Una pagina della storia negata per decenni a Napoli rivive, e anzi, ogni anno contribuisce a ricostruire momenti di verità nel luogo simbolo dell'accoglienza e dell'integrazione.
Nel 1947 nel centro raccolta profughi, all'interno del Bosco di Capodimonte, trovarono ospitalità gli esuli di Istria Fiume e Dalmazia, obligati a lasciare le loro terre per le drammatiche vicende del confine orientale.
La solidarietà dei napoletani non mancò, ognuno aiutava con ciò che aveva, e così qui mille persone vissero per decenni e per generazioni.
Di quel periodo tutti loro raccontano di una integrazione e di un rapporto ottimo con la città, che li accolse pur essendo in condizioni di grandi povertà a causa delle grandi devastazioni della guerra, eventi che 10 febbraio sono stati ricordati, insieme con gli eccidi conosciuti come "Massacri delle Foibe".