Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Salvo D'Acquisto. Morire da eroe

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Era nato  il 15 ottobre del 1920 a Napoli, Salvo D'Acquisto, il vicebrigadiere dei Carabinieri che il 23 settembre del 1943 sacrificò la sua vita per salvare 22 ostaggi dalla ferocia dei nazisti.

Dalle testimonianze di chi ebbe la fortuna di conoscerlo, Salvo era un ragazzo riflessivo, di poche parole, benvoluto dai colleghi  per il suo carattere disponibile, cordiale, per la sua capacità di condividere gioie e dolori e per il suo spirito di solidarietà.

Nella sua breve vita fu un punto di riferimento non solo per i commilitoni, ma anche per i familiari.

Non nutriva odio verso i nemici, anzi, auspicava che i rapporti internazionali potessero essere dominati e guidati da spirito di collaborazione tra i popoli e dalla giustizia sociale.

Nel 1939 si arrulò nell'Arma dei Carabinieri e nel dicembre del '42 fu promosso ed assegnato alla Stazione di Torrimpietra, una cittadina distante una trentina di chilometri da Roma.

Qui visse  gli ultimi nove mesi della sua vita, amato e stimato da tutti.

La sera del 22 settembre 1943, un soldato di un reparto di SS insediatosi in una caserma abbandonata della Guardia di Finanza, rimase ucciso per lo scoppio di una bomba.

I tedeschi gridarono all'attentato, ma più probabile fu l'ipotesi di un incidente, magari rovistando imprudentemente in una cassetta con all'interno delle bombe a mano lasciata in precedenza dai  finanzieri.

La mattina seguente  il comandante del reparto tedesco, recatosi a Torrimpietra per cercare il comandante della locale stazione dei Carabinieri, vi trovò il vice brigadiere D'Acquisto, al quale ordinò di individuare i responsabili dell'accaduto.

Salvo cercò di convincerlo che si era trattato  di un incidente, ma fu inutile.

Torrimpietra fu circondata dai tedeschi e 22 cittadini innocenti furono presi in ostaggio  e trasportati su un camion presso la Torre di Palidoro, per essere fucilati.

Salvo D'Acquisto provò ancora una volta a convincere l'ufficiale tedesco della casualità dell'accaduto, ma fu ancora inutile. I tedeschi costrinsero gli ostaggi a scavarsi una fossa comune, alcuni con le pale, altri a mani nude.

Pur se estraneo ai fatti, il vice brigadiere, allora, per  salvare i cittadini innocenti, si autoaccusò come unico responsabile dell'attentato e chiese la liberazione degli ostaggi, un gesto questo che ancora oggi rimane uno dei massimi esempi di coraggio e nobiltà d'animo nella storia del nostro Paese.

Questa è la testimonianza di Angelo Amadio, uno dei superstiti creduto dai tedeschi un carabiniere e pertanto trattenuto per farlo assistere alla esecuzione.:

« all'ultimo momento, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati eccetto il vicebrigadiere D'Acquisto. ... Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottufficiale parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell'interprete. Cosa disse il D'Acquisto all'ufficiale in parola non c'è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l'ultimo ad allontanarmi da detta località. »

I 22 prigionieri furono lasciati liberi e immediatamente si diedero alla fuga, lasciando il sottufficiale italiano già dentro alla fossa, dinanzi al plotone d'esecuzione.

Alla fuga si unì immediatamente dopo Amadio, quando riuscì a dimostrare, presentando i suoi documenti, che in realtà era un operaio delle ferrovie e non un carabiniere.

Mentre correva, fece in tempo a sentire il grido "Viva l'Italia" lanciato dal carabiniere, seguito subito dopo dalla scarica di proiettili che portavano a termine l'esecuzione.

Si girò e vide un ulteriore colpo sparato da un graduato tedesco al corpo già riverso per terra ed i soldati ricoprire il corpo di D'Acquisto con il terriccio, spostandolo con i piedi.

"Quantunque malmenato e a volta anche bastonato dai suoi guardiani, il D'Acquisto serbò un contegno calmo e dignitoso", come ebbe a riferire in seguito Wanda Baglioni, una testimone oculare.

Il coraggio del carabiniere colpì anche le stesse SS, che il giorno dopo, secondo quanto testimoniato ancora dalla Baglioni, le riferirono: "Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte."

Salvo D'Acquisto fu fucilato all'età di nemmeno 23 anni. Le sue spoglie sono conservate nella prima cappella sulla sinistra, adiacente all'ingresso, della Basilica di Santa Chiara di Napoli.

Medaglia d'oro al valor militare, per la Chiesa Servo di Dio.

 

 

 

 

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