Num. 3 - 9 febbrajo 1799

Categoria principale: Monitore 1799
Categoria: Monitore Napolitano 1799
Pubblicato Domenica, 30 Ottobre 2011 11:50
Scritto da Redazione Nuovo Monitore Napoletano
Visite: 5417

PRIMODI' 21. PIOVOSO ANNO VII DELLA LIBERTA;

 

I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA UNA, ED INDIVISIBILE

(SABATO 9. FEBBRAIO 1799)

 

Num. 3

 

Mentre noi nel passato foglio invitavamo qualche zelante cittadino a pubblicare delle civiche arringhe nel patrio vernacolo napoletano, onde così diffondere la civica istruzione in quella parte dei popolo, che altro linguaggio non ha, né intende che quello; veniva già il nostro desiderio adempito dalla ben intesa graziosissima arringa pubblicata li 15. de lo mese che chiove dall'amico dell'ommo e de lo Patriota. A nome di tutti i Patrioti rendiam dunque grazia a questo degno concittadino, esortiamo gli altri ad imitarne l'esempio, ed esortiam lui a continuarlo.

 

Questa parte del Popolo, la quale per fintanto che una miglior istruzione non l'innalzi alla vera dignità di Popolo, bisognerà continuare a chiamar plebe, comprende non solo la numerosa minuta popolazione della città, ma benanche l'altra più rispettabile delle campagne: e se sopra di questa parte posa pur nelle monarchie la forza dello Stato, vi posa nella Democrazia non solo la forza ma la dignità.

 

Una gran linea di separazione e forse maggiore, che in qualunque altro luogo disgiunge fra noi questa parte dal rimanente del Popolo, appunto perché non si ha con essa un linguaggio comune. Se ben si rimonti alla cagione de' nostri ultimi mali, si vedranno derivati particolarmente da questa separazione; è il segreto d'ogni tirannia, e molto più lo fu della nostra, il fomentarla; il nostro segreto dev'esser quello di sollecitamente distruggerla: finché dunque la plebe mercè lo stabilimento di una educazione Nazionale non si riduca a pensar come Popolo, conviene, che il Popolo si pieghi a parlar come plebe. Quindi ogni buon cittadino, cui per la comunione del patrio linguaggio, si rende facile il parlare e 'l commischiarsi fra lei, compie con ciò opera non solo utile, ma doverosa.

 

Con le consecutive notizie degli Abruzzi si era saputo che quel già Regio Uditore Cipicchia,  degno ministro di degna Corte, di concerto con un tal Proni, d'Introdacqua, nome solito a figurare tra' fuorusciti di quelle parti, abusando del nome della Santa Fede, si erano posti alla testa, uno di quasi 2000., l'altro di circa 700. uomini; mentre i Francesi avean riconcentrate le loro forze nell'Aquila ed in Pescara. Con l'ultima notizia giunta Giovedì 7. corrente si è inteso aver questi battuti ed inseguiti gl'insurgenti fin dentro Ascoli, dove ne abbian trucidato 300.

 

Più doloroso è lo stato del Contado di Molise, dove i faziosi sono in varie Terre pervenuti a sforzare i Patrioti e ad ucciderne molti, e teneano in gran trepidazione gli altri minacciati della vita.

 

I giovani Patrioti così di questa ex‑Provincia, che Abruzzesi, pieni di quel coraggioso ardore che ispira l'amor della Patria, e la salvezza delle rispettive Famiglie, su tali funeste nuove presentarono subito a nome comune una memoria al nostro Governo, perché intercedesse loro dal Generale in Capo il permesso di armarsi, ed un Comandante militare, sotto cui volar al soccorso delle loro Terre natali, per dove eran pronti a partire fra 24 ore.

