Saint-Germain e Cagliostro tra realtà e leggenda
Parlare del conte di Saint-Germain contemporaneamente alle vicende vissute dal conte di Cagliostro, è argomento inedito e assai affascinante, che spesso stimola la curiosità del pubblico; tuttavia, tali figure, ammantate quasi di leggenda, fuggono con la velocità di una cometa attraverso la Storia, e le poche notizie che li descrivono insieme appaiono più indefinite e frammentarie della loro stessa esistenza. Non ci sono molte testimonianze; l’unica disponibile riguarda l’incontro ad Altona, nel Ducato dello Schleswig-Holstein, dove il conte di Saint-Germain soggiornava ospite del Principe di Assia-Kassel. Qui si recò Cagliostro nel mese di febbraio del 1778 con la moglie Serafina Feliciani per raccogliere dalla viva voce del Maestro, ormai anziano, i consigli per la sua missione terrena di apostolato del Vero e del Bene, per avere la conferma delle sue potenzialità energetiche nel campo della Medicina e nell’Alchimia, e per far consolidare in Serafina la consapevolezza del suo ruolo “spirituale” accanto al conte. Sicuramente, come riportato dalle cronache del tempo, riuscì ad ottenere dal conte di Saint-Germain quanto desiderava. In seguito, le strade si divisero, e ognuno seguì il proprio destino. Cos’altro si dissero in quell’occasione? Nessuno lo sa. Quando due spiriti evoluti, due autentici Rosa-Croce, si parlano, sicuramente si tratta di argomenti molto profondi, ma anche segreti, e poco potrà mai trapelare di loro nella cronaca. Di quell’incontro a noi non sono rimaste che due tracce; ne parlano solamente nel 1786 Manuel L. P. (pseudonimo di J. P. L. de la Roche du Maine, marchese de Luchet) alla pagina 9 dei: Mèmoires autentiques pour servir à l’histoire du Comte de Cagliostro, au sujet de l’affaire du Cardinal de Rohan, Evêque et Prince de Strasbourg”, e, nel 1957, il biografo Maurice Heim alla pagina 180 del suo libro: ”Le vrai visage du comte de Saint-Germain”. La vita stessa del conte di Saint-Germain, dalla nascita (non si sa con precisione dove e quando sia nato; pare addirittura che fosse considerato immortale e che fosse stato visto anche ai giorni nostri insegnare a pochi discepoli la giusta Via per alleviare le sofferenze dell’Umanità) fino agli episodi, non si sa se veritieri o inventati, narrati dai contemporanei, ci lascia assai perplessi. Saint-Germain, tra le altre affermazioni sconcertanti, soleva narrare di se stesso: “[…] Tutto ciò che posso dirvi della mia nascita è che all’età di sette anni erravo per le foreste con il mio precettore e che sulla mia testa c’era una grande taglia”. Tutti i contemporanei si esprimevano con queste parole: “Se non è un Dio, un Dio potente certamente l’ispira”. E in tutto ciò, forse, qualcosa di vero c’era. Molti Monarchi, Nobili e potenti del suo tempo lo conobbero di persona. Addirittura Giacomo Casanova lo cita nelle sue “Memorie” a proposito di Madame Jeanne Camus de Pontcarré, Marchesa d’Urfé, grande occultista e alchimista che incontrò a Parigi in Quai des Théatins il Cavaliere di Seingalt nel 1757, e, in seguito, molto probabilmente, secondo quanto riferisce la Marchesa di Créquy, anche il conte Saint-Germain e il conte di Cagliostro. Non molte sono le biografie attendibili sulla sua figura; la migliore, la più documentata, e, forse, la più vicina alla realtà, è quella di Paul Chacornac: “Le Comte de Saint-Germain”. Lasciamo alle sue parole il piacere di soddisfare la nostra curiosità sull’illustre personaggio, tanto mitico quanto sconosciuto. Qui basterà accennare solo a due episodi: innanzi tutto che il conte di Saint-Germain, nella sua lunga vita, tra gli altri personaggi famosi, frequentò anche il napoletano Raimondo di Sangro, VII Principe di San Severo (Torremaggiore, 30 gennaio 1710; Napoli, 22 marzo 1771), Maestro Venerabile della Massoneria partenopea, alchimista, anatomista, scienziato, letterato, esoterista e amico, nonché collaboratore insieme al figlio Vincenzo nella Loggia Massonica di Napoli “La Perfetta Unione”, del conte di Cagliostro; in secondo luogo, che i soldati francesi del generale Massena, giunti a Roma in appoggio ai rivoltosi laici e giacobini nel gennaio del 1798 in occasione della proclamazione della Repubblica Romana, trovarono tra gli incartamenti appartenuti al conte di Cagliostro, e ancora giacenti in Castel Sant’Angelo, una copia di un libro attribuito al conte di Saint-Germain: “La Très Sainte Trinosophie”, che tratta di Alchimia e Cabala. Quale nesso tra questi fatti e il destino del conte di Cagliostro? Forse la risposta si trova proprio nella “Très Sainte Trinosophie”, e precisamente alla fine della pagina 40. Lasciamo che, per il momento, la questione resti avvolta nel mistero. Nota è, invece, la fine del conte di Cagliostro, avvenuta il 26 agosto 1795 nella Rocca papalina di San Leo in Montefeltro, mentre poco si sa sulla morte del conte di Saint Germain; secondo alcune testimonianze sarebbe deceduto in seguito a una polmonite il 27 febbraio 1784 nel Castello del Principe di Assia-Kassel, suo mentore e protettore, nello Schleswig-Holstein, ultima residenza ufficiale del conte. Entrambi, insieme con altri illustri Maestri della seconda metà del XVIII secolo, collaborarono alla divulgazione del pensiero esoterico-alchemico, consentendo il risorgere, accanto all’Illuminismo, di quell’occultismo che ebbe come precursori, in Italia, Giordano Bruno e Tommaso Campanella.
Abstract dal libro di Tommaso De Chirico: Il conte di Cagliostro nel suo tempo, 2° volume della trilogia sul conte di Cagliostro, Ed. Mnamon, Milano, 2014 |
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