtroppo, è il caso di dirlo, all’illegalità.

E allora tutto diventa facile e fattibile, come il trafficare con i rifiuti, ammassandoli e poi seppellendoli in discariche a cielo aperto, inquinando terre coltivabili ed avvelenando chi dei suoi frutti si nutre.

Vogliano pensare alla terra dei fuochi? Anni ed anni di illegalità, fiumi di soldi finiti in mani criminali, centinaia di vittime innocenti.

E’ bastato tutto ciò per porre fine al male e tentare di salvare il salvabile?

Non lo so, anzi, per dirla tutta, non credo, perché riuscire ad estirpare la bramosia del danaro da certi mostri umani, è un’impresa quasi impossibile. Dico “quasi” perché fin dalle origini della nostra specie la lotta primordiale è stata quella del “bene” contro il “male” e la storia ci insegna che tante volte il “bene” ha avuto la peggio.

Certo, c’è sempre la “Speranza” nel fondo del vaso di Pandora, la speranza che la legalità possa dissuadere gli uomini dal compiere azioni distruttive, e che l’ambiente possa essere difeso e tutelato affinché possano essere curati i suoi mali e preservarlo da quelli futuri.

Dobbiamo sentirci tutti noi investiti da questo dovere civile, iniziando dalle piccole cose.

In fondo tutto nasce da piccoli gesti, da semplici pensieri: Prima di stampare pensa all’ambiente.

 

 

 

 

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