 

Non si è finora data risposta a tal petizione. Si dice però essersi per colà spediti 3000. uomini dal suddetto Generale in capite; si sta quindi nella sicurezza di sentir presto sedati tali tumulti. E siccome grande è il numero de' buoni Patrioti sparsi per quelle contrade, si spera che non avrà luogo in esse il rigore delle esecuzioni militari, rimedio, che diviene peggiore del male; per un villaggio, che s'incendia trenta se ne inaspriscono, la pena cade indistintamente su' buoni e su' cattivi, la depauperazione si stende in tutto il circondario ed anche il più caldo patriota vede con dolore l'incendio di una parte del suo paese natio. Infine non vi ha dubbio, che fra molti faziosi, molti vi sono anche illusi; la perdita di ogni uomo, che può emendarsi, è una vera perdita in una Democrazia; e chiunque indebolisce un popolo amico, ed alleato, indebolisce se stesso: quindi poiché sotto la protezione della Francia, abbiam con questa comuni gli amici, ed i nimici, e la nostra forza è la sua forza, che l'armata Francese è fra noi ricevuta, e stabilita, e si resiste a lei sol perché s'insorge contro di noi; non la devastazione militare, nell'assai diversa circostanza del primo ingresso dell'armata Francese intimata alle popolazioni, che si sarebbero opposte, ma il gastigo individuale de' rei è il solo gastigo, che convenga alla sana politica, ed il solo altresì che corrisponda alla generosità, e civilizzazione Francese, ai principj fondamentali della loro costituzione, agl'interessi medesimi, ed alla utilità della Francia.

 

In contrapposto però alle cennate insurgenze abbiarno il piacere, che nelle valorose Calabrie a misura che il Corriere spedito dal Governo vi andava passando e vi lasciava le istruzioni, si andavano altresì municipalizzando tutte quelle Comuni, e vi s'innalzava l'albero della libertà, ed abbiamo già i riscontri per sino a Cosenza.

 

Lo stesso seguiva pur nella Puglia; noi soggiungeremo nella fine l'arringa del nostro Rappresentante Logoteta diretta a' Calabresi suoi compaesani, e le due lettere, colle quali le due Comuni di Trani, e di Barletta hanno annunciata al Governo la loro democratizzazione, colle rispettive risposte ordinate da questo I I.

 

Giovedì mattina 7. corrente l'armata Francese passò rassegna generale, la Fanteria nel largo di Castel nuovo, e la Cavalleria in quello dell' in ora Palazzo nazionale: indi per varie voci e denuncie di armi nascoste fu di nuovo a nome dei Generale Championnet bandito per tutte le strade l'ordine di consegnarle volontariamente, promettendo il premio di 24 lire a chi ne denunciasse alcuna, e premio maggiore a chi ne denunciasse un maggior numero. Restò poi la truppa sull'armi, e furono invitati i Patrioti a commischiarsi alle varie Pattuglie Francesi che doveano portarsi alle perquisizioni domiciliari. Tutto fu placidamente eseguito; pochissime armi furon trovate: nella casa di un uomo povero fu rinvenuto un sacchetto di varj pezzi di schioppo, altro con alcune palle e qualche polvere, quattro sciable e quattro spade In un sotterraneo di Pizzofalcone furono bensì scoverti da sopra 30 fucili; nulla però nella Piazza di Porto e nel Molo piccolo, quartieri particolarmente denunciati; bensì furono ivi arrestate alcune persone avute in sospetto di averne nascoste.

 

Per alcuni sconcerti cagionati da taluni soldati delle truppe Francesi, vaganti di notte liberamente per la Città, quattro de' quali furono anche arrestati nella notte de' 15. Piovoso (3. Febbrajo) il Generale in Capo, attesa la licenza dell'annata, e la sua indisciplina, ha nel giorno 16. pubblicato severo regolamento, della cui esecuzione rende risponsabile personalmente i Generali di divisione, ed i Comandanti di Piazza, e dichiara inoltre, ch'egli sarà inflessibile.

 

Alla noti zia già data delle liberalità usate dal Generale Championnet a quei del Molo piccolo dobbiamo aggiungere, che donò loro più barche ch'erano in sequestro in Gaeta col rispettivo carico: il Governo ha scritto al Generale domandandoli, se nel dono dovessero esser compresi i marinai di Portici e dalla Costiera, particolarmente quelli di Sorrento e Castellammare, le di cui Comuni aveano nel democratizzarsi prevenuti gli ordini del Governo.

 

E stato in Sorrento arrestato il secondo Fratello del Generale Acton, è stato sempre poco concorde col primo.

 

Mercoledi 6. corrente la nostra Marina Militare si presentò in Corpo a giurare fedeltà alla Repubblica.

 

Le Reggenze Barbaresche han dichiarato guerra alla Francia. Ecco la lettera officiale, con cui il General Championnet ne ha dato jer l'altro l'avviso al nostro Governo.

