Un baciamano, nel carcere femminile di Pozzuoli
“Marzo donna” ha riempito la città di incontri, conferenze, concerti e mostre dedicate ad economia e politica nella pratica delle donne, ma il 26 marzo si è messo in movimento per andare lì dove le donne non possono partecipare alle manifestazioni: nel teatro del carcere femminile di Pozzuoli, è stato rappresentato “Il baciamano” di Manlio Santanelli, dove l'essere umano che mangia se stesso diventa metafora della Napoli che uccide la sua essenza "umana", mentre il più alto desiderio della donna-lazzara si rivela quello di provare il piacere della gentilezza negata, attraverso un semplice baciamano. Quello di Pozzuoli, affidato alla direttrice Stella Scialpi, è il carcere più affollato d’Italia, con quasi 200 detenute su una capienza di 91 posti, ma vanta anche alcune realtà di eccellenza, come la struttura sanitaria che è un punto di riferimento anche di altre strutture penitenziarie, ed alcune particolari attività produttive come la produzione di caffè nella torrefazione creata dalla cooperativa Lazzarelle, e numerosi corsi, fra cui la progettazione di gioielli, quello di cucina e per pizzaioli, che hanno avviato al lavoro esterno alcune detenute.
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