Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Cluj Napoca e l'editto sulla libertà del 1568

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Cluj Napoca è la capitale di una delle tre regioni storiche della Romania, la Transilvania (le altre due sono la Valacchia e la Moldavia), cittadina di 320 mila abitanti, secondo polo universitario e vera seconda città del paese dopo Bucarest, vivacissimo centro culturale ed economico moderno in via di espansione.

Si parla di quasi 70 mila mila studenti universitari, che rendono la città giovane, aperta, moderna, europea.

L'Università Babes-Bolyai  di Cluj Napoca ha come motti'Tradizione ed eccellenza" e "La nostra tradizione congiunta con l'Europa risplende per le sue qualità".

Essa è nata nel 1581 ed ha un corpo centrale alto, lungo, solenne, dentro il centro storico, che impressiona e supera di certo le strutture e l'immagine di tante altre università europee, anche più grandi.

Tutto dà un senso di ordine e di serietà, di concentrazione nel dovere a livello di studenti e docenti, di apparato amministrativo. Essa si articola in tante facoltà e specializzazioni, distribuite tra centro storico e la vicinissima periferia,  tra le quali la "Facoltà di Sudi Europei" ed il richiamo esplicito degli studi scientifici e di ingegneria di essere collegati alla ricerca ed alle applicazioni pratiche e quindi allo sviluppo e all'occupazione.

 

L'Università è intestata a due grandi personalità scientifiche della Romania. Victor Babes(Vienna, 1854-Bucarest, 1927), è stato un grande biologo, medico, esperto in batteriologia  romeno, al quale è intestata anche la Facoltà di Medicina e Veterinaria di Timisoara.

Janos Boylai ( Cluij, 1805-Targu Mures, 1860), è stato un grande matematico, noto per le sue ricerche nel campo delle geometrie non euclidee.

Cluj Napoca è una splendida e funzionale città dal punto di vista urbanistico ed architettonico, con al centro la scenografica Piazza dell'Unità con la imponente chiesa cattolica di S. Michele, la più importante costruzione gotica della Romania, e il monumento solenne in bronzo del 1896 dello scultore Fadrusz, dedicato al sovrano d'Ungheria, nato a Cluj, Mattia Corvino (grande sovrano, vissuto dal 1458 al 1490, che fu anche letterato e protettore delle arti, influenzato dalla cultura rinascimentale italiana), a cavallo, che abbatte l'invasione turca, con quattro compagni armati a grandezza più che naturale ai suoi piedi, tutti tesi verso di lui.

Per la sua storia legata anche geograficamente all'Ungheria Cluij ha una una grande minoranza di quel paese.

Il cuore più romeno della città  è piazza Avram Iancu (avvocato romeno, protagonista della rivoluzione della Transilvania del 1848-1849), con la sua statua in alto, la cattedrale ortodossa e il Teatro Nazionale.

Il sentimento di appartenenza alla patria romena è segnalato dalla presenza diffusa della bandiera e dai suoi colori, gli stessi della nostra cara Repubblica Napoletana del 1799.

La gente è distinta, col senso della propria dignità, pur con le inevitabili difficoltà del vivere quotidiano di un paese uscito da pochi anni dal lungo regime comunista, e abbastanza disciplinata, inquadrata dalla famiglia, dalla scuola, da una società operosa, con la religione del lavoro e del dovere.

L'ordine pubblico si sente, con la presenza diffusa e discreta di vigili e polizia, con le auto che hanno sotto la loro denominazione il motto"Legge e ordine".

È fortissima la religione civile con monumenti e lapidi ed indicazioni toponomastiche relative solo alla storia nobile della Transilvania e della Romania. Non sono quindi presenti, diffusi, opprimenti, soffocanti e arroganti i simboli religiosi degli sventurati paesi cattolici con statue e richiami di santi e di papi.

C'è anche, per il doveroso ossequio alla verità storica, un monumento a ricordo delle vittime del comunismo, così individuato chiaramente a livello pubblico collettivo come il totalitarismo rosso del Novecento accanto a quello nero del fascismo e a quello bruno del nazismo.

Il multiculturalismo è una caratteristica della sua storia e del suo presente: dacica, romana ( con la lupa donata dalla città di Roma madre nel 1921, che arricchisce il centro della città, accanto ai resti della romana, traianea Napoca, nome collegato ufficialmente a Cluj), poi slava, ungherese, sassone, ottomana, armena, ebrea, austriaca.