 

Dal Quartier Generale in Napoli 18. Piovoso anno 7.

della Repubblica Francese.

 

Championnet Generale in Capo.

 

Al Governo Provvisorio della Repubblica Napoletana.

 

Io vi annuncio, Cittadini, che tutti i Bey di Barbarìa, cedendo non vi ha dubbio alle insinuazioni dell'Inghilterra, han dichiarato la guerra alla Repubblica Francese.

 

E' questo un motivo di più per allestire l'armamento de' piccioli legni che si trovano ne' Porti della vostra Repubblica, e di porre quanto prima in Cantiere il Vascello e le 2. Fregate, di cui vi parlai nella mia di jeri

 

Ho disposti gli ordini, perché si ponga il sequestro a tutt' i legni di quelle Reggenze, che si troveranno ne' Porti compresi sotto al mio comando.

 

Invito i Comandanti di Marina ad animare gli armamenti incorso. E vostro Comitato di Manna deve dal canto suo farne invito a tutt' i negozianti delta Repubblica, con assicurarli che io darò loro tutti gli agevolamenti che dipenderanno da me, Salute e fratellanza.

 

Championnet.

 

La nostra municipalità pel migliore adempimento de' suoi diversi incarichi è anche divisa in sei Comitati; cioè Centrale, di Pubblica sussistenza, di Contabilità di Polizia, Militare, e di Stabilimenti pubblici : e vegliando attentamente a tutto ciò che può miglio= la pubblica morale, ha incaricato della revisione de' libretti di Teatro il degno nostro Rappresentante Giuseppe Logoteta. Inoltre conoscendo, che in una Repubblica rappresentativa la Democrazia poggia tutta sulla libertà della stampa, pel cui mezzo ogni Cittadino col libero voto, e la libera censura esercita la sua porzione individuale della comune sovranità, ha promulgato il libero esercizio della stampa coi proclama che soggiungiamo. Alla saviezza de' Legislatori resterà poi il determinare qual debba precisamente aversi per produzione, sediziosa, incendiaria ecc. acciò il determinarlo non resti al vago arbitrio de' Giudici, e la libertà della'stampa si volga in ischiavitù della stampa, e delle persone.

 

Comitato di Polizia della Municipalità Provvisoria

di Napoli.

 

La libertà delle stampe viene generalmente autorizzata, e ricevuta in tutt' i Governi liberi. La licenza poi, e l'abuso ne vengono egualmente riprovati, e puniti. Quindi il Comitato di Polizia della Municipalità Napoletana nell'atto che dichiara esser libero ad ogni Cittadino di dar alla luce le sue produzioni senza bisogno di revisione, o approvazione alcuna, ordina nel tempo stesso che ciascuno debba sottoscrivere la scrittura che vorrà dare alle Stampe; e qualora l'Autore voglia fame rimanere occulto il suo nome sia tenuto lo Stampatore d'apporvi il suo colla designazione dei luogo dell'Officina, in cui si farà l'impressione: affinché il Governo siccome farà plauso alle opere analoghe alla purità de' Costumi Repubblicani, ed al zelo patriottico, né si brigherà delle produzioni di bel tempo, e indifferenti; così prenderà cura, e vendetta di tutte le, produzioni sediziose, incendiarie, pregiudiziali, allo spirito, e alla morale Repubblicana, o infamanti, e calunniose contra gli onesti Cittadini, rimanendo però sempre vietato di affiggersi calunniosi e lesivi manoscritti. Salute e fratellanza. Dal Comitato di Polizia li 17. Piovoso anno primo della Repubblica Napoletana.

 

Oggi a spese comuni de' Patrioti componenti la Guarnigione di S. Erarno e la Guardia Nazionale, s'innalzerà l'Albero della Libertà nel largo dello Spirito Santo: essi anderan prima a prender l'Armì in S. Tommaso di Aquino per assistere alla funzione in Corpo Militare.

 

Abbiam da Palermo, che il già Duca di Gravina, Ajo di Francesco Borbone sia caduto in disgrazia di quella Corte, per aver declamato in Consiglio contro la persecuzione di Stato, che colà si vuole ora esercitare, qual già fu esercitata su noi.

