Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Le tragedie delle guerre, il valore e il dovere della pace

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Spigno SaturniaI mali più grandi della storia sono stati la guerra, la peste, la carestia, con al primo posto la guerra, che provoca morti, feriti, distruzioni, odi; la peste era la malattia più temuta, perchè non dava scampo, portava alla morte tutti e non c'erano rimedi; la carestia era il pericolo incombente ad ogni annata agricola che non andava bene e produceva la fame.

Gli uomini dei secoli passati avevano un tale terrore di questi tre mali che li rappresentavano, la guerra, la peste, la carestia, come scheletri a cavallo con la falce, che tagliavano la vita a chiunque incontravano, vecchi, donne, bambini, in primo luogo, perchè più deboli.

Con i progressi della medicina e delle tecniche agricole, la peste e le altre malattie, anch'esse spesso mortali, la fame, sono state vinte in gran parte della Terra, ma la guerra continua a flagellare l'umanità, se pensiamo a paesi che ancora la conoscono tragicamente, come la Siria, dove si è giunti alla cifra pesante di 130 mila morti, in gran parte donne, vecchi, bambini.

Questa, della fine di ogni guerra e della conquista della pace in tutta la Terra, è la battaglia che bisogna vincere, che dobbiamo tutti fare, portando ognuno il proprio granello di sabbia, perchè solo nella pace sono possibili il progresso, il benessere, la crescita civile di un popolo e la "dobbiamo" volere, perché con le armi terribili che abbiamo, armi atomiche, missili, armi chimiche, l'umanità andrebbe incontro al rischio della propria estinzione, come hanno dichiarato alcune delle personalità più grandi e nobili del Novecento, come d es. il grande fisico Einstein e il grande politico, fondatore della nonviolenza, promotore dell'indipendenza dell'India, Gandhi "O l'umanità distruggerà gli armamenti o gli armamenti distruggeranno l'umanità".

Chi visita il Monastero di Montecassino, che è divenuto un noto simbolo delle distruzioni che la guerra porta con sè, trova una sola parola in grande sulla sua facciata, come monito solenne e come un dovere, " Pax".

Troppo sangue è stato versato, troppe violenze sono state commesse, tante distruzioni sono state fatte, troppi odi si sono scatenati.

Occorre, si ripete, la fine della corsa agli armamenti, occorre una profonda riconciliazione tra gli esseri umani di tutte i continenti, di tutte le razze, di tutti i colori, ritrovando la comune umanità.

Siamo tutti fratelli e sorelle, siamo abitanti di una stessa casa, che è la nostra cara, piccola, miracolosa Terra, piccolo granello di sabbia che gira intorno ad una stellina, il nostro caro Sole, in questo braccio della nostra Galassia, ammasso inimmaginabile di stelle, che girano, come in una giostra al di là della fantasia, accanto ad altre innumerevoli galassie in un universo dalla grandezza non ancora afferrabile nella sua immensità.

Non ha senso, è una follìa, è uno spreco di risorse che non ci possiamo permettere specialmente in questo periodo di grave crisi, che tutti ci tocca, continuare nella corsa agli armamenti, che, se usati sciaguratamente, renderebbero la terra un deserto freddo e vuoto, come la Luna, e non abbiamo vicina nello spazio un’altra Terra, dove salvarci.

Ma, se dobbiamo volere sempre, specialmente oggi, la pace, occorre doverosamente dire, per spirito di verità, che nella storia non tutte le guerre sono state uguali ed alcune sono state necessarie come difesa da mali ancora maggiori.

Quando un tiranno, un dittatore, un regime sanguinario e dispotico hanno oppresso il loro popolo ed hanno offeso il diritto degli altri popoli, è stato giusto che il popolo offeso e oppresso o invaso si sia ribellato e si sia difeso.

Negli esempi di guerre giuste (che si facevano tuttavia, occorre ricordarlo, con mezzi diversi da quelli di oggi, che non implicavano cioé la fine del mondo, se usate, come può succedere oggi) si colloca la Prima Guerra Mondiale 1914-1918, che vide anche l'Italia in guerra, per liberare le terre italiane oppresse dallo straniero, dall'impero austro-ungarico, quindi il Trentino, la Venezia Giulia, l'Istria, Trento, Trieste, Gorizia, Pola.

