Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Antonio Illibato, un indimenticabile maestro di storia e di vita

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Disponibile, selettivo, miniera inesauribile di informazioni e curiosità storiche, di mentalità aperta al futuro, con un piede nel passato e l’altro nel presente, creativo, ricettivo, forte nel suo apparire mite e controllato, tenace, sottile, timido e riservato, dolce e gentile.

Così  ricordano Antonio Illibato coloro che hanno avuto la fortuna di collaborare per anni con lui, di abbeverarsi alla sua lucida fonte di conoscenze e di trarre insegnamento da questo raro esempio di uomo devoto a Dio ed alla cultura.

Nato il 25 ottobre 1935 a Resina, oggi Ercolano, da una famiglia numerosa e cristiana, dopo le scuole elementari nella sua città natia e le successive classi medie nella vicina Torre del Greco, era entrato nel Seminario di Napoli, conseguendo gli studi liceali e teologici.  Il 19 luglio 1959 fu ordinato sacerdote dal cardinale Alfonso Castaldo nella Cattedrale di Napoli.

Dopo l’ordinazione si iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli, “Federico II”, conseguendo la laurea con il massimo dei voti. In seguito si diplomò in Paleografia, Archivistica e Diplomatica presso la scuola di specializzazione dell’Archivio di Stato di Napoli.

La sua missione sacerdotale lo vide cappellano dell’ospedale napoletano  “Loreto Mare” e collaboratore nelle parrocchie di “S. Maria di Costantinopoli a Cappella Cangiani” e di “S. Anna alle Paludi”.

Negli anni 70, con il Padre Salvatore Loffredo dei Missionari dei Sacri Cuori collaborò alla realizzazione dell’Archivio Storico Diocesano di Napoli, con l’intento di rendere possibile a tutti gli studiosi la consultazione di un immenso patrimonio documentario, fino al allora di esclusiva competenza curiale.

 

Purtroppo, in seguito al terremoto del 23 novembre del 1980,  l’attività fu bloccata per vari anni durante i quali, Mons. Illibato fu nominato dal cardinale Ursi parroco della Parrocchia di S. Maria della Natività e S. Ciro in Portici, incarico sostenuto fino al 1992. Di quel periodo lasciò,  nei suoi numerosi fedeli il ricordo di un sacerdote colto e impegnato in prima persona nell’aiutare i bisognosi, oltre al contributo operato per la realizzazione di numerosi restauri.

Convocato dall’arcivescovo di Pompei, Mons. Domenico Vacchiano, ottenne l’incarico di riordinare l’archivio dell’avv. Bartolo Longo, fondatore del santuario.

Fu questo un impegno che ha prodotto nel tempo opere fondamentali, monumentali ed imprescindibili per uno studio storico sul beato Bartolo Longo e la sua missione a Pompei.

Dal 1994 Mons. Illibato fu chiamato a dirigere l’Archivio Storico Diocesano di Napoli, un impegno sostenuto fino al marzo del 2016.

Durante questi anni ottenne ulteriori nomine: perito storico nei processi di Beatificazione e Canonizzazione di Francesco Gattola, Ilde Corsara, Caterina Volpicelli, Letizia Zagari, nomina a Cappellano di Sua Santità, Canonico della Cattedrale di Napoli, Prelato d’Onore di Sua Santità, componente del comitato scientifico e redattore delle riviste “Campania Sacra”, “Januarius”, “Capys”, “Proclus, socio onorario dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica.

Moltissime sono state le sue opere storiche, pubblicate sia in volumi, che su riviste cartacee e la nostra digitale Nuovo Monitore Napoletano.

Tra le ultime ricordiamo le biografie del vescovo Di Giacomo, Caterina Volpicelli, gli studi sulla famiglia di Giambattista Vico e il lavoro conclusivo su Bartolo Longo, condensato dei tre voluminosi inventari, presentato a Pompei lo scorso 13 ottobre 2017.

Nella tarda mattinata di venerdì 15 dicembre, con dignità e discrezione, così come aveva vissuto, Mons. Antonio Illibato ha lasciato la sua vita terrena.

Innamorato della sua terra, affascinato dal passato e dalle imprese dei piccoli grandi figli di Dio, don Antonio Illibato, il professore Antonio Illibato, ha lasciato in chi ha avuto la fortuna di incontrarlo sul suo cammino e di godere della sua fiducia, un ricordo indelebile che resterà per sempre vivo nel cuore.

Resterà vivo nei suoi scritti, nei suoi insegnamenti, nel ricordo delle sue parole, dei suoi sorrisi, delle sue battute allegre, dirette e senza sconti, in quella sua umanità profonda e fin troppo vera.

La Chiesa  e la Cultura di Napoli gli saranno per sempre debitrici.

 

I collaboratori dell’Archivio Storico Diocesano di Napoli

Francesco Rivieccio

Antonella Orefice

Gerardo Imbriano

Carlo De Cesare

 

 

 

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