 

Per notizia certa sappiamo, che il degno Cittadino Granalais Comandante la nostra Fregata l'Aretusa, riuscito a partirsene da Palermo, e non potendo venir in Napoli a cagione degi'incrocianienti Inglesi, si era salvato in Tolone.

 

 

Lettera della Comune di Trani.

 

Libertà                                                 Eguaglianza

 

Cittadini Rappresentanti

 

Deputati noi Cittadini Tranesi a rappresentare la Patria ed a manifestarne i sentimenti, ci facciano primo dovere l'indirizzarci a Voi, tanto degnamente prescelti a rappresentare la Repubblica nascente. Al dono prezioso della Libertà, che viene a farci l'invitta Repubblica Francese, non potevano essere insensibili le nostre anime, che sanno concepire, ma non diffinirne l'inestimabil valore. Appena ne cominciammo a sentire l'aura benefica, che ci preparammo i mezzi di mostrarcene degni. L'autorità del Tribunale della Provincia qui residente, e quella del Castello rendemmo destramente precarie, per farle poi cadere, come è avvenuto del tutto, cedendo il luogo al Governo Civico, che ha preso tutto il tuono. Abbiamo intanto la soddisfazione di vedere i felici progressi, che il nostro esempio fa nella Provincia, ed attendiamo con trasporto il momento, che vi giunga il Commissario, che ci verrà spedito per veder l'opera perfezionata. Il vero spirito patriotico, che ci anima; l'entusiasmo Repubblicano, che c'innalza, le infrante catene, che guardiamo con orrore, saranno le nostre guide, e speriamo, ci renderanno degni della vostra considerazione. Vivete felici alla Patria comune. Libertà ed eguaglianza.

 

Trani il 13. giorno del primo anno della Repubblica Napoletana.

 

A'Cittadini rappresentanti la Repub. Napolitana,

(Napoli)

 

Cittadino Giuseppe Forges Davanzati Deputato.

Cittadino Giuseppe de Felici Deputato.

Cittadino Francesco Assenzio Deputato.

Cittadino Cataldo Lomanto Deputato.

 

Risposta.

 

Libertà                                                Eguaglianza

 

Cittadini

 

Il Governo Provvisorio si compiace del vostro entusiasmo per la causa comune, ed applaude a' vostri sentimenti repubblicani. Voi rinascete a nuova vita dal momento, che sulle ruine del dispotismo innalzate il mistico albero della Libertà, ma la perfetta rigenerazione

 

del corpo che rappresentate non può essere l'opera d'un momento. I vostri assidui travagli, le vostre istruzioni civiche, i lumi che spargerete nel popolo abbrutito dagli artifizj infami della tirannide potranno solo farvi giungere alla meta sospirata. Sì, Cittadini, armatevi di coraggio, seguiteci nell'impresa gloriosa, e non vi arrestino gli ostacoli, che l'altrui malizia potrebbe frapporvi nella vostra carriera. Il Cielo, al dir d'un Greco sapiente, ha concesso a'mortali le cose buone a prezzo di travagli, e di stenti; ma le azioni grandi, e virtuose chiudono in sé una sorgente inesausta di premio, e di compenso anche a dispetto dell'ingratitudine degli uomini, che sovente sdegnano di apprezzarne il merito.

 

Le istruzioni che per vostra norma desiderate l'avrete fra breve; intanto seguite l'impresa incominciata, e rendetevi benemeriti della vostra Patria, non meno che dell'intera Nazione napoletana. Salute, e fraternità.

 

Il Cittadino Rappresentante Forges incombenzato dal Governo Provvisorio.

 

Lettera della Comune di Barletta.

 

Libertà                                           Eguaglianza

 

Onoratissimi Cittadini Rappresentanti la Repubblica.

Napolitana.

 

Pace, Fedeltà, e Concordia.