La Prima Guerra Mondiale è stata come la quarta guerra di indipendenza, dopo quelle del 1848-1849, del 1859-1860, del 1866, e tutti gli italiani devono avere gratitudine per le centinaia di migliaia di giovani vite, che si sono sacrificate per rendere una, indipendente, indivisibile la nostra cara e bella Italia.

Perciò noi abbiamo giustamente onorato i morti anche di Spigno, come di ogni contrada d'Italia, che hanno dato la vita per la Patria e giudichiamo ingrati e indegni quelli che vogliono offendere e distruggere quella unità e quella indipendenza dell'Italia, che sono costate tanti sacrifici e tanti morti.

La seconda guerra mondiale 1939-1945 non è stata come la prima, perchè non aveva come obiettivo quello di liberare dall'oppressione straniera parti della Patria, anzi ha messo l'Italia dalla parte del torto storico, avendo come scopi quelli di andare a occupare paesi già liberi e indipendenti, come la Grecia, o di approfittare della sconfitta militare della Francia  ad opera del nazismo e di Hitler, per occupare parti del territorio del grande popolo vicino latino, quindi fratello.

I colpevoli storici di questa tragedia della seconda guerra mondiale sono stati, accanto al nazismo, il fascismo e Mussolini, che hanno trascinato il paese nel disastro e nella rovina, che hanno toccato tutta la penisola ed in modo particolare le nostre terre e Spigno Saturnia in particolare.

Il fascismo è stato una dittatura senza libertà e senza democrazia, un governo violento ed assassino che ha fatto morire gli spiriti più nobili ad esso giustamente avversi, come Giacomo Matteotti, Giovanni Amendola, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Carlo e Nello Rosselli. un regime che ha condiviso con il nazismo il razzismo, perseguitando gli ebrei, occupando paesi che facevano parte della Società delle Nazioni come l’Etiopia, aiutando altri regimi dittatoriali come il franchismo in Spagna.

Il povero popolo italiano ha dovuto subire quelle scelte sciagurate ed ha dovuto piegare il capo.

Tanti militari, pur non condividendo nel fondo dell'animo quelle decisioni, hanno dovuto obbedire ed hanno fatto il loro dovere, hanno perso la vita, sono stati feriti o fatti prigionieri ed anche ad essi, pur portando avanti una guerra sbagliata, vanno il nostro rispetto e la nostra pietà e giustamente sono stati ricordati.

Il nazismo ed il fascismo alleati con un patto d'acciaio sono stati un flagello terribile non solo per i loro paesi, la Germania e l'Italia, ma, in alleanza con il militarista e imperialista Giappone, hanno provocato milioni di morti, di genocidi, di feriti, di distruzioni, quali mai si erano visti nella storia.

Teniamo sempre presente che, se sciaguratamente avessero vinto la guerra, nazismo e fascismo avrebbero imposto la loro folle dittatura a tutti gli altri paesi, i nostri padri sarebbero stati mandati nei campi di concentramento o di sterminio, se oppositori, e i nostri figli sarebbero stati educati alla violenza, al razzismo, alla disumanità,  all'assenza di ogni libertà, di ogni forma di democrazia.

Se il nazismo e il fascismo non hanno fortunatamente vinto, lo dobbiamo alla opposizione, alla lotta, ai sacrifici memorabili nella storia del mondo della libera Inghilterra e dei grandi democratici Stati Uniti, oltre che alla Resistenza di tanti antifascisti, che hanno dato in Italia ed in Europa un importante contributo di sangue e di martìri, prima nelle carceri, nel confino, nell’esilio, poi nelle città e sulle montagne ( e basti ricordare Duccio Galimberti e i Martiri delle Fosse Ardeatine).

Senza la immensa e possente forza militare e ideale dell’Inghilterra e degli Stati Uniti e senza il contributo della Resistenza italiana ed europea, l'orizzonte futuro dell'umanità, dell'Europa, delle stesse Italia e Germania, sarebbe stato buio come la pece, disumano e terribile.

