Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

I valori del Risorgimento in una memorabile giornata

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Memorabile e preziosa manifestazione scolastica e civile di memoria risorgimentale a S.Maria Capua Vetere (Caserta) tra due scuole della città e due della Provincia di Trapani nel ricordo del garibaldino colonnello Enrico Fardella (Trapani 1821-1892)al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il 24 aprile 2015.

La complessa e memorabile iniziativa di memoria risorgimentale, incentrata sulla figura del garibaldino colonnello Enrico Fardella (Trapani, 1821-1892), che ebbe vita avventurosa non solo in Sicilia nel 1848 e nell'epopea dei Mille, ma anche nella guerra di Crimea del 1854 (partecipò nelle file inglesi contro i russi zaristi alla famosa battaglia di Balaclava del 25 ottobre) e nella guerra civile americana (1861-1865, militando tra le file degli Stati del Nord contro gli schiavisti Stati del Sud, fino ad essere nominato generale), che ha coinvolto due istituti scolastici di Santa Maria Capua Vetere (l’Istituto Comprensivo “C.Gallozzi” e l’I.S.I.S.S. “Amaldi-Nevio”) e due istituti della provincia di Trapani (l’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di Paceco e l’Istituto Superiore Liceo Scientifico “Vincenzo Fardella” di Trapani), in singolare gemellaggio di progettualità, resterà nella storia civile della nobile cittadina samaritana e nell'animo di quelli che, a vario titolo di coinvolgimento e di partecipazione, ne sono stati protagonisti.

Tutto è cominciato, in questa imprevedibile iniziativa, che evidenzia come il caso entri nelle umane vicende, con l'emozione del Provveditore agli Studi di Trapani, il dott. Luca Girardi, (che è il più giovane d'Italia), sammaritano di origine e di passione di appartenenza, di riscontrare nella nobile, risorgimentale città siciliana una "Via Santa Maria di Capua", che richiamava il legame della Famiglia Fardella, la principale memoria cittadina, nei suoi tre fratelli Vincenzo (che sarà anche Presidente del Senato del Regno d’Italia), Enrico, Giovan Battista (poi sindaco di Trapani a lungo), che avevano conosciuto dodici anni di esilio antiborbonico tra Genova e Firenze, con la battaglia del Volturno del I ottobre 1860, che ebbe Santa Maria proprio come uno degli epicentri.

Durante il suo svolgimento, il reggimento comandato dal colonnello Enrico Fardella ebbe un ruolo importante e glorioso, tanto che Garibaldi definì Fardella "onore delle armi italiane" ed a lui S.Maria C.V. ha dedicato non solo una importante strada, ma conserva nel suo territorio, al confine con il Comune di S.Tammaro, dove più furiosi furono gli scontri e rifulse il valore garibaldino, una colonna con una epigrafe che Enrico nel 1861 innalzò al suo valoroso reggimento, chiamata e nota come "Colonna Fardella".

Nel prezioso, locale Museo del Risorgimento si trovano poi importanti cimeli, come la bandiera del reggimento, pur gloriosamente rovinata, e lettere autografe di Fardella ad uno degli amici sammaritani più cari, Camillo Della Corte, che era tra i comandanti della locale Guardia Nazionale.

Nella mente fervida e nell'animo sensibile del Provveditore Girardi è nata quindi spontanea l'idea di riprendere, rinnovare, onorare queste memorie, che stringevano così intimamente le due cittadine, e di coinvolgere in tal senso due scuole trapanesi e due scuole sammaritane, calando nel concreto anche il suo impegno istituzionale, non solo burocratico, ma di animazione pedagogica, culturale e civile.

Ha trovato convinta e fervida accoglienza nei due ambienti scolastici, presso i dirigenti e i loro collaboratori e tra persone esterne alla scuola, ma entusiasmati dal progetto, come l'erede Fardella, l'avv. Vincenzo, e il prof. Alberto Barbata, noto storico trapanese.

Le scuole hanno deliberato il progetto, coinvolgendo per le sue varie fasi docenti, alunni e anche famiglie, prevedendo in questa prima fase dell'iniziativa la visita e il gemellaggio tra le scuole con visita a S.Maria C.V. degli studenti trapanesi, all'interno di un loro viaggio di istruzione, comprendente anche altre mete.

Riferimenti sammaritani impareggiabili sono risultati la sensibile e sapiente dirigente Silvana Valletta e la sua operosa, infaticabile collaboratrice vicaria prof.ssa Caterina Fumante (del citato istituto “Gallozzi), che sono state in costante collegamento con le colleghe trapanesi, in particolare con la dirigente di Paceco dott.ssa Giuseppa Maria Catalano (del citato istituto “Giovanni XXIII), oltre che, naturalmente, con il Provveditore dott. Girardi.