 

Dunque Napoli è libera? Se tale è la nostra Madre, tale siamo ancora Noi, come suoi figli. Il felice annunzio percosse rapidamente l'ampie contrade della Puglia, consolando tutte le anime grandi, e virtuose, che senza rimorsi tremarono, e senza delitti patirono finora per mano di chi temeva dei suoi. Già la virtù, ed il merito sono sostenuti dalla pubblica autorità, e si augurano premio, e mercede senza più temere ferri, e catene. Viva l'onnipotente Iddio: viva la mano, che ci arrecò un'tanto bene, viva l'invitta, indivisibile Repubblica Francese; viva Championnet, viva l'amor fraterno animatore degli Eroi Repubblicani. Già le nostre anime provano quei dolci sentimenti, e concepiscono colla mente idee, che furono ignote sempre all'uomo schiavo. Epoca fortunata aspettata dai saggi, maturata dai loro consigli, desiderata dai popoli, dalla ragione, e dai giusti, Tu coprirai di eterno obblio tutte le antipassate, che furono segnate dalle famo se stragi del dispotismo, e dai mali del genere umano.

 

Noi Rappresentanti il Corpo Civico di Barletta stimiamo obbligo indispensabile di nostra riconoscenza di appalesarvi con Espresso i sentimenti del nostro cuore. Voi manifestateci i vostri; le nostre mani, le nostre braccia, gli averi, il sangue nostro, quello dei nostri figli stessi, che sono più figli della Repubblica e vostri, sono per voi. Comunicateci legalmente la vostra volontà, onde ogni Cittadino con maggior sicurezza possa spiegare l'energia del suo cuore, e del zelo che l'anima, ed infiamma. Attendiamo dunque quelle istruzioni, che siano per ora bastevoli, e concepibili fra le angustie del tempo, e le serie occupazioni del vostro incarico. Noi siamo vostri, vi ripetiamo la nostra gratitudine, la nostra fedeltà, misurate sull'eternità dei secoli. Viva la Repub, Francese. Viva la Repub. Napolitana.

 

Barletta decimo giorno del primo mese della Repubblica Napolitana.

 

Giuseppe Abbati Generale Sindaco.

Giovanni Carli Eletto.

Luigi Galante Eletto.

 

Risposta.

 

Libertà                                                Eguaglianza

 

Cittadini.

 

Il Governo Provvisorio ha ricevute le vostre lettere, ed ha letto con piacere i sentimenti di libertà, e di attaccamento alla Repubblica Napolitana, che anima i cuori de'vostri concittadini. Egli ha applaudito alla prudente condotta di aver saputo paralizzare i poteri così militari, che civili dei passato tiranno, che odiato per tutto per i suoi delitti, conscio dì non poter resistere alle vittoriose armi Francesi, che con tante perfidie avea irritate; per colmo d'iniquità avea cercato d'armare i Cittadini contro i Cittadini, per avere il piacere, fuggendo, dì vedervi distrutti; ma voi colla vostra forza civica avete evitato lo spargimento dei sangue de'vostri compatrioti. Il Governo Provisorio penetrato e dal vostro attaccamento alla Repubblica Napoletana, e da' sentimenti di umanità, che v'animano, per darvi il più alto contrasegno della sua riconoscenza, ha decretato di farsi menzione nel processo verbale di aver i Tranesi, e voi bravi Cittadini, meritato dalla Patria.

 

Possa il vostro esempio, quale scossa elettrica rapidamente propagarsi. ed esser seguito in tutte coteste contrade, e da per tutto vedersi innalzato il sagra Albero della Libertà. Propagatene i lumi, emostratevi ben degni del nome di Repubblicani, che vi siete degnamente acquistato. Fra giorni vi si destineranno i Commisarj per organizzarvi. Salute e fraternità.

 

Il Cittadino Rappresentante Forges incombenzato dal Governo Provvisorio.

 

Arringa di Giuseppe de Logoteta membro dei Governo

Provvisorio, a'Popoli delle Calabrie.

 

