Onori militari per i patrioti del 1799 prima del tradimento e della mattanza

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Creato Venerdì, 27 Giugno 2014 14:53
Ultima modifica il Venerdì, 27 Giugno 2014 14:55
Pubblicato Venerdì, 27 Giugno 2014 14:53
Scritto da Angelo Martino
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E’ noto che alla sconfitta della Repubblica Napoletana del 1799 concorsero in maniera determinante la flotta inglese di Orazio Nelson e i contingenti russi e turchi, ossia delle nazioni alleate dei Borbone.

I patrioti si arresero in seguito ad un armistizio che garantiva loro di espatriare in Francia o restare da uomini liberi nel Regno. Il mancato rispetto dell’armistizio da parte dell’ammiraglio Nelson fu considerato un “eterno disonore” per i Borbone in tutta Europa, anche dalle potenze che avevano riportato i Borbone sul trono, persino nella oscurantista Russia zarista.

Della vergognosa vicenda fu responsabile l’ammiraglio Oratio Nelson, totalmente succube dei voleri della regina, che esercitava la sua influenza ambigua e nefasta sull’amante di Nelson, Emma Hamilton, moglie dell’ambasciatore inglese.

Gli storici inglesi hanno riconosciuto tale macchia che ledeva non solo la memoria stessa di Nelson, ma costituiva altresì un episodio storico disonorevole per la stessa Inghilterra, anche grazie ai documenti pubblicata dal Sacchinelli e citati da Benedetto Croce da cui si ricava che il motivo della risoluzione dei patrioti di capitolare fu “la fiducia nell’osservanza della capitolazione e che il Nelson s’impadronì di essi per inganno, mandando al cardinale (Ruffo ndr), e direttamente ai patrioti stessi, per mezzo del Troubridge e del Ball, l’assicurazione che la capitolazione sarebbe mantenuta e che perciò i capitolati potevano imbarcarsi”.

Solo l’ammiraglio e storico americano Alfred Thayer Mahan contesta tale documentazione del Sacchinelli, ma è un altro storico inglese, Francis Pritchett Badham, a ricostruire in maniera puntuale le concordi testimonianze, tratte da varie fonti storiche come dai diversi momenti delle trattative tra il cardinale Ruffo e Nelson.

Badham conferma che il Nelson, esigendo l’annullamento della capitolazione, era cosciente di operare in maniera riprovevole e lo faceva solo per agire secondo il volere del re Borbone e della regina, la quale si serviva della bellezza e della lascivia di Emma Hamilton per tenere il

Nelson in condizione di estrema succubanza.
Secondo Croce,  Badham si serve anche del diario di Micheroux, pubblicato dal Maresca in “Archivio storico per le province napoletane”, scrivendo che “ai patrioti uscenti dai castelli i russi resero perfino gli onori militari, in conformità dell’articolo terzo della capitolazione; e che gl’inglesi non facessero lo stesso fu attribuito dai patrioti alla fretta onde si eseguì l’imbarco”.

Lo stesso capitano inglese Foote, spettatore dell’imbarco dei patrioti napoletani, dopo l’accordo di capitolazione, confermò quanto essi  fossero stati tratti in inganno, e il suo “Diario napoletano” reca la notizia che anche il comandante del contingente russo, Baillie, rifiutò di rimanere a Napoli, privo del coraggio di dover assistere alla mattanza di uomini, patrioti che si erano fidati sempre della sua parola.

Per lo storico Badham, anche all’ammiraglio Francesco Caracciolo si estendeva l’accordo di capitolazione, ma siccome era ritenuto pericoloso per la sua perizia in materia navale, si era reso necessario metterlo a morte. Inoltre la sentenza era già stata comunicata dall’ambasciatore inglese Hamilton ad Acton due giorni prima che fosse emessa da una giuria del Consiglio di guerra totalmente succube dei voleri dei Borbone, complici gli Hamilton e Nelson.

 

 

Bibliografia

Francis Pritchett Badham, Nelson at Naples, 1900

Benedetto Croce, La rivoluzione napoletana del 1799, Bibliopolis, 1998