Ferdinando IV, Galiani e il regno di Gerusalemme

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Ferdinando Galiani“Ferdinando IV di Borbone fu il re più rozzo, volgare e ignorante che la storia ricordi”. Così, Camillo Albanese, uno dei maggiori studiosi della storia, della cultura e delle tradizioni di Napoli, ha definito il monarca di casa Borbone, avvalorandone il  giudizio, attraverso quello di Benedetto Croce, secondo il quale, da Ferdinando IV in poi, il termine “borbonico” venne associato all’aggettivo “ignorante, per  il disprezzo manifestato da costui verso i  libri e le persone di cultura.

Ferdinando IV cercò spesso di osteggiare l’illuminista  Ferdinando Galiani, tentando di schernirlo davanti alla corte, ma l’eleganza dell’uomo di cultura sempre prevaleva sulla volgarità dell’ignorante. 

Come è noto, la cultura di Ferdinando Galiani era vastissima, andava dalla conoscenza della matematica, dalla linguistica alle scienze naturali, dalla filosofia al diritto, dall’economia alle scienze naturali. Di lui si diceva che racchiudesse la saggezza del satiro Sileno, l’intelletto di Platone, l’arguzia e l’allegria del Pulcinella e la raffinatezza delle Grazie. L’aspetto lasciava alquanto a desiderare in quanto era piccolo di statura e leggermente gibboso, ma la forza del suo parlare, la sua eloquenza, il suo spirito erano straordinari.

Un giorno, il re Ferdinando IV non sopportando per l’ennesima volta che il Galiani fosse ossequiato e attorniato da tanti e chiamato con il titolo di “abate”, pur sapendo che quello del Galiani fosse solo un titolo onorifico, dal momento che  non possedeva alcuna abbazia, a gran voce e per metterlo in difficoltà davanti a tutti, gli chiese: “Dove si trova la vostra abbazia?”

Galiani,senza scomporsi, ripose  tirando fuori tutto il coraggio e l’arguzia di cui era capace:

“Nel vostro regno di Gerusalemme, Maestà”. Seguì un silenzio imbarazzante, anche se in cuor loro i presenti plaudevano alla risposta del letterato. In effetti il regno di Gerusalemme, pur non essendo stato mai in possesso del re, compariva comunque nelle insegne reali.
L’origine di questo inesistente possesso risaliva al XIII secolo ma, seppur ostentata negli stendardi del Regno, non aveva mai avuto un reale riscontro.

La perspicace risposta del Galiani aveva saputo rintuzzare alla grande le provocazioni del re borbone, che tra i tanti presunti primati, annoverava la presuntuosa ignoranza.

 

 

Bibliografia:
Camillo Albanese, Le più belle del reame. Storie napoletane,  Edizioni Scientifiche Italiane, 2000

 

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