Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Luisa Sanfelice 1799. Va in scena la "Mattanza"

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Con molto piacere abbiamo ricevuto dal Maestro Alessandro D'Alessandro l'invito a partecipare ed a patrocinare un suo lavoro teatrale, Luisa Sanfelice 1799, la Mattanza, un progetto su cui ha speso anni per la realizzazione e che finalmente sarà rappresentato il 15 Febbraio 2014 alle ore 19.00, presso la Basilica di S. Giovanni Maggiore a Napoli.

Sono queste le opere che meritano di essere premiate non solo per l'impegno che richiedono, ma perchè ridonano vita alla gloriosa memoria storica di Napoli.

L'invito è esteso a tutti i lettori del Nuovo Monitore Napoletano. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito Luisa San Felice, opera lirica.

Di seguito riportiamo la sintesi dell'opera.

Il nostro migliore Ad Majora al Maestro D'Alessandro ed tutta la compagnia.

Opera Lirica  verista  in  due  atti. Libretto di Riccardo D'Alessandro e Vincenzo De Simone. Musica di Alessandro D'Alessandro.

 

Personaggi:

Luisa  de Molino  Sanfelice, nobildonna napoletana - Soprano

Eleonora  de  Fonseca  Pimentel,  nobildonna e intellettuale, redattrice de “Il Monitore napoletano”, eroina del 1799 -  Mezzosoprano

Maria  Carolina D’Asburgo-Lorena,  regina di Napoli - Soprano

Emma  Lyon   Hart   Hamilton, dama di corte e  amica intima   della regina - Mezzosoprano

Francesco  Mario  Pagano, - giurista napoletano, rivoluzionario - Tenore

Gerardo Baccher, banchiere  napoletano filo borbonico, spasimante di Luisa Sanfelice - Tenore

Ferdinando   IV  di    Borbone, re di Napoli - Basso

Fabrizio  Ruffo, cardinale calabrese, vicario del re  e generale   a capo dell’esercito sanfedista Baritono - Basso

Pulcinella,   ovvero  il popolo napoletano - Baritono- basso

Camilla  de  Molino  Salinero,   madre di Luisa Sanfelice - Contralto     

La trama.

Il dramma  è  ambientato prima a  Parigi  e  successivamente a  Napoli,  nel  decennio  1789/1799 a cavallo  tra la prima fase della Rivoluzione Francese e la proclamazione della Repubblica Napoletana. Si conclude nel giorno della morte di Luisa Sanfelice,  giustiziata

l'11 settembre  1800.

Nota storica

Il  14  Luglio  1789  a Parigi  i  rivoluzionari  giacobini, esasperati dalla recessione causata dal  malgoverno di Luigi XVI e di Marie Antoinette d’Asburgo-Lorena, insorgono contro la monarchia occupando la Bastiglia, carcere-simbolo del regime autoritario. La rivoluzione francese è cominciata e continuerà tra vicende alterne e dolorose raggiungendo l’apice con la proclamazione della repubblica e la conseguente abolizione della monarchia;  il  21  gennaio 1793  il  re Luigi XVI, a causa del pessimo operato,  a furor di popolo viene processato e  decapitato.   Poco dopo sarà giustiziata anche la dissoluta regina  Marie Antoinette  sorella di Maria Carolina d’Austria, divenuta  regina di Napoli sposando Ferdinando IV di Borbone.

Luisa Sanfelice, nonostante le sue origini nobili, è vittima dell’operato irresponsabile di suo marito;  ora vive da sola e i suoi figli sono affidati a vari istituti di carità. 

Atto I

   Parigi.Plâce de la Bastille.

I rivoluzionari giacobini francesi esultano dopo l’insurrezione appena conclusa. La Bastiglia è presa. Ora, stanchi, riflettono su quanto sia costata loro la rivolta sociale, hanno perso famiglia e beni in cambio della libertà  la fraternità  e l’uguaglianza.

(coro dei soldati e del popolo francese)

Napoli.Palazzo Reale

 Maria Carolina  d’Asburgo apprende con disperazione la notizia della triste fine di sua  sorella; la sua amica intima  Emma  Lyon Hamilton, consapevole dell’ascendente che ha su di lei, cerca di  placare  la  sua ira  e la regina,  profondamente colpita dalle belle parole della sua amica-amante, si calma ma  giura  vendetta verso tutti i filo-giacobini che a Napoli si stanno già organizzando con l’obiettivo di  destituire la monarchia.

Il re di Napoli  Ferdinando IV di Borbone è incurante  dei  problemi  economico-sociali della sua città,  i suoi  principali  interessi sono  la caccia,  il benessere dei suoi cani e le donne. 

La regina, ossessionata dall’ansia di vendetta, approfitta dell’  inezia del marito  e accentra  su di sé tutto il potere decisionale  legiferando  al suo posto.