Ma l'altra Figura che ha avuto un ruolo organizzativo importante, decisivo per tanti aspetti, è stato il prof. dott. Lucio Girardi, non solo e non tanto come genitore del Provveditore, ma anzitutto come sammaritano, giustamente orgoglioso della sua città e delle sue memorie, specialmente risorgimentali, e come uomo di scuola, che ha fervidamente condiviso l'iniziativa ed ha saputo prevedere, con raro realismo, i vari complessi momenti di essa, al fine di assicurare il suo perfetto svolgimento ed il suo successo (spesso tante iniziative non riescono come devono anche per minimi particolari trascurati ed invece il dott. Lucio è stato attento all'estremo anche su questi).

Sulla base di queste premesse, si è messa in moto la macchina organizzativa, che ha portato non solo al coinvolgimento ed al lavoro degli studenti e dei docenti, che hanno poi prodotto video, cartelloni, ceramiche, oltre a portare avanti ricerca e documentazione, ma anche alla predisposizione di un momento scientifico della manifestazione, con la presenza di oratori qualificati, che essenzialmente si dovevano aggiungere al lavoro degli studenti e dei docenti, individuati nelle persone della dott.ssa Antonella Orefice, del prof. Felicio Corvese, del dott. Giovanni Valletta, del prof. Nicola Terracciano, come moderatore, oltre il citato prof. Barbata di Trapani.

Un importante momento per la riuscita dell'iniziativa è stata la sincera, concreta collaborazione dell'Amministrazione Comunale di Santa Maria Capua Vetere, con il sindaco arch.Biagio Di Muro, che non solo ha offerto il patrocinio, ma ha messo a disposizione il Teatro Garibaldi, tirato a lucido, con la sua struttura tecnica di supporto, ha provveduto a ripulire e sistemare la citata Colonna Fardella, che, trovandosi in aperta campagna, pur contigua ad abitazioni, quindi decentrata, aveva bisogno di interventi, ha offerto della città l'aspetto più dignitoso con la Villa Comunale, ad esempio, che contiene il monumento ai Garibaldini con l'Ossario dei Caduti, ordinata e pulita.

Il 23 aprile sono giunti in anticipo l'avv. Vincenzo Fardella, degno erede, nella sua distinzione e nella sua serietà, dello stile morale e civile della sua nobile Famiglia, e il prof. Alberto Barbata, caloroso e competente storico di Trapani, del suo territorio, della sua Paceco in particolare, e della famiglia Fardella, animatore civile e culturale notissimo e stimatissimo, che, accompagnati dal Provveditore dott. Luca, dal padre prof. Lucio, hanno visitato, con guida esperta prenotata, il mirabile complesso munumentale vanvitelliano della Reggia di Caserta, festosamente pieno di scolaresche di ogni parte d'Italia, essendo aprile il mese dei viaggi di istruzione.

La Reggia fu anche sede del Quartiere Generale di Garibaldi nei mesi di settembre, ottobre ed inizi di novembre del 1860.

Dopo il pranzo offerto agli ospiti graditi, che hanno apprezzato specialità locali, ci si è recati all'Istituto Gallozzi, il centro operativo del gemellaggio, dove vi è stato l'incontro diretto con le organizzatrici dott.ssa Silvana Valletta e la prof.ssa Caterina Fumante, con le quali i rapporti erano avvenuti  via email o per telefono.

L'avv. Fardella ed il prof. Barbata si sono commossi a ritrovare nell'atrio della scuola i richiami visivi, con cartelloni e disegni, di Enrico Fardella, ed in Presidenza si è creata immediatamente un'atmosfera di calda cordialità e di operosa messa a punto degli ultimi momenti organizzativi.

La mattinata del 24 è stata nella prima parte dedicata alla visita da parte degli studenti e dei docenti accompagnatori della Colonna Fardella e del Monumento Garibaldino, oltre che del famoso Anfiteatro di Roma antica, uno dei più grandi del vasto impero, portandosi poi tutti al Teatro Garibaldi, che illumina urbanisticamente il corso omonimo con le sue statue di Alfieri e di Goldoni, i suoi medaglioni dei volti di Bellini, Rossini, Pergolesi, Cimarosa sulla facciata.

Il “piccolo San Carlo”, come spesso è chiamato (e il paragone è giustificato), inaugurato dopo l'Unità, segno del clima di slancio e rinnovamento civili della raggiunta, epocale Libertà d'Italia, ha impressionato tutti i partecipanti che non lo conoscevano, in particolare gli ospiti trapanesi, che ricordavano un loro teatro di età anch'esso postunitaria, intestato, come quello di S.Maria C.V., a Garibaldi, che però fu distrutto dai bombardamenti dell'ultima guerra.

