Nolte e il giustificazionismo

Categoria principale: Storia
Categoria: Storia Contemporanea
Creato Venerdì, 25 Novembre 2016 12:46
Ultima modifica il Venerdì, 25 Novembre 2016 12:46
Pubblicato Venerdì, 25 Novembre 2016 12:46
Scritto da Mario Avagliano
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Ernst NolteCon la morte di Ernst Nolte a 93 anni, è scomparso il padre del revisionismo nel Novecento.

Il controverso storico e filosofo tedesco, originario di Witten, allievo di Heidegger, professore di storia contemporanea all’università di Marburgo e alla Freie Universitat di Berlino, ebbe il merito nel 1963 con il suo saggio “Il fascismo nella sua epoca” di sviscerare gli elementi e le radici comuni al fascismo italiano e al nazismo hitleriano, invitando poi a non ignorare le storture del comunismo sovietico e la portata degli altri stermini.

La sua determinazione a liberare la Germania da “Il passato che non passa”, come s’intitola il suo articolo pubblicato il 3 giugno 1986 sul quotidiano Frankfurter allgemeine zeitung, sviluppato l’anno successivo nel volume La guerra civile europea 1917-1945, lo fece scivolare però nei due decenni successivi su posizioni, come lo accusò Habermas, di “giustificazionismo”.

Rifiutandosi giustamente di considerare il nazismo come “il male assoluto” e ritenendo necessario analizzarlo come qualsiasi altro fenomeno storico, Nolte sostenne che il fascismo e il nazismo costituirono la reazione alla minaccia esistenziale rappresentata dal bolscevismo, proponendo quindi un nesso causale tra le due grandi ideologie totalitarie del Novecento: il comunismo e il nazismo.

 

In questo quadro anche l’antisemitismo e il razzismo biologico di Hitler trovano quasi una giustificazione, essendo motivati dalla convinzione del Führer che gli ebrei fossero i fondatori e i massimi sostenitori del movimento comunista nel mondo.

Di più, secondo Nolte i nazisti avrebbero copiato Stalin anche nei metodi brutali e Aushwitz e la Shoah sarebbero quasi una conseguenza dei gulag. Una tesi inaccettabile, alla quale poi Nolte accompagnò negli ultimi anni forti critiche al sionismo e ad Israele e una certa indulgenza verso i negazionisti.

 

 

Mario Avagliano