Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

L'arte del '600 napoletano riaffiora dal passato

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In un’antica piazzetta di Sant’Anastasia chiamata Trivio,  c’è una Congrega  detta “ Delle anime purganti” che appartiene alla chiesa di Santa Maria La Nova risalente al ‘500.

Rimasta chiusa per anni, la piccola congrega situata ad un livello superiore rispetto alla strada, tanto che per accedervi bisogna salire una vecchia scaletta di ferro, ha suscitato l’interesse del nuovo parroco che ha pensato di farla restaurare, vista la bellezza dell’altare policromo, degli angeli che lo adornano, e di alcuni altri arredi tra cui una colonna.

L’altare, veramente bello, era sovrastato da una pala scurita dal tempo e dall’incuria che nascondeva  un affresco raffigurante una Crocifissione con un Cristo, che per qualcuno somiglia al volto della Sindone, una dolcissima Madonna, Maddalena e San Giovanni. L’opera, abbastanza ben conservata e di autore ignoto, non è stata ancora datata ma è sicuramente antecedente  al XVIII° sec. Oltre all’altare, anche la pala è stata restaurata, e ciò ci ha riservato un’enorme sorpresa. Essa raffigura una Madonna con Bambino seduta su di una nuvola, attorniata da angeli e santi in uno sfolgorio di luce.

Il restauro ha messo in risalto i colori, i chiaroscuri e quei particolari che prima non si vedevano, tra cui uno scudo  o uno stemma sul quale risalta chiaramente il nome degli autori. Sì, perché la pala è opera di due rinomati artisti  del ‘600 napoletano: Domenico Viola e Paolo De Matteis.

Il  Viola  fu discepolo di Aniello Falcone e grande protagonista della pittura del suo secolo. Lavorò non solo a Napoli ma anche a Madrid per la corte spagnola.  

A Roma, dove frequentò l’ambiente dei Bamboccianti, dipinse per vari ecclesiastici e ambasciatori  e  fu un  grande amico di  Michelangelo Cerquozzi.  con il quale nel 1633 coabitò  in Via Capo le Case.

Anche  Cornelius Bloemaert ,Claude Lorrain, Nicolas Poussin ed altri pittori olandesi e francesi furono nella sua cerchia.  Viaggiatore instancabile  visse ed operò in varie città europee dove lavorò per molti committenti.

L’altro pittore, subentrato al Viola che era morto lasciando incompiuta l’opera, fu Paolo De Matteis (1662-1728). Questi, denominato  “Paoluccio della Madonnina” e il cui autoritratto campeggia nella Sala 204 al secondo piano del Museo di Capodimonte, è stato un pittore molto conosciuto ed apprezzato in tutta Europa.

Cilentano, si trasferì a Napoli  molto presto, fu allievo di Luca Giordano  e particolarmente attivo in tutto il regno.

A Roma fu introdotto all’Accademia di San Luca e frequentò l’ambiente dei pittori francesi. Successivamente lo troviamo a Parigi alla corte di Luigi XIV da cui fu protetto.  Dipinse ed affrescò le case di ricchissimi banchieri parigini e lavorò per la Compagnia delle Indie.

Lasciata la capitale francese lo ritroviamo a Vienna, Madrid, Alicante, Londra. Tornò a Napoli dove dipinse nella chiesa del Gesù Nuovo, in quella di Sant’Anna dei Lombardi e di San Gregorio Armeno, nella chiesa di San Nicola alla Carità, nell’Abbazia di Montecassino e in quella di San Martino, nella chiesa di Santa Brigida e in quella di San Liborio.  

Fu, comunque, molto attivo su tutto il territorio italiano, operò ad Arezzo, Melfi, Benevento, Bergamo, Messina, Roma dove dipinse per papa Innocenzo XIII.  

Artista di ampio respiro, dunque, e dal carattere non facile, infatti ci viene descritto come un uomo arrogante e supponente.

Dopo aver tanto girovagato ed aver mietuto grandi riconoscimenti, tornò a Napoli dove continuò a dipingere fino alla fine avendo fra i suoi discepoli Antonio Sarnelli  e le tre figlie fra cui Mariangiola che si specializzò nei ritratti.

Oggi le sue opere sono esposte al Louvre, al P.Getty Museum, al Museo di Stato di Copenaghen, alla National Gallery di Londra, alla Pinacoteca di Brera.

Fra queste, croce e delizia, la pala della Chiesa di Santa Maria la Nova di Sant’Anastasia ennesimo tesoro nascosto  e tutto da valorizzare nello straordinario panorama artistico di Napoli e della sua provincia.

 

 

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