La manifestazione, con la presenza calda, seria, attenta degli studenti e dei docenti, di amici e cittadini, che hanno affollato la sala e i palchi, moderata sapientemente nella prima parte dalla dirigente dott.ssa Valletta, è iniziata con gli interventi del Provveditore dott. Girardi, che ha fatto una essenziale sintesi delle origini e delle ragioni dell'iniziativa, del cortese e sensibile Provveditore agli studi di Caserta, poi dott. Vincenzo Romano, che è stato presente fino alla fine con raro stile morale di serietà (spesso le autorità salutano e se ne vanno) e di aperta curiosità intellettuale e civile, ritrovando nei momenti di memoria e di approfondimento storico una delle occasioni più coinvolgenti di arricchimento culturale.

Il sindaco Di Muro arrivato in ritardo per partecipare al funerale di un giovane sammaritano deceduto (e gli studenti, con sensibilità, lo hanno anche loro rimpianto con un applauso) ha espresso il benvenuto agli ospiti e l'apprezzamento della città per l'iniziativa.

Hanno preso la parola per descrivere più analiticamente il progetto la citata dirigente di Paceco dott.ssa Catalano, le collaboratrici vicarie dell'Amaldi-Nevio di Santa Maria Capua Vetere e del Fardella di Trapani.

In sala era presente anche la cortese e sensibile Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Paceco, che ha accompagnato la comitiva degli studenti della sua cittadina.

Nella sua introduzione la dott.ssa Valletta ha con acutezza, competenza e passione offerto le coordinate fondamentali per inquadrare con obiettività e rigore storiografico la vicenda del Risorgimento, delle sue fasi, dei suoi momenti, come quello della Battaglia del Volturno,  enucleando i valori epocali di Unità, di Indipendenza, di Libertà della Patria Italiana, raggiunti con sacrifici fino alla morte da parte di una generazione, quella risorgimentale, nella quale la componente giovanile e volontaristica fu dominante, e che restano, quei valori, gli approdi mai dai perdere e doverosamente da riprendere ed onorare, come è compito doveroso, diremmo ‘sacro’ in senso laico, un primo luogo della Scuola, in particolare di quella pubblica (e di quella paritaria, che riceve i finanziamenti della Repubblica Italiana una e libera).

La seconda parte, moderata dal prof.Terracciano, ha visto doverosamente due video prodotti rispettivamente dall'Istituto Gallozzi  e dall'Istituto “Giovanni XXIII”, vivamente applauditi, e un ricordo da parte di studenti e studentesse dell'Amaldi-Nevio del 1799 a Santa Maria Capua Vetere, che vide l'innalzamento dell'Albero della Libertà nell'attuale Piazza Mazzini, un consenso ampio della cittadinanza, la crudele reazione monarchica e clericale, che provocò la morte anche di una giovinetta, Teresina Ricciardi, come ricorda opportunamente una lapide collocata nella citata Piazza Mazzini sulla facciata di quello che era Palazzo Matarazzi, luogo di convegno dei repubblicani liberaldemocratici sammaritani, anticipatori dei nostri valori e dei nostri ordinamenti repubblicani novecenteschi.

Hanno preso la parola poi i quattro relatori, con presentazioni analitiche di essi da parte del moderatore, che hanno tenuto essenziali, interessanti, preziosi interventi, mantenendosi nei tempi assegnati, in modo che non vi sono stati distrazioni e stanchezza nell'uditorio e gli studenti hanno avvertito questa sensibilità pedagogica con sinceri applausi al termine di ogni intervento.

La dott.ssa Orefice, vivamente apprezzata, ha costantemente attualizzato e presentato, con semplicità, chiarezza, partecipazione, sulla base della rigorosa attività di ricerca da lei portata avanti negli anni, i richiami storici del 1799 e del Risorgimento nei suoi valori di dignità, di emancipazione, di libertà, di modernità, di progresso civile da essi testimoniati e conquistati, che devono essere un patrimonio da conoscere, da difendere e da promuovere sempre più.

Il prof. Barbata, con il suo caratteristico calore, ha fatto un profilo essenziale di Enrico Fardella e della sua nobile Famiglia, che, con sacrifici oggi inimmaginabili, pur potendo da persone di nobile famiglia starsene in modo egoista a godersi le ricchezze possedute, hanno affrontato pericoli ed un lungo esilio per la dignità storica della loro Isola e per l’avvento dell’Italia una e libera.

Ha evidenziato il profilo di combattente per la libertà dei popoli e per la umana dignità di Enrico, che si è battuto non solo per il Risorgimento italiano, ma anche per quello dei popoli assoggettati al dominio russo zarista, e contro la schiavisimo degli Stati del Sud. Tutto hanno dato, nulla hanno ricevuto o guadagnato, esempi, i tre Fratelli, di una Trapani, di una Sicilia nobili e alte, che vanno solo maggiormente conosciute e onorate.