Questo imprinting multiculturale l'ha resa pluralista anche dal punto di vista religioso.

Ancora oggi esistono chiese cattoliche, ortodosse, di rito greco, riformate luterane, riformate calviniste, la sinagoga.

Ma il suo volto più originale è dato dalla chiesa unitariana della Transilvania, che ha avuto in Cluj la sua origine ed ivi mantiene il suo centro con l'imponente edificio di culto nel centro della città,  la sede episcopale, il liceo unitariano dedicato al grande principe di Transilvania del Cinquecento Giovanni Sigismondo, sovrano unitariano, al quale si deve il profondo radicamento di questa originale confessione, che si muove nel solco storico del cristianesimo più pensoso e collegato con la libera ragione, ma che si configura come la più moderna e aperta al futuro posizione religiosa razionale.

Nativo di Cluj fu il fondatore di questa confessione religiosa, David Ferenc (1510-1579), che studiò in diverse università europee, tra le quali Padova, fu prima cattolico, poi luterano, poi calvinista, conobbe esuli religiosi italiani, cogliendo dall'interno i limiti di quelle posizioni religiose e facendo risplendere il vero messaggio razionale del cristianesimo nel solco millenario di suoi grandi testimoni, da Ario ad Erasmo a Serveto, ai grandi riformatori italiani esuli nell'Europa orientale, come i Socini.

Non esiste la trinità, ma c'è una sola divinità, quindi Cristo non è Dio, ma solo un uomo, la cui vita, le cui lezioni esemplari di spiritualità e di moralità vanno sempre tenute presenti come modello, nella mente, nel cuore, nelle azioni,  ma senza assumere mai posizioni di dogmatismo, di fanatismo, col rispetto di tutte le religioni, senza mai usare la violenza nei rapporti tra le religioni e tra gli uomini.

Divenuto amico e collaboratore del citato principe Sigismondo, fu con lui promotore il 13 gennaio 1568 del famoso editto di Turda (cittadina  oggi di 54 mila abitanti a circa 30 km da Cluj , famosa anche per la mirabile, grandiosa salina sotterranea, luogo di fatica, di lavoro, ma anche di ingegno umano, trasformato in un sito turistico straordinario, che mi ha profondamente impressionato), che diceva:

" Ogni oratore può predicare il vangelo secondo la propria interpretazione e se la comunità vuole ascoltarlo e accettarlo bene, ma nessuno obblighi nessuno ad accettare una fede che la sua anima non accetta. La comunità tenga oratori, il cui insegnamento è di suo gradimento, nè i sovrintendenti, nè altri possono punire gli oratori religiosi; nessuno può essere accusato a causa della sua religione...

Non è permesso ad alcuno di punire con prigione o con allontanamento a causa della sua professione di fede, perchè la fede è un dono di Dio nato dall'ascolto e l'ascoltare nasce dal verbo divino."

Poichè il principe Sigismondo morì prematuramente e si ebbe un successore cattolico, cominciarono le persecuzioni, che portarono il Ferenc  in carcere e alla morte nella fredda fortezza di Deva.

Mentre cattolici e riformati si avviavano in varie parti d'Europa verso una sanguinosa guerra atroce e irrigidivano le loro posizioni dogmatiche e fanatiche ( si pensi alla Controriforma, all'Inquisizione, alle stragi, tipo la notte di S.Bartolomeo in Francia, al rinnovato antisemitismo, alla distruzione delle religioni indigene nei paesi conquistati dagli europei delle varie confessioni), in questo angolo dell'Europa orientale splendeva e si manteneva, pur tra tante difficoltà, una commovente luce di libertà di coscienza e religiosa.

Posizioni unitariane con la nascita di specifiche organizzazioni si sono avute storicamente anche in Inghilterra e negli Stati Uniti, avendo adesioni famose come quelle di Newton, Darwin, di presidenti americani come Jefferson.

Il movimento unitariano ha conosciuto dure repressioni da parte delle confessioni dogmatiche e assolutiste dominanti, come il cattolicesimo, l'ortodossia, il luteranesimo, il calvinismo, per cui è stato ridotto a isole religiose, che hanno testimoniato eroicamente e testimoniano ancora oggi la possibilità di una religione universale che, nell'ereditare il frutto più autentico del cristianesimo, sappia rapportarsi con vero dialogo e rispetto con altre posizioni, sia religiose che filosofiche e scientifiche.

Oggi si è creata una struttura mondiale di associazioni unitariane e universaliste, che hanno steso nel 2007 il prezioso Manifesto di Avignone.