Casa Pimentel

Nel salotto illuminista  dell’intellettuale di origine portoghese Eleonora de Fonseca  Pimentel  si ritrovano  alcuni tra i più illustri personaggi della cultura partenopea  tra cui  Mario Pagano e il banchiere filo-borbonico Gerardo Baccher.  Gli intellettuali si riuniscono assiduamente  per  discutere di libertà e diritti dell’ uomo:  il loro vero intento è di sovvertire la monarchia assolutista dei Borbone ed instaurare una  Repubblica Napoletana e per riuscirci   decidono  di chiedere  aiuto militare  all’esercito  francese. 

Gerardo Baccher  si isola dalla discussione; i suoi pensieri sono rivolti a una donna  bellissima  di  cui è segretamente innamorato, Luisa de Molino Sanfelice.  Gerardo è folgorato dal  fascino misterioso e dalla semplicità di Luisa, ma non ha il coraggio di  rivelarle i suoi sentimenti .

Aula del Tribunale di Napoli

 I risultati del “ripurgo” monarchico  non tardano a venire:  tre  giovanissimi  giacobini vengono  arrestati  e, nonostante l’arringa difensiva appassionata e lucida del giurista Francesco Mario Pagano,  il  14 ottobre 1794   sono giudicati rei di stato e giustiziati:  sono i primi martiri della mattanza borbonica.

Proscenio

 A Luisa Sanfelice resta solo l’ amicizia sincera di Eleonora , che placa la sua  inquietudine ma non una strana  sensazione di freddo che la pervade come un vento o  un oscuro presagio.

Sotterranei della “casa degli spiriti” a Posillipo.

La regina, sempre più inviperita, assume un piccolo esercito di delatori affidando  loro il compito di  scovare i responsabili del  movimento  filo-giacobino  che  si aggira tra le  logge massoniche di ispirazione illuminista.   Si avvale di un consigliere particolarmente fedele, che le indica volta per volta i passi da compiere contro i congiurati : è il  suo amante Lord Acton.

Casa di Eleonora Pimentel

Il cardinale viene a conoscenza delle frequenti riunioni sediziose a casa di  Eleonora;  si insinua nella sua abitazione senza essere invitato e trova nella vasta biblioteca alcuni libri censurati dalla monarchia come “l’ Encyclopédie” di Denis Diderot e i libri illuministi di Montesquieu e Voltaire;  ciò gli basta per ricattarla:  in cambio del  silenzio le chiede di compiacere le sue voglie amorose.  Eleonora, sbalordita, lo invita malamente ad uscire di casa.  Ruffo esce furiosamente e minaccia di  morte Eleonora  assieme alla sua amica  Luisa

Sanfelice.  Mentre la donna, sconvolta dall’accaduto, riordina i suoi libri bussano alla  porta: i gendarmi irrompono con un ordine di perquisizione e di arresto per cospirazione contro il re; viene portata via.

Lati da demoni assetati di sangue e da opportunisti  ammaliatori, è  legato sopra un carro trascinato ti e due i lati, le cui corde sono tenute da strani personaggi somiglianti a briganti  che  ora tirano da un lato ora dall’altro.

Nota storica

Spaventati dall’ arrivo delle truppe francesi di Championnet in aiuto dei rivoluzionari, poco prima del Natale 1798,  i  sovrani fuggono vigliaccamente verso l’altra  corte di  Palermo portando a loro seguito tutti i beni e svuotando le casse comunali. A Napoli c’è un clima di totale anarchia, la gente  non capisce cosa sta succedendo e, siccome è ancora molto legata al re, combatte coi propri mezzi sia i giacobini che i  francesi.

E’  il  principio di  un inferno politico e sociale in cui il popolo napoletano, data la sua scarsa alfabetizzazione, non è in grado di comprendere e aderire allo spirito umanitario su cui è fondata la nascente Repubblica e  riconoscere  nel cambiamento  la propria  salvezza.

I principi di libertà e i miglioramenti sociali auspicati dalla nascente Repubblica sono ampiamente divulgati dai giacobini attraverso la capillare distribuzione del periodico “Il Monitore Napoletano” redatto con profonda passione dalla Pimentel, nel frattempo liberata dal carcere dai suoi compagni rivoluzionari, dopo due mesi di durissima prigionia.

I realisti borbonici sono ancora a Napoli e, nonostante siano in piccolo numero, ricevono ordini da Palermo per preparare una congiura anti-rivoluzionaria. Una delle famiglie realiste più attive è quella dei Baccher.

Atto II

Napoli. notte tra il  19 e il  20 gennaio 1799   Castel S.Elmo .

Eleonora, Mario Pagano, Luisa e gli altri  giacobini   occupano  Castel  S.Elmo che diventa la roccaforte della rivoluzione, innalzano  l’albero delle libertà e fanno sventolare la bandiera rossa, gialla e blu. Mario Pagano è incaricato di  redigere la Legge  Costituzionale . Con l’approvazione del  comandante  Championnet  si proclama  la Repubblica Napoletana il  21  gennaio 1799. Lo spirito combattivo e l’energia che effonde Eleonora dà coraggio a tutti , nonostante che il  Governo appena insediato si rende presto conto delle enormi difficoltà nell’ applicare la legge  a  Napoli,  tra lazzari a favore del re e delatori  realisti ancora sul territorio.