Il prof. Felicio Corvese ha tratteggiato, con efficacia e competenza, le ragioni del successo della spedizione di Garibaldi in Sicilia, dove fortissimo era l’odio antiborbonico, avendo i sovrani di origine spagnola (i borboni sono di origine straniera, non italiana, come tutti i dominatori del Mezzogiorno e della Sicilia) represso l’autonomia dell’isola, della facile avanzata dalla Calabria a Napoli, per lo sbandamento dell’esercito e l’appoggio di larghi settori della popolazione all’avanzata garibaldina.

Solo in Terra di Lavoro, dove si concentrò il resto dell’esercito borbonico, chiuso nelle due fortezze di Capua e di Gaeta, vi furono movimenti di reazione realista e clericale, che crearono problemi, ma furono contrastati e poi neutralizzati dalla sostanziale, definitiva sconfitta dell’esercito borbonico del 1° ottobre 1860, con la presenza nell’Esercito Meridionale e tra i volontari di tanti patrioti di Terra di Lavoro, dalla Guardia Nazionale sammaritana, comandata da Girolamo Della Valle, ai tanti cittadini sammaritani che diedero un contributo prezioso durante gli scontri con i borbonici, alla Legione del Matese dell’indimenticabile Beniamino Caso dell’area di Piedimonte Matese, ai volontari del capuano Salvatore Pizzi, nominato da Garibaldi governatore di Terra di Lavoro.

Il dott. Valletta, giovane e valente ricercatore delle memorie alte e nobili del Risorgimento in Terra di Lavoro, a partire dal citato Salavatore Pizzi, ha con precisi riferimenti storici descritto il processo di costruzione della Nazione, che, superando gli storici contrasti che ci furono ( e mai vanno dimenticati, anzi sempre più approfonditi) all’interno della complessa vicenda risorgimentale, tra le posizioni di Gioberti, di Mazzini, di Garibaldi, di Cavour ad es., specialmente dopo la morte dei protagonisti, seppe congiungerli nella memoria collettiva, creando come un Pantheon comune che, dalla scuola passò ai monumenti, alla letteratura (ed ha ricordato il grande rilievo di formazione della comune coscienza nazionale nelle scuole postunitarie del libro “Cuore” di De Amicis del 1886).

A conclusione di tutta la indimenticabile Manifestazione, il Provveditore dott. Girardi ha tirato le conclusioni, auspicando la seconda parte prospettica dell'iniziativa, cioè il viaggio a Trapani, l'anno prossimo, degli studenti di Santa Maria Capua Vetere.

Si è ascoltato e cantato in piedi il nostro caro Inno di Mameli nell’emozione di tutti i presenti, positivamente coinvolti nella bella iniziativa risorgimentale in quel teatro, in quella cittadina sammaritana, che si configura come una delle più patriottiche del Mezzogiorno, definita a volte come ‘la Leonessa del Sud’, per la sua partecipazione ai momenti più noti della vicenda risorgimentale meridionale (1799, 1821, 1848, 1860), come ricorda la grande bella lapide, riassuntiva del risorgimento sammaritano, collocata in un angolo di Piazza Mazzini.

Mentre gli studenti si sono recati per il momento conviviale presso l'Istituto Gallozzi, i due provveditori, con le dirigenti, i relatori, si sono trattenuti in una sala del Caffè prospiciente il Teatro Garibaldi per un buffet, cortesemente predisposto dal dott. Lucio, che ha permesso un cordiale, caloroso dialogo di commenti, di maggiore conoscenza reciproca, di progettualità.

Gli alunni si sono recati a visitare poi, con attenzione e commozione, i cimeli garibaldini conservati presso la sezione risorgimentale del Museo Civico di S.Maria Capua Vetere, presso il complesso culturale dell’Angiulli, che ospita anche l’Archivio Comunale e la Biblioteca, Museo opportunamente aperto per loro, con una efficace presentazione da parte del responsabile alle visite organizzate Enzo Oliviero.

Dopo i saluti fraterni tra gli organizzatori, dirigenti, docenti, studenti, l'indimenticabile giornata ha visto la visita del piccolo, ma suggestivo e commovente, cimitero garibaldino di S.Angelo in Formis (frazione di Capua, ma attaccata anche all'abitato di Santa Maria Capua Vetere), da parte del Provveditore Girardi, degli amici trapanesi avv. Fardella e prof. Barbata.

Il piccolo cimitero, solitamente chiuso, è custodito da un pensionato locale di rara sensibilità umana e di memoria garibaldina, che lo cura gratuitamente. Egli era stato contattato opportunamente dal dott. Lucio, impareggiabile organizzatore, per il quale, valgono solo, come per il figlio Provveditore dott. Luca, e per le dirigenti e le docenti, oltre che per gli studenti e le studentesse, solo i ringraziamenti, senza altre parole. Grazie di cuore a tutti, a tutti !

 

 

 

 

 

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