“Fenestrelle”, un lager di pseudostorici

Categoria principale: Storia
Categoria: Storia del Risorgimento
Creato Venerdì, 29 Maggio 2015 21:02
Ultima modifica il Sabato, 30 Maggio 2015 15:49
Pubblicato Venerdì, 29 Maggio 2015 21:02
Scritto da Angelo Martino
Visite: 6097

Il forte di FenestrelleUna delle più clamorose falsità, che giornalisti cosiddetti revisionisti e qualche storico non attento alla ricerca storica rigorosa e documentata hanno propagandato con durezza di linguaggio, è stata quella di un presunto campo di concentramento o lager , come si scrive e si dice , a Fenestrelle in Piemonte .
In rete tale gigantesco falso storico è commentato con una durezza di linguaggio che lo storico Alessandro Barbero, nella premessa al suo testo “I prigionieri dei Savoia”, definisce “ignobile“.
Con una ricerca storica accurata, Barbero dimostra che, fra il 9 e il 10 di novembre del 1861, giunse a Fenestrelle una colonna di prigionieri borbonici catturati a Capua il 2 di novembre, in totale si trattava di 1.186 uomini, ben lontani quindi dai 40.000 favoleggiati da tanti falsari storici.

Lo studioso piemontese sostiene che la maggior parte di questi prigionieri ha soggiornato a Fenestrelle per non più di tre settimane, dato che vi era una circolare ministeriale del 20 novembre 1861, la quale non prevedeva affatto che i prigionieri borbonici fossero inviati ai depositi e ai reggimenti dell’esercito italiano per esservi arruolati.

Infatti già il 28 di novembre 1861 partirono, dotati di viveri per il viaggio, i primi contingenti di prigionieri borbonici,e il primo di dicembre il contingente di prigionieri si era ridotto a 70 uomini, tutti ospedalizzati e per tanto al momento inabili a partire.

Lo storico smentisce altresì le dicerie sulle condizioni della prigionia e quanto dello sterminio si è detto e scritto ,dimostrando come i soldati giunti a Fenestrelle, effettivamente stremati dal viaggio, furono regolarmente curati e ospedalizzati, non solo a Fenestrelle, ma anche in altri ospedali per essere meglio curati come a Pinerolo , centro specializzato nelle malattie veneree .

L’autore visiona i registri militari che annotano i movimenti di ogni singolo soldato; pertanto è possibile stabilire quanti furono gli ospedalizzati, che raggiungessero il picco massimo di 143 il 17 di novembre , al fine di smentire le false affermazioni che non fossero curati, che fossero tenuti in condizioni brutali , quali quelle dei lager nazisti.
Affermazioni assurde e ripetute a iosa in posti pubblici , come è assurda la diceria secondo cui l’aspettativa di vita media a Fenestrelle non superava i tre mesi, dato che la prigionia non superava le tre settimane.

Infine ,per dimostrare l’infondatezza e un’inaccettabile macchinazione che in questi anni è stata creata ad arte per inventare il caso, Barbero menziona un sito internet con tanto di fotografia in bianco e nero di presunti prigionieri borbonici, che Barbero smaschera in un lavoro di analisi storica seria e dimostra che l’immagine ritrae in realtà un gruppo di deportati in un campo nazista.

Alessandro Barbero , con documentazione più che rigorosa, sostiene che siano stati solo 5 ( CINQUE ) i deceduti a Fenestrelle regolarmente annotati sui registri parrocchiali della chiesa di Fenestrelle. Questo dà l’idea di quanto sia colossale la montatura storica : 5 morti diventano migliaia e migliaia, quasi 1.200 prigionieri diventano decine di migliaia di segregati, tre settimane di prigionia divengono anni e anni con prospettive di vita non superiore ai tre mesi.

A parte il fatto che di tutto ciò non esiste alcuna prova, l’idea che si volesse sterminare i soldati borbonici è assolutamente infondata, perché i Savoia e tutti i vari governanti risorgimentali avevano ben altre intenzioni. Essi volevano arruolarli quanto prima e pensavano di inquadrarli rapidamente nelle fila del neo costituito esercito italiano, perché la guerra con l’Austria sarebbe presto ripresa e avevano bisogno di uomini. In effetti si illudevano di poter arruolare almeno 50.000 ex soldati borbonici, convinti che liberati dalla schiavitù del Borbone,essi avrebbero aderito alla causa nazionale.

La stragrande maggioranza degli ex soldati borbonici venne in seguito arruolata nell’esercito italiano, non con l’entusiasmo che ci si attendeva, ma di sicuro senza il minimo spargimento di sangue, e al massimo vi furono casi di diserzione o di tentata diserzione nonché casi di insubordinazione puniti dai tribunali militari.

Anche questi soldati furono inviati a Fenestrelle negli anni successivi, perché Fenestrelle era un luogo di punizione, come più tardi lo sarebbe stata Bolzano e poi la Sardegna e vi venivano mandati tutti i soldati problematici compresi quelli sorpresi a commettere reati comuni e reati di camorra.

Tornando alla questione dei morti lo storico Barbero esplicita che non avrebbe una rilevanza storiografica se non vi fosse in atto uno ” sbalorditivo sfruttamento mediatico in rete.”
A pag. 263 Alessandro Barbero scrive che , oltre ai cinque prigionieri di guerra Francesco Conte, Leonardo Valente, Salvatore Palatucci, Francesco Lucchese e Lorenzo Genovese, morti fra il novembre 1860 e il gennaio 1861, successivamente si possono annoverare altri dodici deceduti di cui due relativamente al 1861 e dieci nel 1862. Tali morti , ad eccezione di Domenico Carafa di cui non è chiara la fonte , sono chiaramente annotati con la qualifica di ” soldati corpo Cacciatori Franchi”.

Nel capitolo IX dal titolo esemplare “Miseria della storiografia”, Alessandro Barbero confuta con puntualità e rigorosa precisione storico-scientifica le affermazioni di tutti coloro che hanno diffuso tale bufala storica del lager di Fenestrelle, di un falso genocidio.