Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Agiografia Fondana

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Ritengo opportuno preliminarmente richiamare qualche linea metodologica generale, per inquadrare nella giusta luce il tema proposto e precisare la natura e l’obiettivo della presente ricerca.

Disciplina tam antiqua et tam nova, l’agiografia ha come oggetto di studio il santo nella sua realtà storica terrena, ma anche, e specialmente, nella realtà metastorica post mortem: la vera vita del santo, infatti, comincia paradossalmente il giorno della morte, chiamato appunto dies natalis, perché apre alla lunga durata della permanente vitalità o presentia del santo, sia nella realtà dello spirito che del corpo spirante la sua potentia taumaturgica. In tal senso l’agiografia s’interessa della storicità del santo, ma anche del multiforme e complesso fenomeno del culto dei santi nella storia.

Cresciuta come settore disciplinare specialistico all’interno della storiografia ecclesiastica, strettamente interessato all’autenticazione del culto dei santi e al disciplinamento del mondo devozionale cattolico, la ricerca agiografica, per merito soprattutto dei Bollandisti, ha codificato già dal XVII sec. e progressivamente fino alla metà del Novecento rigorose linee metodologiche, ancorate alla documentazione dei dati culturali della liturgia (calendari e martirologi che comprovano le “coordinate agiografiche” del santo) banco di prova dell’attendibilità storica dei racconti.

 

 

 

 

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