Il decreto di sorveglianza poliziesca per gli studenti napoletani del 1821

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Il 24 marzo 1821 le truppe austriache entrarono a Napoli, scortando re Ferdinando, e chiusero il parlamento. Dopo un paio di mesi, il monarca borbonico revocò la costituzione e affidò al ministro di polizia, il principe di Canosa, il compito di catturare tutti coloro che erano sospettati di cospirazione.

Il conte Klemens von Metternich, che si pregiava ironicamente di aver riportato i Borbone sul trono, espresse giudizi sprezzanti sui napoletani insorti allo scopo di ottenere una costituzione:

“Il sangue colerà a torrenti. Un popolo per metà barbaro, di un’ignoranza assoluta, di una superstizione senza limiti, ardente e passionale come sono gli africani, un popolo che non sa né leggere né scrivere, e di cui l’ultima parola è pugnale, offre bel soggetto per l’applicazione dei principi costituzionali.”

Era, dunque, il momento di sedare i giovani universitari rivoltosi e sorvegliarli affinchè non avessero più osato pensare alla libertà ed ai princìpi costituzionali.
Il 4 aprile 1821 Ferdinando I emise un decreto “per gli studenti di Napoli”.

L’articolo 1, ordinava a tutti gli studenti residenti nei comuni delle diverse provincie del Regno, che in seguito alle ferie estive rimanevano in Napoli, di rientrare nel termine di giorni otto presso le loro famiglie fino alla riapertura delle regia Università.
Con l’articolo 2, si decretava  che coloro che avessero rifiutato di uniformarsi a questa disposizione sarebbero stati sottoposti alla sorveglianza della polizia e considerati come vagabondi”.

Per gli studenti che risiedevano a Napoli, al termine di ogni mese, ciascun maestro privato era tenuto a fornire non solo un attestato sulla loro istruzione, ma anche sui loro “costumi”, pena l’esclusione dai gradi accademici di qualunque facoltà.

Infine l’articolo 5 esplicitava che “i maestri privati, e coloro che avevano particolari giovani a pensione, erano tenuti a presentare in otto giorni un distinto elenco dei loro alunni, accompagnato da una memoria riservata circa la condotta religiosa, politica, e morale di ciascuno di essi.

 

 

Bibliografia:

Nino Cortese, Il principe di Metternich a Napoli, in ‘Napoli nobilissima’,1920.
Giornale delle Due Sicilie, 5 aprile 1821.

 

 

 

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