Mons. Michele Natale. Altra vittima dei borbone
Non possiamo non ricordare tra le più nobili figure della Repubblica Napoletana del 1799, un grande uomo di chiesa che seppe donare la testimonianza di una cattolicesimo riconciliato con gli ideali di democrazia repubblicana, di libertà e di uguaglianza, in coerenza con i valori evangelici. Trattasi di Michele Natale, ordinato sacerdote dal vescovo di Calvi Giuseppe Maria Capece Zurlo a Pignataro il 23 dicembre 1775, ma allora Pignataro non era ancora Maggiore, come è erroneamente riportato nel dizionario enciclopedico della Treccani. (Su Mons. Natale abbiamo già pubblicato un articolo del nostro collaboratore, prof. Nicola Terracciano) Allorché Monsignor Michele Natale aderì alla Repubblica Napoletana del 1799, era vescovo di Vico Equense e fece il possibile per far comprendere al popolo come le idee di democrazia repubblicana si accordassero pienamente con il messaggio evangelico, nonostante lo scetticismo di Cuoco in merito a tale tentativo, un Vincenzo Cuoco che pur riuscì a salvarsi dalla reazione legittimista, ma dovette scontare ben 20 anni di esilio. Il catechismo di Monsignor Giuseppe Natale era in forma di domanda e risposta, come la maggior parte dei catechismi repubblicani. Domanda: - I più potenti non domineranno i più deboli in questo Governo? Risposta: - La legge sola dominerà nel Governo Democratico. Gli uomini della democrazia non sono così vili e timorosi, come quelli che sono educati sotto un governo tirannico. Ciascuno può dire liberamente i suoi pensieri, ed ha tale energia da attaccare apertamente i suoi oppressori. Risposta: - Il titolo di cittadino è il solo titolo che conviene alla dignità di un uomo libero, perché questo nome esprime che esso è membro di un governo libero, ed è parte della sovranità. Il titolo di signore non può essere in bocca che di uno schiavo e non può essere preteso che da un tiranno.… Risposta: - No, anzi la legge di Cristo è la base della democrazia. La religione Cristiana è fondata su due principi, cioè l’amor di Dio e quello del prossimo. La democrazia toglie tutte le usurpazioni, le oppressioni, le violenze, essa fa riguardare tutti gli uomini come fratelli; essa propugna mirabilmente l’amor del prossimo. Or i fratelli si possono amare fra loro senza amare il loro Padre comune benefattore? Dunque la democrazia è fondata sugli stessi pincipi della Religione Cristiana. Un buon Cristiano deve essere dunque un buon democratico. Risposta: - L’eguaglianza dei beni sarebbe contraria alla vera eguaglianza, perché l’uomo attivo ed industrioso dovrebbe dividere il suo travaglio coll’ozioso e col dissipatore. Nel sistema dell’eguaglianza si devono adunque rispettare le proprietà di ogni individuo, ma non si deve permettere che il ricco opprima il povero. Infatti la condanna a morte e la conseguente impiccagione provocarono la ferma protesta da parte della curia romana e dello stesso pontefice Pio VII, che non esitò a colpire con la scomunica i giudici responsabili della sentenza, i prelati dissacratori, nonché mons. Gervasio e Vincenzo Maria Torrusio, vescovo di Capaccio e generale dell’esercito sanfedista, ritenuti ispiratori del verdetto e del tragico epilogo. Giovan Vincenzo Monforte, divenuto arcivescovo di Napoli, non ebbe mai il cappello cardinalizio e sgridato dal Papa a Roma morì durante il tragitto. Morì anche Domenico De Jorio ed il terzo, Domenico Ventapane, si gettò ai piedi del pontefice ottenendo il perdono, ma senza alcun incarico di rilevo per tutta la vita.
|
Pubblicazioni mensiliStatistiche
(La registrazione degli utenti è riservata solo ai redattori) Visitatori on lineAbbiamo 503 visitatori e nessun utente online |