Sempre dobbiamo avere la gratitudine verso l'Inghilterra e gli Stati Uniti e gli uomini e le donne della Resistenza, che ci hanno "liberato" da un incubo tra i più tremendi della storia e perciò giustamente celebriamo questo giorno, il 15 maggio, nel ricordo del giorno del 1944, che vide la vittoria anche qui a Spigno delle armate inglese e americana contro i nazisti tedeschi e sempre occorrerà portare in questo giorno celebrativo una corona di fiori anche e soprattutto ai tanti caduti inglesi, che riposano nel Cimitero di Minturno, ed io ogni tanto ci passo, lo confesso, portando un fiore ad una croce particolare, quella di un caduto inglese di 19 anni, che morì il 19 gennaio 1944, lo stesso giorno in cui sono nato.

Egli moriva ed io nascevo e potevo continuare la mia vita in un paese libero e democratico, che ha posto i valori di libertà e di democrazia a fondamento della sua, della nostra, cara bella Costituzione repubblicana del 1948, nella quale l'altro grande valore è la pace, perchè si afferma solennemente che l'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti ed opera con spirito di collaborazione e di riconciliazione nei rapporti con gli altri popoli, che ha portato alla nascita e alla costruzione della miracolosa Unione Europea.

Essa ha posto fine alle guerre fratricide in Europa e sono folli e disumani quelli che criticano l’Europa Unita e vorrebbero tornare agli stati nazionali chiusi in sé e quindi divenire un pericolo di nuovi conflitti.

Sempre, cari cittadini, educatori e studenti dobbiamo imparare ad amare la nostra cara Italia repubblicana libera e democratica, pacifica, il suo inno, la sua nobile bandiera, il suo stemma che non a caso contiene tra i  suoi simboli un ramoscello d'olivo, immagine della pace.

La nostra cara patria repubblicana libera e democratica ci ha dato in tutta la sua vita storica dal 1946 fino ad oggi sempre pace e progresso e questo è un miracolo storico nella millenaria storia della penisola.

Spigno Saturnia, con il suo carico immane di distruzioni, di sofferenze, più di Cassino e Montecassino, più di altri paesi vicini, fa cogliere le tragedie della seconda guerra mondiale, i veri termini storici dello scontro armato, e il monito che ne viene anche per l'oggi.

Spigno Saturnia, questa nobile e cara cittadina, nei suoi millenni di storia aveva conosciuto il dominio di vari popoli, ma era rimasta comunque sempre intatta lassù, sotto il Petrella, vivendo, operando, crescendo attorno alla chiesa, al campanile, al castello, al cimitero.

Il 29-30-31 gennaio 1944 con lucida, fredda crudeltà fu minata e distrutta dai nazisti, che esemplificarono alle spalle di una umile comunità il loro spirito disumano, che fecero emergere, in forme assolute, nei campi di sterminio e ad Auschwitz in particolare.

Spigno Saturnia, non distrutta a poco a poco dai bombardamenti delle due forze in campo, come avvenne per gli altri paesi della linea Gustav, ma lucidamente in tre giorni dai nazisti, resta come imperitura lezione contro i pericoli mortali di ogni totalitarismo e su quello che essi producono.

Questo giorno, il 15 maggio, quella "liberazione", che fu veramente una "liberazione da un pericolo mortale per l'umanità per il presente e il futuro", che sempre quindi dovrà essere ricordata, richiamano anche episodi avvenuti proprio a partire da quel giorno, episodi di sofferenza che la popolazione civile dovette subire da parte di alcune truppe nordafricane, quelle marocchine, inquadrate nel corpo francese all'interno dell'armata inglese.

E quindi mai si dovrà in quel giorno dimenticare il tributo di sofferenza che la popolazione di Spigno Saturnia e degli sfollati di paesi vicini hanno dato alla "liberazione" e alla nascita dell'Italia nuova, della nostra cara Italia repubblicana libera, democratica, umana, pacifica, una e indivisibile, costruttrice e membro fondamentale della miracolosa Unione Europea.

Viva l’Italia !

 

 

 

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