 

Cluj Napoca è la capitale di una delle tre regioni storiche della Romania, la Transilvania (le altre due sono la Valacchia e la Moldavia), cittadina di 320 mila abitanti, secondo polo universitario e vera seconda città del paese dopo Bucarest, vivacissimo centro culturale ed economico moderno in via di espansione. 

Si parla di quasi 70 mila mila studenti universitari, che rendono la città giovane, aperta, moderna, europea. 
L'Università Babes-Bolyai  di Cluj Napoca ha come motti'Tradizione ed eccellenza" e "La nostra tradizione congiunta con l'Europa risplende per le sue qualità". Essa è nata nel 1581 ed ha un corpo centrale alto, lungo, solenne, dentro il centro storico, che impressiona e supera di certo le strutture e l'immagine di tante altre università europee, anche più grandi. Tutto dà un senso di ordine e di serietà, di concentrazione nel dovere a livello di studenti e docenti, di apparato amministrativo. Essa si articola in tante facoltà e specializzazioni, distribuite tra centro storico e la vicinissima periferia,  tra le quali la "Facoltà di Sudi Europei" ed il richiamo esplicito degli studi scientifici e di ingegneria di essere collegati alla ricerca ed alle applicazioni pratiche e quindi allo sviluppo e all'occupazione.
L'Università è intestata a due grandi personalità scientifiche della Romania. Victor Babes(Vienna, 1854-Bucarest, 1927), è stato un grande biologo, medico, esperto in batteriologia  romeno, al quale è intestata anche la Facoltà di Medicina e Veterinaria di Timisoara.
Janos Boylai ( Cluij, 1805-Targu Mures, 1860), è stato un grande matematico, noto per le sue ricerche nel campo delle geometrie non euclidee.

Cluj Napoca è una splendida e funzionale città dal punto di vista urbanistico ed architettonico, con al centro la scenografica Piazza dell'Unità con la imponente chiesa cattolica di S. Michele, la più importante costruzione gotica della Romania, e il monumento solenne in bronzo del 1896 dello scultore Fadrusz, dedicato al sovrano d'Ungheria, nato a Cluj, Mattia Corvino (grande sovrano, vissuto dal 1458 al 1490, che fu anche letterato e protettore delle arti, influenzato dalla cultura rinascimentale italiana), a cavallo, che abbatte l'invasione turca, con quattro compagni armati a grandezza più che naturale ai suoi piedi, tutti tesi verso di lui.
Per la sua storia legata anche geograficamente all'Ungheria Cluij ha una una grande minoranza di quel paese.
Il cuore più romeno della città  è piazza Avram Iancu (avvocato romeno, protagonista della rivoluzione della Transilvania del 1848-1849), con la sua statua in alto, la cattedrale ortodossa e il Teatro Nazionale. 
Il sentimento di appartenenza alla patria romena è segnalato dalla presenza diffusa della bandiera e dai suoi colori.

La gente è distinta, col senso della propria dignità, pur con le inevitabili difficoltà del vivere quotidiano di un paese uscito da pochi anni dal lungo regime comunista, e abbastanza disciplinata, inquadrata dalla famiglia, dalla scuola, da una società operosa, con la religione del lavoro e del dovere. L'ordine pubblico si sente, con la presenza diffusa e discreta di vigili e polizia, con le auto che hanno sotto la loro denominazione il motto"Legge e ordine".

È fortissima la religione civile con monumenti e lapidi ed indicazioni toponomastiche relative solo alla storia nobile della Transilvania e della Romania. Non sono quindi presenti, diffusi, opprimenti, soffocanti e arroganti i simboli religiosi degli sventurati paesi cattolici con statue e richiami di santi e di papi.

C'è anche, per il doveroso ossequio alla verità storica, un monumento a ricordo delle vittime del comunismo, così individuato chiaramente a livello pubblico collettivo come il totalitarismo rosso del Novecento accanto a quello nero del fascismo e a quello bruno del nazismo.

Il multiculturalismo è una caratteristica della sua storia e del suo presente: dacica, romana ( con la lupa donata dalla città di Roma madre nel 1921, che arricchisce il centro della città, accanto ai resti della romana, traianea Napoca, nome collegato ufficialmente a Cluj), poi slava, ungherese, sassone, ottomana, armena, ebrea, austriaca.

Questo imprinting multiculturale l'ha resa pluralista anche dal punto di vista religioso. 
Ancora oggi esistono chiese cattoliche, ortodosse, di rito greco, riformate luterane, riformate calviniste, la sinagoga.

