Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Il Sud che fu classe dirigente dal 1861

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Francesco De SanctisContro le stupidaggini, le falsità e le deformazioni dei gazzettieri antiunitari ossessionati dal "piemontesismo", il Sud fu classe dirigente fin dagli esordi unitari del 1861, come era stato protagonista di primo piano del processo risorgimentale dalla fine del Settecento al 1860.

Il grande irpino, patriota e critico letterario, Francesco De Sanctis fu uno dei protagonisti del primo Parlamento italiano e fece parte del governo in qualità di Ministro della Pubblica Istruzione prima con Cavour, poi con Ricasoli.

Lo stesso dicastero fu ricoperto durante il governo Rattazzi da un altro illustre irpino, Pasquale Stanislao Mancini, poi anche Ministro della Giustizia con Depretis (1876) e Ministro degli Esteri (1881).

Francesco De Sanctis tornò ad essere Ministro della Pubblica Istruzione dal 1878 al 1880 col governo Cairoli. Egli ripropose i temi della scuola per tutti, della scuola dell'infanzia, della scuola elementare, dell'istruzione tecnica, della formazione dei maestri, della nuova Università con respiro europeo. Fece introdurre come materia di insegnamento l'educazione fisica.

De Sanctis e Mancini seppero coniugare sempre politica e cultura, dando un esempio memorabile nella vita parlamentare italiana, sempre da riprendere, anche oggi.

Non a caso sono ampiamente onorati con busti, ritratti, altri documenti nel lodevole Museo Irpino del Risorgimento di Avellino, inaugurato dall'Amministrazione Provinciale in occasione dei 150 anni dell'Unità, allestito nei nuovi locali restaurati dell'ex carcere borbonico, al centro della città, presso il Palazzo di Giustizia, con la consulenza in particolare del prof. Francesco Barra, docente all'Università di Salerno, Museo che colloca la provincia irpina all'avanguardia della memoria risorgimentale campana e meridionale, mancando una tale specifica istituzione a Caserta, a Benevento, a Salerno, nella stessa Napoli, che ha fondamentali memorie e documenti risorgimentali, ma sparpagliati tra diversi contenitori (Museo di San Martino, Società Napoletana di Storia Patria, Museo Filangieri, Biblioteca Nazionale, Archivio di Stato, Università), senza una unità fisica e logica, collettivamente pedagogica.

 

 

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