Proscenio

I realisti borbonici della famiglia Baccher  preparano una congiura contro i repubblicani, su ordine  del re:  di notte saranno contrassegnati  con il gesso i portoni  delle case dei giacobini, così i lazzari  potranno  scovarli e  trucidarli.  Gerardo Baccher ha paura per la sorte di Luisa:  un foglio di assicurazione col sigillo reale le consentirebbe di uscire dalle mura e salvarsi  la vita.

Prende uno dei fogli di assicurazione, che i realisti consegnano segretamente ai loro complici, e si reca da Luisa, travestito da monaco  per  non essere riconosciuto dal portiere del palazzo ( ed  essere accusato quindi di cospirazione dal nuovo Governo). Luisa accetta il salvacondotto con grande sorpresa e una profonda ammirazione, Gerardo allora vince la timidezza e le rivela il suo immenso amore.  Luisa non prova nulla per Gerardo.  Nell’ intento di salvare i suoi compagni Luisa svela agli altri giacobini la congiura senza rivelarne la fonte. Gerardo viene riconosciuto, nonostante il travestimento, e viene arrestato. Luisa si ritiene responsabile dell’accaduto e della sorte che toccherà a Gerardo, che l’ama più della sua vita.                          

La rivelazione della congiura dei Baccher , che salva la vita a molti patrioti, erge la  Sanfelice  a  eroina della rivoluzione.

Palermo. I sovrani per riconquistare il regno chiedono al cardinale Ruffo  di costituire un’ armata e di marciare alla volta di Napoli. Egli accetta ottenendo  l’ incarico di  Vicario  del  re  e tutti i mezzi necessari per assoldare e armare gli uomini. Con una grazia i sovrani fanno  uscire dalle carceri  briganti e  mercenari assassini che assieme ad altri volontari calabresi partono in nome della santa fede.  L’armata di sanfedisti guidata da Ruffo avanza inesorabilmente e sempre più numerosa dalla Calabria fino a Napoli, passando per la Basilicata e le Puglie  e lasciando  dietro di sé  una triste scia di  morti innocenti, soprattutto bambini, di violenza carnale  e saccheggi .  I  più spietati  sono i briganti  Panedigrano e Frà diavolo che portano a termine la loro opera senza alcun limite al crimine, forti della benedizione del cardinale sanguinario. 

Napoli. Il 13 giugno 1799  Gerardo viene giustiziato e  per ironia della sorte muore nello stesso giorno in cui l’esercito sanfedista del cardinale entra vittorioso a Napoli.  La Repubblica Napoletana viene abolita e tutti i giacobini del Governo Repubblicano frettolosamente processati da giudici corrotti. Eleonora, nel confortatorio del carcere dov’era già stata rinchiusa, decide istintivamente di scrivere una lettera a Luisa indicandole i motivi del cambiamento sociale, le responsabilità disattese e la vita dissoluta dei monarchi, le condizioni in cui versa il popolo e il pericolo  che corrono i rivoltosi, infine  il motivo per cui non bisogna desistere per  combattere l’arroganza di tutte le monarchie. Poco  dopo sarà uccisa assieme agli altri martiri  del Governo Repubblicano  sul patibolo eretto in Piazza Mercato, il 20 agosto 1799. 

Luisa  Sanfelice, rinchiusa nel carcere della Vicaria dal 13 settembre 1799, tenta disperatamente di  inscenare una  gravidanza per salvarsi.

Al rientro dei sovrani viene visitata da medici di fiducia del re, che  confermano la finta gravidanza, e processata e condannata a morte con l’accusa  di essere rea di stato, anche perché la Pimentel  l’aveva definita sul  Monitore Napoletano  la “Madre della Rivoluzione”  .

Il “ripurgo” voluto da  Maria Carolina volge al termine, placando la sua sete di vendetta.

Il 24 gennaio 1800 con un editto ordina la distruzione di tutte le carte della Repubblica Napoletana, sperando così  nell’oblio.

Luisa trascorre le sue ultime ore nel confortatorio della Vicaria in compagnia della madre Camilla Salinero che, affranta e raggelata dal dolore, vede la giovane figlia pagare una colpa mai commessa.

Un attimo prima che il boia e i gendarmi la conducano verso il patibolo, la madre consegna alla figlia una lettera: Eleonora, prima di morire, era riuscita a fargliela recapitare con la preghiera di consegnarla alla cara amica Luisa e di conservarla come il suo testamento spirituale. Le guardie concedono alla condannata il tempo di leggere la lettera; la legge, poi  si avvia verso la sua sorte. Ora finalmente è consapevole di quello che ha lasciato e di ciò che ha compiuto;  le rimane la sola  speranza che il mondo sappia delle loro gesta.

L’ultima vittima della mattanza borbonica muore nel modo più crudele possibile, sotto la mannaia di un macellaio improvvisato boia per l’occasione,  l’ 11 settembre del 1800 .

Ma tutto il sangue versato in  144  giorni di rivoluzione alla ricerca di libertà e uguaglianza  attraverso i diritti dell’uomo aiuterà qualcuno a ribellarsi alle ingiustizie ?  

 

 

 

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