Cittadini, finalmente è venuto quel giorno tanto da noi sospirato. Un'armata di Eroi condotta dal Generale Championnet ha fugato il tiranno, che avea violato il diritto delle genti, entrando a mano armata nella Repubblica Romana senza previa dichiarazione di guerra. Egli colla rapidità dell'Aquila pervenne a Napoli, risparmiando il sangue napoletano, salvando la Città dalla confusione, e dall'anarchia, in cui era miseramente caduta per opera dei Verre delle Calabrie, ch'eseguiva le istruzioni dell'infame Acton, obbrobrio della specie umana. La Repubblica Napoletana era già proclamata da' Patrioti napoletani, e nazionali, che con un coraggio eroico, essendosi impossessati del Castello di S. Eramo, giurarono di difenderla coi proprio sangue, o di perire corrie quegli Eroi, che morirono alle Termopile. Championnet, che può a ragione chiamarsi il Timoleone de' nostri tempi, assicurò le fortune de' particolari, salvandoli dalle stragi, e dal saccheggio, che alcuni stolti, sedotti dall'impuro avanzo de' realisti andavano commettendo. Colle sue virtù repubblicane ha conquistato i nostri cuori. Gli odj, le rapine, ed i vizj van cessando; ed altro non sì ascolta, che tratti di virtù. e dì eroismo. Le calunnie, che 'l tiranno, e la sua impudica consorte avean fatto spargere contro i Francesi son rimaste smentite dal fatto. Gli Ecclesiastici sono rispettati: non vi è alcun eccesso, né alcun disordine. I Napoletani, ed i Francesi si amano come fratelli, ed amici. I tiranni, che aveano di nuovo cospirato per opprimere gl'Italiani, son rimasti delusi nelle loro stolte pretensioni. Le vittorie de' repubblicani Francesi hanno sventate le loro perfide mire. E chi può mai resistere alle falangi repubblicane? Esse non sono attaccate giammai impunemente. L'Eroe, che venne a liberarci, ha giurato solennemente a nome della grande nazione, che sosterrà eternamente la nostra libertà, e non soffrirà mai, che alcun tiranno venga ad opprimerci. Noi ancora abbiamo giurato un odio eterno a' tiranni, e costante amicizia ed alleanza alla Repubblica Francese nostra Liberatrice. Già abbiamo un governo provvisorio installato dal Generale in Capo, colla Municipalità, e con tutte le altre autorità necessarie in un governo democratico.

 

Cittadini, il regno del capriccio, e dell'oppressione è cessato. La feudalità, la nobiltà ereditaria, e tutte le altre ridicole istituzioni diplomatiche più non esistono.

 

Le istituzioni sacre, e primitive della natura annientano tutte le viziose, che i tiranni per tenerci ne' ferri hanno inventate: a molti secoli

di oppressione succeder deve una perpetua felicità. Tutti i repubblicani son pronti a spargere fino l'ultima goccia del loro sangue; onde sostenere i diritti di un Popolo, che da schiavo è divenuto sovrano. Tra poco avremo una costituzione, che farà la nostra felicità. Si farà un sistema equo di finanze; l'agricoltura, le arti, le manifatture perverranno a quel grado di perfezione, che si deve.

 

Cari compatrioti, rammentatevi, che i nostri primi Padri originarj dei paese erano liberi, ed indipendenti. Le Colonie Greche, che vennero nelle nostre regioni, portarono la più pura democrazia. Avevano costumi puri, semplici, e virtuosi a segno, ch'erano riguardati come la parte più culta, e civilizzata della specie umana. Pervennero quindi a tal stato di grandezza, che per consenso de' Greci stessi, una porzione della nostra Repubblica fu chiamata la Grecia grande; nome, che le fu dato, non già per la vastità del suo territorio, ma per la sapienza de' suoi Legislatori, Filosofi, Poeti, Musici, Pittori, Scultori, e Guerrieri, li quali furono, e saranno sempre l'onore della specie umana. Cittadini imitate dunque i nostri maggiori nelle loro virtù, e non temete di alcuno. Non ascoltate le voci insidiose del misero avvanzo de' realisti. Il despota sarà punito delle sue scelleragini. Non temete le armate Inglesi, né quelle di Ferdinando: Vili quelli, saranno sempre battuti quando il tradimento non gli favorisce; questi è un poltrone ridicolo, e le sue truppe lo disprezzano, e l'odiano, Armatevi tutti, e seguite ciecamente quanto gli Uffiziali, e gli Agenti, che la Repubblica spedisce presso di voi ad organizzarvi, e difendervi, vi ordinano. Volete voi lasciare il più bel paese del mondo nella servitù? Nò certamente. Voi vi acquisterete una eterna riputazione, che sorpasserà la gloria di Armodio, e di Aristogitone. Osservate una disciplina esatta; amatevi co' me Fratelli; così la servitù, e la tirannide saranno annientate. L'armata Francese protegge la Repubblica Napolitana, che sarà eterna come la ragione, ed immortale come la verità.