Ma il suo volto più originale è dato dalla chiesa unitariana della Transilvania, che ha avuto in Cluj la sua origine ed ivi mantiene il suo centro con l'imponente edificio di culto nel centro della città,  la sede episcopale, il liceo unitariano dedicato al grande principe di Transilvania del Cinquecento Giovanni Sigismondo, sovrano unitariano, al quale si deve il profondo radicamento di questa originale confessione, che si muove nel solco storico del cristianesimo più pensoso e collegato con la libera ragione, ma che si configura come la più moderna e aperta al futuro posizione religiosa razionale.
Nativo di Cluj fu il fondatore di questa confessione religiosa, David Ferenc (1510-1579), che studiò in diverse università europee, tra le quali Padova, fu prima cattolico, poi luterano, poi calvinista, conobbe esuli religiosi italiani, cogliendo dall'interno i limiti di quelle posizioni religiose e facendo risplendere il vero messaggio razionale del cristianesimo nel solco millenario di suoi grandi testimoni, da Ario ad Erasmo a Serveto, ai grandi riformatori italiani esuli nell'Europa orientale, come i Socini: non esiste la trinità, ma c'è una sola divinità, quindi Cristo non è Dio, ma solo un uomo, la cui vita, le cui lezioni esemplari di spiritualità e di moralità vanno sempre tenute presenti come modello, nella mente, nel cuore, nelle azioni,  ma senza assumere mai posizioni di dogmatismo, di fanatismo, col rispetto di tutte le religioni, senza mai usare la violenza nei rapporti tra le religioni e tra gli uomini.
 Divenuto amico e collaboratore del citato principe Sigismondo, fu con lui promotore il 13 gennaio 1568 del famoso editto di Turda (cittadina  oggi di 54 mila abitanti a circa 30 km da Cluj , famosa anche per la mirabile, grandiosa salina sotterranea, luogo di fatica, di lavoro, ma anche di ingegno umano, trasformato in un sito turistico straordinario, che mi ha profondamente impressionato), che diceva" ogni oratore può predicare il vangelo secondo la propria interpretazione e se la comunità vuole ascoltarlo e accettarlo bene, ma nessuno obblighi nessuno ad accettare una fede che la sua anima non accetta. La comunità tenga oratori, il cui insegnamento è di suo gradimento, nè i sovrintendenti, nè altri possono punire gli oratori religiosi; nessuno può essere accusato a causa della sua religione...Non è permesso ad alcuno di punire con prigione o con allontanamento a causa della sua professione di fede, perchè la fede è un dono di Dio nato dall'ascolto e l'ascoltare nasce dal verbo divino."
 Poichè il principe Sigismondo morì prematuramente e si ebbe un successore cattolico, cominciarono le persecuzioni, che portarono il Ferenc  in carcere e alla morte nella fredda fortezza di Deva.
Mentre cattolici e riformati si avviavano in varie parti d'Europa verso una sanguinosa guerra atroce e irrigidivano le loro posizioni dogmatiche e fanatiche ( si pensi alla Controriforma, all'Inquisizione, alle stragi, tipo la notte di S.Bartolomeo in Francia, al rinnovato antisemitismo, alla distruzione delle religioni indigene nei paesi conquistati dagli europei delle varie confessioni), in questo angolo dell'Europa orientale splendeva e si manteneva, pur tra tante difficoltà, una commovente luce di libertà di coscienza e religiosa.
Posizioni unitariane con la nascita di specifiche organizzazioni si sono avute storicamente anche in Inghilterra e negli Stati Uniti, avendo adesioni famose come quelle di Newton, Darwin, di presidenti americani come Jefferson.
Il movimento unitariano ha conosciuto dure repressioni da parte delle confessioni dogmatiche e assolutiste dominanti, come il cattolicesimo, l'ortodossia, il luteranesimo, il calvinismo, per cui è stato ridotto a isole religiose, che hanno testimoniato eroicamente e testimoniano ancora oggi la possibilità di una religione universale che, nell'ereditare il frutto più autentico del cristianesimo, sappia rapportarsi con vero dialogo e rispetto con altre posizioni, sia religiose che filosofiche e scientifiche.
Oggi si è creata una struttura mondiale di associazioni unitariane e universaliste, che hanno steso nel 2007 il prezioso Manifesto di Avignone (http://m.cicu.altervista.org/joomla/doc/20-avignone.html).
 

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